Ansia, depressione, iperattività patologica, anoressia, disturbo ossessivo o paranoico, aggressione violenta. Questi i più frequenti problemi e disturbi che accusano i bambini secondo quanto riportato da un articolo de “La Stampa” di Torino.
L’Ordine Piemonte parla di un aumento del 20%, negli ultimi dodici mesi, di casi di bambini e adolescenti con qualche tipo di disturbo psichico. In particolare vengono segnalati bambini, anche molto piccoli ed in età prescolare, con disturbi anche invalidanti di alimentazione. O ancora con fobie scolari, difficoltà legate al distacco dalla famiglia, vari disturbi del comportamento.
Nel sito web del Ministero della Salute si legge:
Alle forme piuttosto rare della prima infanzia, come la Pica, il Disturbo di ruminazione ed il Disturbo della nutrizione e della condotta alimentare della prima infanzia, si affiancano oggi, in numero sempre maggiore, casi di bambini e preadolescenti con alterazioni del comportamento alimentare e relativi quadri clinici molto simili a quelli che fino a poco tempo fa si osservavano solo nell’adolescente e nell’adulto, come l’Anoressia e la Bulimia. Il corpo è da sempre al centro della maggior parte dei conflitti, sia nei bambini che negli adolescenti, generalmente, crisi e conflitti trovano nei comportamenti alimentari una manifestazione sintomatica di espressione.
Emerge un quadro piuttosto preoccupante, e non certo riguardante il solo Piemonte. Bambini arrabbiati, tristi, fragili, con difficoltà a rispettare le regole, iperattivi ed insofferenti verso gli altri. Nei bambini più piccoli vengono rilevati anche balbuzie, ansie, enuresi notturna.
Gli specialisti interpellati parlano di una maggior attenzione rispetto al passato dei genitori verso i figli, ma anche e soprattutto di una situazione socio-familiare-ambientale sempre più complicata, che porta a vivere in contesti stressanti e disagevoli.
Indubbiamente la vita dei bambini in questa società liquida non sempre è facile, nonostante tutto. Famiglie in difficoltà a causa della recessione, disoccupazione, preoccupazioni sul futuro, tassi di separazioni e divorzi in continuo aumento, sistemi educati e welfare allo sbando, modelli di super-bambino da inseguire, sensi di colpa da placare…
Molti spunti, non solo inerenti l’universo bambini, si possono trarre anche dal Rapporto ISTAT 2012
L’articolo de La Stampa segnala un aumento importante di opportunità lavorative per gli psicologi e/o psicoterapeuti che si muovono in tale area.
Non c’è più di tanto da stupirsi: interminabili code presso le strutture pubbliche, servizi carenti e non integrati, dispendio di tempo ed energia da parte delle famiglie, mancanza di punti veri di riferimento…
Psicologi @ Lavoro tratta di soluzioni e strategie di marketing per lo psicologo e con queste lenti guardiamo il fenomeno. Indubbiamente, ahimé, è un’area di intervento in crescita. In più, per la salute dei propri bambini – per quanto possibile – non c’è crisi che tiene.
Incontro sempre più spesso colleghi che intendono spendersi in questo ambito, così come giovani psicologi che valutano di iscriversi a costosi Master su disturbi in infanzia e adolescenza… quello che, tuttavia, di frequente rilevo è la mancanza di una attenta pianificazione e strategia d’azione 😉
La sola competenza tecnica di psicologo e/o psicoterapeuta non è detto sia sufficiente. La competizione è comunque alta e non è semplice emergere e costruirsi una situazione di opportunità e vantaggio.
E’ fondamentale individuare specifici binomi “problema/beneficio” su cui intervenire, definire le nicchie di utenza target, individuare spazi e strategie di visibilità e marketing, capire come muoversi per sviluppare rete inviante e network… tramutare tutto ciò in un piano d’azione e poi dargli corpo con attivazioni concrete 😉
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Come avviare un servizio di Parent Coaching per lo Psicologo
Vorresti sfruttare al meglio le tue risorse professionali? Vuoi metterti in gioco e dare una svolta alla tua professione? Ti piacerebbe ampliare la tua area di intervento?
