BuzzSumo, una piattaforma online che misura le performance dei contenuti pubblicati online, qualche tempo addietro ha condotto una ricerca su oltre 100 milioni di articoli girati sui social, al fine di capire le dinamiche che ne regolano la condivisione social, e che quindi rendono il contenuto virale e vincente.
Ovviamente la qualità del contenuto, la capacità di risultare interessante e coinvolgente sono elementi basilari di qualsiasi contenuto vincente, tuttavia BuzzSumo ha individuato altri 10 ingredienti che concorrono a creare contenuti online vincenti 😀
Visto, oramai da qualche anno, che anche la comunità degli psicologi ha cominciato a pubblicare contenuti online, a divulgare cultura psicologica, spero che questo post ti possa essere di spunto 😉
Se poi vorrai approfondire le tematiche del content marketing partecipa al corso online “Content Marketing per Psicologi: come creare e diffondere contenuti che attraggono clienti e creano reputazione”.
1. I contenuti lunghi ottengono più condivisioni social dei contenuti brevi
BuzzSumo ha analizzato il 10% degli articoli più condivisi, all’interno dei 100 milioni analizzati.
Ebbene, è emerso che più lungo era l’articolo, più condivisioni otteneva. BuzzSumo definisce contenuti lunghi quelli con almeno 2000 parole. Questo post, per intenderci, è di circa 1500 parole 😉
Apparentemente curioso il risultato, vista l’inodanzione social di microcontenuti, meme, news, ecc…. Evidentemente c’è un segmento importante di lettori social che apprezza l’approfondimento, il post dettagliato, ed ha piacere a condividerlo in quanto vi ha trovato utilità e valore.
Ovviamente non si tratta di pubblicare articoli scientifici, tesi, tesine, o trattati teorici in psicologhese, comprensibili solo tra psicologi 😛
Il contenuto deve comunque essere orientato alla domanda del lettore. Ovvero, il lettore si mette alla ricerca e lettura di contenuti (investe tempo) perché evidentemente ha necessità di trovare informazioni e/o soluzioni a specifiche su domande/fabbisogni. Ebbene, quanto più il contenuto è in grado di aiutarlo in ciò, tanto più sarà apprezzato e letto (e ti creerà reputation). Tanto più sarà dettagliato, tanto più – dice BuzzSumo – verrà condiviso.
Il mio consiglio: nella mia esperienza vedo che il contenuto lungo funziona (come condivisioni) quando devi trattare tematiche a livello più tecnico ed operativo (comunque divulgativo). Detto ciò, vedo che anche contenuti brevi condividono bene quando riguardano informazioni e/o commenti su questioni di grande attualità, quando agganciano dimensioni emotive (e quindi lo scrivere rimanendo agganciati al mood di attualità e cronaca!)
2. La presenza di immagini nel post aumenta le condivisioni
BuzzSumo ha messo a confronto contenuti che contenevano almeno immagine con quelli senza immagini, misurando le condivisioni su Facebook. Ebbene, come puoi vedere da questa grafica, post con immagini vengono condivisioni almeno il doppio delle volte
Le immagini sono un ingrediente strategico non solo per i contenuti, ma anche nelle attività di social media marketing, e varrà la pena scriverci uno dei miei prossimi post, un contenuto ad hoc 🙂
3. Le emozioni aiutano la condivisione
BuzzSumo ha correlato gli articoli più condivisi alle emozioni cui erano legati: gioia, tristezza, rabbia, ecc… Queste le 3 emozioni più ricorrenti:
- Stupore (25%)
- Riso (17%)
- Divertimento (15%)
Contrariamente, le emozioni negative – come rabbia e tristezza – sono risultate molto meno condivise.
Vuol dire che dobbiamo produrre contenuti esileranti? Ovviamente no! Tuttavia – laddove possibile, soprattutto rispetto alla tipologia di contenuti pubblicati da un professionista della salute – potrebbe essere funzionale trovare tagli comunicativi che colpiscono, pur rimanendo solidi nella sostanza.
La campagna video #VoltaPagina, che ha raggiunto 2 milioni di italiani, ha ad esempio giocato sul paradosso per rendersi virale.
Anche tecniche di story telling potrebbero aiutare a creare contenuti che stupiscono ed agganciano.
La titolazione del contenuto rappresenta una ulteriore possibilità per stupire, per destare l’attenzione e incuriosire.
4. Elenchi ed infografiche generano maggior condivisione
A quanto pare le persone gradiscono e condividono in particolare contenuti strutturati ad elenco, oppure infografiche. Effettivamente rilevo che l’articolo “6 consigli per avviare il tuo sito web di psicologia” è stato uno dei più letti di questi ultimi mesi.
La spiegazione, credo, è dovuto alla loro capacità di strutturare efficacemente le informazioni, permettendo al lettore una fruizione complessiva migliore, ed anche visivamente più accattivamente e performante.
Sicuramente, lo spunto è quello di evitare contenuti strutturati a muro di testo, dei monoliti. Usa paragrafi, punti elenco, use immagini, crea contenuti ariosi e strutturati.
5. Le liste a 10 punti sono quelle che condividono di più
I contenuti strutturati in liste composte da 10 punti hanno ottenuto il più alto numero di condivisioni sui social.
Questo punto è controverso, ci sono altre ricerche che invece consigliano di produrre elenchi (e quindi anche titolazioni del contenuto) a numero dispari, tipo “5 consigli” o “7 strategie“.
Quale che sia il numero magico – ammesso che esista (e non credo!) – a mio avviso devi sempre – e soprattutto – cercare di orientare il contenuto alla domanda ed ai fabbisogni del tuo lettore target, e nello sviluppare quel contenuto devi – come detto nei punti precedenti – scriverlo in modo strutturato, arioso, accattivante.
6. Le persone condividono ciò che valutano credibile e affidabile
BuzzSumo ha rilevato che sui vari social i contenuti firmati sono maggiormente condivisi dei contenuti anonimi. Contenuti nei quali è presente il profilo dell’autore hanno ottenuto ancor più condivisioni.
Già 3 anni fa scrissi il post “Google, Authorship e Personal branding” in cui raccontavo di come Google stava legando i suoi criteri di indicizzazione dei contenuti anche alla reputazione dell’autore del contenuto stesso, da quanto veniva condiviso e apprezzato sui social. Più alta la reputazione dell’autore, migliore il posizionamento su Google (ovviamente al netto degli altri indicatori SEO da dover comunque curare).
Ebbene, tutto ciò ha a che vedere con la tua capacità di fare personal branding, di staccarti dalla folla e divenire l’esperto di riferimento per un certo seguito di utenza, di nicchia. Se riesci a divenire esperto riconosciuto i tuoi contenuti genereranno un numero molto più ampio di condivisioni, un circolo virtuoso che genererà poi conversioni in termini di contatti e clienti.
7. Coinvolgi influencer e moltiplicherai le condivisioni
Ovviamente non tutti i condivisori sono uguali. Se il tuo articolo viene condiviso da un utente Facebook con 5.000 amici potrà godere di una ulteriore e rilevante piattaforma di condivisione.
La ricerca di BuzzSumo afferma che la presenza di un solo buon influencer può aumentare le condivisioni dei tuoi contenuti di circa il 32%.
Per tale ragione è utile che, all’interno della tua cerchia social, identifichi quali sono i principali influencer con cui sei in contatto. Può valer la pena curare in modo particolare la relazione social con queste persone, così da aumentare la probabilità che condividano i tuoi contenuti.
Dopodiché ci sono anche espedienti funzionali al coinvolgimento degli influencer. Immagina ad esempio di produrre un contenuto intervistando uno o più di loro su un tema specifico. Quando pubblicherai quel contenuto è molto probabile (scontato?) che anche gli influencer avranno piacere (e convenienza!) a condividerlo sui proprio canali social.
BuzzSumo, ad esempio, ha posto una domanda a 40 esperti SEO e dalle risposte ha messo assieme un post che ha ottenuto più di 500 azioni sui social, molte delle quali generate dagli stessi intervistati 🙂
8. Promuovi nuovamente e in modo regolare i tuoi vecchi contenuti
Dopo i primi 3 giorni dalla pubblicazione del contenuto sui social, in cui vi è il picco di condivisioni, si verifica un calo a picco, quasi come che non esistesse più.
