Il gradiente socio-economico influenza gli esiti cognitivi nei bambini dell’asilo con risultati che suggeriscono la necessità di rafforzare gli interventi per ridurre le disparità.
Queste le conclusioni dello studio “Cognitive Ability at Kindergarten Entry and Socioeconomic Status” coordinato da Neal Halfon del Center for Healthier Children, Families, and Communities all’UCLA.
Il gradiente socio-economico – spiega l’autore – descrive la relazione tra un esito sociale e lo status socioeconomico di un individuo in un contesto specifico, come appunto una scuola.
Nel caso specifico, lo studio ha valutato le abilità in lettura e matematica di 6.600 bambini dell’asilo.
Neal Halfon e colleghi hanno scoperto che lo sviluppo cognitivo dei bambini viene influenzato dalla salute personale e materna nella prima infanzia, ma anche dalle abitudini della famiglia come le interazioni tra genitori e figli, le aspettative e la precocità delle attività educative.
«La portata e la diversità delle influenze socioeconomiche dimostrano la necessità di aumentare gli sforzi per affrontare le disuguaglianze nello sviluppo dei bambini. Iniziative come la promozione dell’alfabetizzazione e programmi di comunità per aiutare le famiglie possono avere effetti benefici per tutta la vita sulla salute cognitiva dei bambini svantaggiati» afferma l’autore.
3 risposte su “Lo stato socioeconomico incide sulle abilità cognitive fin dall’asilo”
Credo ci sia un refuso, abilità di lettura e matematica all'asilo?
Dov'è la novità?
Leggendo la preview, effettivamente parla di Kindergarten, che si traduce con "Asilo". Nei risultati, però, tra le variabili indica la frequenza al "pre-school", che di solito nelle ricerche corrisponde alla nostra Scuola dell'Infanzia. Credo intendesse quindi abilità all'ingresso della Scuola Primaria. Il che apre una riflessione: premesso che quindi l'appartenenza a uno stato socio economico crea sostanziali differenze nelle abilità già acquisite prima dell'ingresso a scuola (non una novità, come faceva notare la collega), compito imprescindibile delle insegnanti dovrebbe essere lavorare su queste differenze per arrivare a un livello sufficiente di acquisizione delle abilità in tutti i bambini. ne consegue quindi che il lavoro debba poggiarsi interamente sul lavoro degli insegnanti nell'orario scolastico, e per niente sul lavoro a casa, in un ambiente familiare che già di partenza aveva segnato delle discriminazioni. Non ci si può aspettare che l'ambiente familiare possa sostituirsi, nel pomeriggio, al lavoro degli insegnanti, perché non farebbe che alimentare, per sua natura, le differenze che già porta. Rivediamo quindi la scelta di assegnare compiti a casa? http://psicologo-infanzia.com/basta-compiti-recensione-di-un-libro-e-racconto-di-un-incontro/