Operi in questo ambito professionale?
Mi farebbe piacere avere un tuo riscontro. Noti le stesse tendenze descritte dall’articolo de La Stampa? Come ti stai muovendo? Criticità specifiche? Buone pratiche da condividere?
Ti invito a condividere la tua opinione in commento, così da sviluppare un confronto utile a tutti, su un ambito di sicuro interesse professionale 🙂
grazie e buon lavoro
Nicola Piccinini
0 risposte su “Bambini in coda dallo psicologo tra ossessioni, rabbia e ansie”
Lavoro con i bambini da anni, con progetti scolastici e in contesti clinici, e posso dire che l’emergenza infanzia sia sempre più pressante. Come volontaria ai servizi di Neuropsichiatria infantile, vedo liste di attesa di mesi o addirittura anni, e possibilità di intervento scarse.
Per questo motivo ho aperto un servizio di psicoterapia sociale per l’infanzia, sul modello di quello dell’Opera Don Calabria, ma dedicato interamente ai minori e alle famiglie.
Solo la volontà può far fronte a tali emergenze, non solo la volontà di lavorare, ma anche e soprattutto la volontà di cambiare la mentalità di approccio.
Solo un consiglio: diffidate dei master di tecniche per l’infanzia, solo il lavoro sul campo , l’osservazione diretta e la capacità di rimettersi in discussione fanno la differenza.
Per Emanuela:
sarei curiosa di sapere di piu’ su come hai fatto ad aprire questo servizio. (con quante persone, con che formazione, dove e che contatti hai con il territorio per ricevere invii di casi).
Per i MSc e i corsi vari post-laurema sono sostanzialmente d’accordo. Tuttavia, parlare di ‘capacita’ di rimettersi in discussione’ rischia forse di far pensare alla buona volonta individuale?
Per me sono le supervisioni ad essere fondamentali, e ci si potrebbe anche organizzare ‘dal basso’ per fornirne un tipo tra noi, per esempio via telefono o via skype, a prezzi ‘ragionevoli’ se non bassi (10-15 €), come scambio di conoscenze, e implementando un sistema di crediti come fa Ncicola e quelli di OpsonLine.
Io ad esempio sono brava nei disturbi dell’apprendiemnto e del linguaggio e so anche codificare disegni (approccio cognitivo). In piu’ sono psicoterapeuta. QUando saltan fuori i casi bizzarri, gli scambi di nfo veloci risultano benedetti.
Non so: se ti va di dire meglio del tuo servizio di psicoterapia, grazie.
Elena
http://www.lastampa.it/2013/01/03/cronaca/bambini-in-coda-dallo-psicologo-jpjrdbeaVUiAwRQOJFxlPJ/pagina.html
Lavoro con i bambini da anni, con progetti scolastici e in contesti clinici, e posso dire che l’emergenza infanzia sia sempre più pressante. Come volontaria ai servizi di Neuropsichiatria infantile, vedo liste di attesa di mesi o addirittura anni, e possibilità di intervento scarse.
Per questo motivo ho aperto un servizio di psicoterapia sociale per l’infanzia, sul modello di quello dell’Opera Don Calabria, ma dedicato interamente ai minori e alle famiglie.
Solo la volontà può far fronte a tali emergenze, non solo la volontà di lavorare, ma anche e soprattutto la volontà di cambiare la mentalità di approccio.
Solo un consiglio: diffidate dei master di tecniche per l’infanzia, solo il lavoro sul campo , l’osservazione diretta e la capacità di rimettersi in discussione fanno la differenza.
Per Emanuela:
sarei curiosa di sapere di piu’ su come hai fatto ad aprire questo servizio. (con quante persone, con che formazione, dove e che contatti hai con il territorio per ricevere invii di casi).
Per i MSc e i corsi vari post-laurema sono sostanzialmente d’accordo. Tuttavia, parlare di ‘capacita’ di rimettersi in discussione’ rischia forse di far pensare alla buona volonta individuale?
