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Psicologi & Professione

Psicologi, ECM, Tirocini retribuiti e Patto di Stabilità

Finalmente un Ordine ha preso posizione chiara rispetto ad alcuni passaggi presenti nel famoso Patto di Stabilità 2012 di cui tanto (o troppo poco) si è chiacchierato!

L’Ordine Psicologi Lombardia ha inviato una comunicazione ufficiale al CNOP, il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, riguardante l’attuale sistema formativo ECM e la questione dei tirocini pagati (… a tutti, ma non agli psicologi!!!)

Rispetto al tema degli ECM l’OPL ha inviato una lettera aperta (scarica .pdf) al CNOP e pubblicato una nota informativa di dettaglio sul proprio sito web. In sintesi conferma “l’assenza di sostanziali novità e cambiamenti in materia di ECM … rispetto a quanto già contenuto nel  Codice Deontologico degli Psicologi italiani, che prevedeva già che il professionista dovesse mantenere un aggiornamento costante della propria formazione“, ed anzi coglie l’occasione per suggerire al CNOP una revisione dell’attuale sistema ECM in un’ottica di “dossier formativo personale, dettagliato ed autocertificato“.
Proposta che ritengo decisamente interessante e meritevole di approfondimento in sede Istituzionale!

Quando al discorso del tirocinio pagato (scarica .pdf), l’OPL lamenta che “le disposizioni sostenute nel testo del Patto di Stabilità non si applicano alle professioni sanitarie per le quali resta confermata la normativa vigente“… normativa che riconosce il diritto ai soli medici chirurghi. Ed in tal senso chiede al CNOP di attivarsi nelle sedi opportune – come già altre professioni hanno fatto – per impugnare questo decreto in tempi utili, così da arrivare a riconoscere un’indennità, foss’anche minima, per i tirocini effettuati da Psicologi.

Perché l’OPL ha scelto di inviare due lettere aperte – e pubbliche – al CNOP?

Partendo dal presupposto che il primo canale di confronto è quello Istituzionale, del Consiglio, delle Commissioni e degli eventuali Gruppi di Lavoro; se OPL ha deciso di uscire pubblicamente allo scoperto, inviando due lettere aperte al Presidente del Nazionale, dott. Palma, a mio avviso è perché teme che tali questioni restino insabbiate, arenate, sprofondate (volontariamente o meno che sia) tra le chiacchiere, le procedure, i formalismi, il non-decisionismo e la non-presa di responsabilità dell’ente CNOP!

In tutti i comunicati, l’OPL sottolinea che:

c’è ancora tempo per agire, per provare a cogliere l’opportunità!

Quello che forse teme è che non ci sia la volontà politica!

Nei prossimi giorni vedremo di contattare il Presidente OPL, dott. Mauro Grimoldi, per sapere quando si terrà il prossimo consiglio nazionale e per conoscere poi gli esiti dell’incontro, così come possibili azioni “di base” a supporto di tale iniziativa.

Nel frattempo… quale è la tua posizione a riguardo?

Buona vita
Nicola Piccinini

0 risposte su “Psicologi, ECM, Tirocini retribuiti e Patto di Stabilità”

Buon giorno, credo opportuno, come tu dici, di continuare questa “battaglia” per ottenere diritti che solo altri hanno. E’, come se, il nostro apporto durante il tirocinio non valga nulla. Continuiamo a lottare per ottenere il giusto. Buon lavoro e buona vita a te ed al tuo gruppo
Dott.ssa Simonetta Sodo

Salve a tutti,
la mia posizione rispetto ai tirocini formativi pagati è ovviamente favorevole. Vi volevo segnalare un caso particolare: nella mia Azienda Sanitaria Provinciale (di Caltanissetta) ho dovuto pagare ogni anno una “tassa” per il tirocinio di 50 euro. Ho chiesto al mio ordine regionale (sicilia) di intervenire, ma non è stato fatto niente, perchè a quanto pare la tassa serve a pagare le spese dei tirocinanti! Da sottolineare il fatto che ho seguito, in quattro anni di tirocinio per la specializzazione in psicoterapia, tantissimi pazienti in psicoterapia, rappresentando una grande risorsa (insieme a tutte le mie colleghe) per un servizio saturo di pazienti e con poco personale. Però ho dovuto pagare!
Saluti.
Roberta Leonardi

Sono pienamente favorevole a qualunque attività ed iniziativa venga attuata per un maggiore riconoscimento dell’importanza della professione di psicologo, a partire da una maggiore preparazione nel percorso universitario (molto teorico!), ad un tirocinio professionalizzante e retribuito, al prevedere la presenza dello psicologo in determinati ambiti (ed. es lo psicologo di base, la valutazione dello stress lavoro correlato prevista dal TU 81 e, quando effettuata, lo è spesso dal medico)

Mi pare di grande importanza questo passaggio, che è stato sottaciuto:
“Di conseguenza ad oggi l’obbligatorietà del sistema dei crediti ECM – come unico parametro per quantificare l’obbligo formativo generale contenuto nel Codice Deontologico – continua a riguardare esclusivamente i dipendenti del SSN e a chi opera con esso in regime di convenzionamento o accreditamento.”

Credo che questa battaglia sia davvero importante e non solo dal punto di vista economio,ma sopratutto per promuovere il riconoscimento ed il rispetto della nostra professione.

Buongiorno,
sono pienamente d’accordo con le lettere inviate dall’OPL.
Per quanto riguarda i tirocini consiglierei di aggiungere anche i tirocinanti in psicoterapia, fino ad oggi ospitati nelle strutture sanitarie per effettuare percorsi formativi altamente specializzati e di qualità…purtroppo gratuitamente!
Saluti,
Dott.ssa Olga Solmi

Sono psicologa presso un ente sanitario privato accreditato, pertanto ho l’obbligo degli ECM, insieme ad altri colleghi, medici e terapisti della riabilitazione. L’ ente, in accordo con i sindacati ,dovrebbe garantirci e organizzare il 50% degli eventi per la formazione continua…A parte il fatto che non sempre tutti gli argomenti proposti sono di pertinenza delle varie figure professionali suddette e quindi devi accontentarti solo di un 10% di formazione, quello che voglio denunciare è che per poter assolvere all’obbligo dell’ECM,pena sanzioni e quant’altro, siamo costretti a pagarci i corsi, le spese contingenti e anche la o le giornate di lavoro: l’azienda ci dà solo il permesso di assentarci dal posto di lavoro per i giorni necessari ma le ore di lavoro vanno recuperate o al limite prendi ferie o permesso non retribuito.
Non lavoro in un lager, d’altronde con i tempi che corrono, me lo tengo stretto il mio posto, ma sentire che addirittura alla casta dei medici il tirocinio viene anche pagato mi dà uno scoramento e al tempo stesso mi fa venire una rabbia indicibile. Muoviamoci!

Cari colleghi, leggo con piacere delle iniziative prese. Mi trovo d’accordo, soprattutto in tema di “tirocinio pagato anche per gli psicologi”. