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Nicola Piccinini
Psicologia, Formazione, Social web, Politica Professionale
        Categorie
        Psicologi & Marketing

        Come rendere utile il tuo servizio psicologico agli occhi dell’utente

        Anche i servizi psicologici devono misurarsi con l’utilità percepita dal cliente. Vediamo qui tre situazioni utili a migliorare la predisposizione all’acquisto dell’utente

        • Autore articolo Di Nicola Piccinini
        • Data dell'articolo 16 Dicembre 2013
        • Nessun commento su Come rendere utile il tuo servizio psicologico agli occhi dell’utente
        Come rendere utile il tuo servizio psicologico agli occhi dell'utente

        Soprattutto in periodi di ristrettezza economica, una persona decide di effettuare un acquisto tendenzialmente perché deve risolvere un problema o perché vuole raggiungere un qualche obiettivo per lei importante. In altre parole, l’acquisto deve svolgere una funzione positiva sul suo orizzonte psicologico, o per lo meno deve generare questa percezione 😉

        Questa dinamica ha luogo tanto con prodotti, quanto con servizi. Ed anche i servizi psicologici devono quindi misurarsi con l’utilità percepita dal cliente. Solitamente si possono individuare tre situazioni in cui l’utente ha una migliore predisposizione all’acquisto:

        1. il servizio è in grado di risolvere un problema, la cui risoluzione viene considerata importante per l’utente,
        2. il servizio è in grado di generare un vantaggio/beneficio, ovvero permette di raggiungere un obiettivo di sviluppo che l’utente desidera raggiungere,
        3. il servizio permette di mantenere e/o consolidare una situazione positiva esistente, considerata come necessaria e/o desiderabile dall’utente.

        Se ci pensi, anche noi – nel nostro privato – effettuiamo scelte di acquisto per una o più di queste ragioni e secondo un processo più o meno lineare:

        1. abbiamo un problema da risolvere o un traguardo da raggiungere,
        2. ci attiviamo per cercare informazioni utili a generare la soluzione o a individuare risorse risolutrici,
        3. effettuiamo un processo di selezione delle opzioni individuate in base all’utilità percepita, ed ovviamente a nostri gusti, stili ed elementi culturali.

        Allo stesso modo, il nostro utente target farà con noi, con i nostri servizi psicologici. Ma ciò ha una ricaduta importante sul come ed a chi ci rivolgiamo nella veste di Psicologi.

        Difficilmente un servizio psicologico, genericamente definito, è “utile per tutti”! Rivolgersi a tutti genera il rischio di non rivolgersi efficacemente a nessuno.

        Ragionare in ottica di “utilità percepita dall’utente” significa ri-orientare la nostra offerta alle domande dell’utente, significa rimanere sul processo consulenziale, significa non comunicarsi in modo autoreferenziale con modelli pre-disposti e pre-calati dall’alto.

        In altri termini, lavorare su nicchie di utenza. Nell’articolo “Trova la tua folla affamata” proponevo un utile e veloce esercizio per aiutare lo psicologo a capire la domanda a cui risponde, ovvero il problema che è in grado di risolvere… ovvero la nicchia a cui potrebbe piè efficacemente rivolgersi. Prova a farlo 😀

        Nelle mie attività di consulenza e docenza sul Marketing dello Psicologo trovo questo lavoro puntualmente foriero di nuove prospettive d’azione per il collega, in particolar modo quando mi trovo di fronte a:

        • studenti di Psicologia, neo-laureati  neo-abilitati che si immaginano futuri professionisti sulla base di modelli autoreferenziali e pre-impostati, passati dall’Università, ma anche
        • Psicologi e Psicoterapeuti per lo più abituati a declinarsi sul versante del disagio/disturbo, quindi in situazioni già socialmente conclamate e riconosciute, dove quindi potersi attivare secondo canovacci – script – pre-definiti, ma anche rassicuranti in quanto conosciuti e padroneggiati.

        Lo psicologo che lavora in ottica di nicchia è lo psicologo cosciente del proprio profilo di competenza, un problem solver, un consulente di processo orientato al cliente, come ben esemplifico (o almeno spero 😛 ) nell’articolo “Da ruoli e contesti a competenze di processo e progettualità“. Idealmente il processo è:

        1. definisci la tua offerta di valore e gli elementi che la distinguono
        2. individua a chi intendi rivolgerti, ovvero quale utenza troverà utile e preziosa la tua offerta
        3. aggancia, ascolta e conversa con queste utenze, tramite sito web, social media, email, content marketing, eventi, ecc…
        4. converti i contatti in clienti ed alimenta il circuito.

        Questo tipo di lavoro ti restituirà un action plan mirato ed operativo con cui ri-definire la tua offerta di servizio, calibrando al meglio le azioni di comunicazione e promozione presso le tue utenze nicchia.

         

        Buon lavoro,
        Nicola Piccinini

        • Tag marketing psicologo, Nicola Piccinini, qualità percepita

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