Per me sono le supervisioni ad essere fondamentali, e ci si potrebbe anche organizzare ‘dal basso’ per fornirne un tipo tra noi, per esempio via telefono o via skype, a prezzi ‘ragionevoli’ se non bassi (10-15 €), come scambio di conoscenze, e implementando un sistema di crediti come fa Ncicola e quelli di OpsonLine.
Io ad esempio sono brava nei disturbi dell’apprendiemnto e del linguaggio e so anche codificare disegni (approccio cognitivo). In piu’ sono psicoterapeuta. QUando saltan fuori i casi bizzarri, gli scambi di nfo veloci risultano benedetti.
Non so: se ti va di dire meglio del tuo servizio di psicoterapia, grazie.
Elena
http://www.lastampa.it/2013/01/03/cronaca/bambini-in-coda-dallo-psicologo-jpjrdbeaVUiAwRQOJFxlPJ/pagina.html
E’ il successo del piano malvagio dei leaders mondiali risultato di separazioni dai padri e della distruzione della famiglia. Voi psicologhi per anni vi ci siete arricchiti con i problemi psicologici della gente ma ora il mondo è fottuto e questo significa che da ora in poi non ci sarà più beneficio alcuno per nessuno. Sapete benissimo a quali conseguenze psicologiche portino le separazioni dai padri ma non avete mai mosso un dito, a parte quei due o tre (vedi RIsè) che non hanno avuto paura a dire le cose come stanno. Ed ora curare pure i malsani ma sappiate che sono la maggioranza e non sarà servito a nulla aver cresciuto i vostri figli nel modo giusto perchè il mondo in cui vivranno sarà popolato da gente che causerà loro solo del male e sofferenze.
Ciao Gabriele non so qual’è la tua storia, ma trovo interessante che tu affermi che gli psicologi si arricchiscono con i problemi psicologici della gente!E’ come dire agli oncologi di essersi arricchiti con i tumori della gente!!!E’ alquanto assurdo!Inoltre mi piacerebbe sapere come mai pensi che gli psicologi non valorizzano la figura paterna. Ti assicuro che Risè non è l’unico a sottolineare l’importanza della presenza di un padre nella vita dei figli, e a prescindere da questo, personalmente credo che anche dopo una separazione, un padre rimane sempre padre e ora come ora, giuridicamente ha gli stessi diritti e doveri della mamma, anche il tempo viene diviso equamente (con l’affidamento condiviso). Quindi aldilà delle teorie che sono in circolazione, un padre che vuole fare il padre, lo fa e basta!Conosco diversi padri, che nonostante la separazione, hanno continuato ad essere presenti nella vita dei loro figli in modo splendido, non facendo assolutamente niente di meno di quello fatto dalle madri, e non si nascondono dietro a leggi ingiuste o a dichiarazioni di vari professionisti. Ci vuole semplicemente intelligenza e buon senso. E’ chiaro che il tempo dei figli va diviso tra i due genitori, ma di sicuro ne guadagnano in serenità. Non c’è cosa peggiore per un bambino che assistere a continui conflitti e urla tra i propri genitori.Anche loro hanno diritto di vivere in un clima sereno!
Distinti saluti,
Una psicologa che sta dalla parte dei bambini
in realta l’equita in diritti e possibilità di visita ai bambini per un padre non esiste ancora, la conflittualità spesso rimane ancora a carico dei bambini che diventano merce di scambio o di rivalsa. c’è bisogno di piu strutture e personale qualificato per aiutare i BAMBINI vittime della famiglia moderna
E’ il successo del piano malvagio dei leaders mondiali risultato di separazioni dai padri e della distruzione della famiglia. Voi psicologhi per anni vi ci siete arricchiti con i problemi psicologici della gente ma ora il mondo è fottuto e questo significa che da ora in poi non ci sarà più beneficio alcuno per nessuno. Sapete benissimo a quali conseguenze psicologiche portino le separazioni dai padri ma non avete mai mosso un dito, a parte quei due o tre (vedi RIsè) che non hanno avuto paura a dire le cose come stanno. Ed ora curare pure i malsani ma sappiate che sono la maggioranza e non sarà servito a nulla aver cresciuto i vostri figli nel modo giusto perchè il mondo in cui vivranno sarà popolato da gente che causerà loro solo del male e sofferenze.