Dalle analisi di BuzzSumo parrebbe che una buona tecnica per spremere bene la portata virale del tuo contenuto è quella di rilanciarlo nuovamente ad una settimana circa dalla prima pubblicazione e diffusione sui social (su Twitter – a mio avviso – lo puoi rilanciare anche una volta ogni 3 giorni per le prime due settimane).
Meglio poi se il rilancio viene fatto in giorni ed orari differenti, così da intercettare potenziali fasce di utenza social distinte. Immagina la prima pubblicazione effettuata il mercoledì mattina, orario lavorativo, e la seconda effettuata il sabato tardo pomeriggio della settimana successiva.
L’attenzione, ovviamente, è che il rilancio riguardi articoli ancora sul pezzo e non legati ad un particolare evento o momento.
9. Il giorno giusto per pubblicare
Analizzando i 100 milioni di contenuti, pubblicati e condivisi su Facebook, Twitter, Google+, LinkedIn e Pinterest, BuzzSumo ci svela che il giorno che ha generato più condivisioni è il Martedì. Segue il Giovedì, alla parti con il Lunedì.
Prendiamo ovviamente con le molle questi dati. Ci offrono indirizzi sicuramente utili e di stimolo, tuttavia alla fine la cosa maggiormente importante è quella di ragionare sulla propria esperienza.
Tu, in base alla tua specifica utenza target, ai suoi ritmi di vita lavoro, ai suoi interessi e modalità di fruizione dei social (ad es. da PC o da mobile?), potrai di volta in volta valutare ciò che funziona meglio o meno, e di conseguenza tarare le tue future azioni di condivisione.
10. Il decimo ingrediente ce lo metti tu?
Beh… sono arrivato a 9 ingredienti, ma BuzzSumo ci dice che gli elenchi più fichi e condivisi hanno 10 punti e quindi ti chiedo un piccolo aiuto 🙂
Scrivi nei commenti quello che a tuo avviso è il decimo ingrediente che – nella tua esperienza – è risultato vincente nel produrre contenuti che generano condivisione 😀
4 risposte su “10 consigli per creare contenuti online vincenti”
Penso che ci voglia un pizzico di stile personale. Tanti scrivono di molti argomenti uguali, ma il modo in cui si affrontano possono attirare i “propri” follower.
Grazie Francesca, sono assolutamente in accordo 🙂
Questo post, nello specifico, affronta gli elementi che concorrono ad aumentare il tasso di condivisione social.
Ma, più in generale, il “tono”, la “voce”, lo “stile” dell’author sono determinanti nel medio/lungo periodo a caratterizzarsi ed accrescere “reputation” 😉
Concordo con i 9 punti e secondo me, ulteriori elementi che sono comunque emersi anche se non nello specifico, sono l’utilizzo di un linguaggio semplice ma non semplicistico, che raggiunga il lettore e scrivere contenuti non teorici ma che incontrino il bisogno dei lettori nel modo più concreto possibile!
Penso occorra innovazione e creatività soprattutto nei paesini dove ancora è difficile diffondere la nostra professione. ….il momento storico poi non aiuta……….le persone chiedono soluzioni. ………cosa che non compete noi……..consigli. ………….sto cercando di offrire spazi di espressione, gratuitamente, per promuovere l’associazione che sto cercando di mettere su, partendo da favole, storie vere, come stimoli su cui riflettere…………….
Ma la domanda retorica arriva. …:”lei dottoressa che dice, che ne pensa, esiste un’età per cui si raggiunge consapevolezza di sé? ?!!!!” Oppure……….”chiacchiere ………ma poi a fine mese???!!!”
Rispondo che è un percorso, non un punto di arrivo. ……….ma ribadisco che è il mio modesto
punto di vista……..e che la realtà, la vita, i disagi, tutto può mutare molto velocemente ………
Ma leggo sempre lo stesso punto di domanda sui loro volti…….lo stesso che percepisco dopo
che incontro persone per il colloquio conoscitivo, che prevederà eventualmente la presa in
carico, per un percorso di sostegno………………..
Avverto forte la richiesta di una soluzione. ………….e lavoro prima per spiegare che nn sarà così. …………
Alcuni restano……….
Altri scappano……..
Altri tornano………….
Ma il tutto procede con tempi molto lunghi………..