Per ogni dollaro speso nel migliorare il trattamento per la depressione e l’ansia, il ritorno sarebbe quattro volte maggiore in termini di aumento della produttività e stato di salute generale.
Questo è quanto afferma uno studio pubblicato su The Lancet Psichiatry e coordinato da Dan Chisholm, del Dipartimento di Salute mentale e abuso di sostanze dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a Ginevra, in Svizzera. «Precedenti studi internazionali hanno valutato il rapporto costo-efficacia di diverse strategie di intervento, ma non il valore globale dei benefici economici sommati a quelli sanitari» esordisce il ricercatore, che assieme ai colleghi ha utilizzato l’algoritmo One Health dell’Oms per calcolare i costi di trattamento e i risultati sullo stato di salute del miglioramento delle cura per ansia e depressione in 36 paesi entro il 2030.
«Il costo totale, compresi farmaci e consulenze terapeutiche, è risultato un po’ scoraggiante, ossia 147 miliardi di dollari, ma il ritorno economico in termini di miglioramento della produttività è stato stimato in 399 miliardi di dollari, oltre ai 310 miliardi risparmiati in spese sanitarie grazie al miglioramento dello stato salute» spiegano gli autori. La pubblicazione dello studio è avvenuta in concomitanza alla prima riunione congiunta della Banca Mondiale e dell’Oms nella lotta all’effetto economico globale della depressione e dell’ansia.
E Margaret Chan, direttore generale dell’Oms, commentata: «Già sapevamo che il trattamento della depressione e dell’ansia migliora la salute e il benessere della popolazione, ma questi dati lo confermano anche dal punto di vista economico». E in un editoriale di accompagnamento Paul Summergrad, della Tufts University School of Medicine di Boston, Massachusetts, commenta: «La riunione congiunta Oms/Banca mondiale è un importante passo avanti, ma solo l’inizio di future azioni contro gli effetti di depressione e dell’ansia sulla salute mentale globale, non ultime quelle in termini di giustizia, equità, diritti umani e riduzione della sofferenza».
Fonti:
Lancet Psychiatry. 2016. doi: 10.1016/S2215-0366(16)30024-4 – http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27083119
Lancet Psychiatry. 2016. doi: 10.1016/S2215-0366(16)30031-http://www.thelancet.com/journals/lanpsy/article/PIIS2215-0366(16)30031-1/abstract
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