Ciao Gabriele non so qual’è la tua storia, ma trovo interessante che tu affermi che gli psicologi si arricchiscono con i problemi psicologici della gente!E’ come dire agli oncologi di essersi arricchiti con i tumori della gente!!!E’ alquanto assurdo!Inoltre mi piacerebbe sapere come mai pensi che gli psicologi non valorizzano la figura paterna. Ti assicuro che Risè non è l’unico a sottolineare l’importanza della presenza di un padre nella vita dei figli, e a prescindere da questo, personalmente credo che anche dopo una separazione, un padre rimane sempre padre e ora come ora, giuridicamente ha gli stessi diritti e doveri della mamma, anche il tempo viene diviso equamente (con l’affidamento condiviso). Quindi aldilà delle teorie che sono in circolazione, un padre che vuole fare il padre, lo fa e basta!Conosco diversi padri, che nonostante la separazione, hanno continuato ad essere presenti nella vita dei loro figli in modo splendido, non facendo assolutamente niente di meno di quello fatto dalle madri, e non si nascondono dietro a leggi ingiuste o a dichiarazioni di vari professionisti. Ci vuole semplicemente intelligenza e buon senso. E’ chiaro che il tempo dei figli va diviso tra i due genitori, ma di sicuro ne guadagnano in serenità. Non c’è cosa peggiore per un bambino che assistere a continui conflitti e urla tra i propri genitori.Anche loro hanno diritto di vivere in un clima sereno!
Distinti saluti,
Una psicologa che sta dalla parte dei bambini
in realta l’equita in diritti e possibilità di visita ai bambini per un padre non esiste ancora, la conflittualità spesso rimane ancora a carico dei bambini che diventano merce di scambio o di rivalsa. c’è bisogno di piu strutture e personale qualificato per aiutare i BAMBINI vittime della famiglia moderna
Per comprendere il testo di un bambino occorre ricostruire il suo contesto, spesso sono i genitori che dovrebbero farsi aiutare, le statistiche non fanno altro che mostrare una foto statica di un fenomeno che va compreso nella sua complessità. Questo per dire che non è affatto scontato che siano i bambini ad avere dei problemi, quasi sempre c’è dietro un modo insano di vivere in famiglia, e quando dico insano non intendo necessariamente riferirmi a delle patologie da DSM, i genitori spesso non si rendono proprio conto di come si relazionano con i loro figli e di come vivono la loro vita.
Per comprendere il testo di un bambino occorre ricostruire il suo contesto, spesso sono i genitori che dovrebbero farsi aiutare, le statistiche non fanno altro che mostrare una foto statica di un fenomeno che va compreso nella sua complessità. Questo per dire che non è affatto scontato che siano i bambini ad avere dei problemi, quasi sempre c’è dietro un modo insano di vivere in famiglia, e quando dico insano non intendo necessariamente riferirmi a delle patologie da DSM, i genitori spesso non si rendono proprio conto di come si relazionano con i loro figli e di come vivono la loro vita.
Per Nicola:
e’ possibile leggere direttamente l’articolo de La STampa o sapere in che giorno era uscito? (cercando velocemnete non ho trovato niente, se non un vecchio articolo del 27 Ottobre sullo stress autunnale dei bambini, che non penso c’entri niente)
E dov’e’ il lavoro dei colleghi dell’Ordine Piemontese, che attesterebbe unincremento del 20 % di richiesta di servizi per la fanciullezza? Sul sito nemmeno quello ho trovato ;-(.
Io sono neuropsicologa dello sviluppo. Per quel che ne so, le neuropsichiatrie infantili sono affollate di bambini in lista per diagnosi di DSL o DSA, pero’ seguitano a pretendere, nei pochi concorsi, il titolo di psicoterapeuta, quando non hanno il minimo spazio per erogare non dico psicoterapie ai bambini, ma nemmeno counselling, o parent training.
Inoltre, i genitori e gli isnegnanti mi tempestano di domande ed esemplificazioni di casi di questo o quel bambino/figlio, ma non lo portano alle NPI ne’ lo portano a studio dai mie colleghi (io non l’ho: appunto!).
Dove sarebbe tutto questo gran lavoro psicologico che esploderebbe a servizio per i bambini?
Elena
elena.vittardi@teletu.it
Per Nicola:
e’ possibile leggere direttamente l’articolo de La STampa o sapere in che giorno era uscito? (cercando velocemnete non ho trovato niente, se non un vecchio articolo del 27 Ottobre sullo stress autunnale dei bambini, che non penso c’entri niente)
E dov’e’ il lavoro dei colleghi dell’Ordine Piemontese, che attesterebbe unincremento del 20 % di richiesta di servizi per la fanciullezza? Sul sito nemmeno quello ho trovato ;-(.
Io sono neuropsicologa dello sviluppo. Per quel che ne so, le neuropsichiatrie infantili sono affollate di bambini in lista per diagnosi di DSL o DSA, pero’ seguitano a pretendere, nei pochi concorsi, il titolo di psicoterapeuta, quando non hanno il minimo spazio per erogare non dico psicoterapie ai bambini, ma nemmeno counselling, o parent training.
Inoltre, i genitori e gli isnegnanti mi tempestano di domande ed esemplificazioni di casi di questo o quel bambino/figlio, ma non lo portano alle NPI ne’ lo portano a studio dai mie colleghi (io non l’ho: appunto!).
Dove sarebbe tutto questo gran lavoro psicologico che esploderebbe a servizio per i bambini?
Elena
elena.vittardi@teletu.it
Bravi facciamo business sulla pelle dei bambini… Dopo il business delle case famiglia ora il business degli psicologi…
Bravi facciamo business sulla pelle dei bambini… Dopo il business delle case famiglia ora il business degli psicologi…
Lo psicologo non crea malattie mentali o disagi psichici per avere un business ma adegua le sue competenze al cambiamento sociale e culturale e non può fare altrimenti. Lo scopo dello psicologo è aiutare la gente ed essere disponibile per chi ha bisogno, non per fare soldi a palate (almeno lo è ed me). Inoltre è un discordo ambiguo in quanto vorrebbe dire che allora tutti i servizi sanitari campano sulle malattie degli altri….in effetti se non ci fossero i tumori gli oncologi non avrebbero la oro ma ammettiamo anche che chi fa una professione, studia per anni, ha anche il diritto ad avere uno stipendio, sennò farebbe volontariato…
Se i problemi psicolgici cominciano prima nell’età dei bambini la causa va ricercata nel contesto sociale che tende ad adultizzare i bambini gravandoli di pesi a volte insopportabili. Non ci sono adulti veri, guide in grado di portarli nel mondo perchè gli adulti si comportano troppo spesso come bambini o adolescenti insoddisfatti, non sanno assumersi le loro responsablità di genitori. e in quanto alla figura del padre… Oggi nessuno sa più cosa significa fare il padre. Non è certo la lotta per i diritti …. Un padre sa rinunciare anche a quelli per il bene del figlio, se è necessario. Sa rinuciare. Oggi chi sa farlo? tutti vogliono soltanto avere, avere sempre di più.
Nella mia esperienza professionale ho notato una discrepanza notevole tra le pressioni che la società impone sui nostri figli e metodi educativi e comunicativi dei genitori.questi ultimi tendono ad utilizzare i vecchi metodi appresi nella famiglia d origine fatti di ricatti morali e aggressività pervasiva…..questo crea un mix devastante x i piccoli ..credo fortemente in un intervento di parent training propedeutico all’essere genitore oggi.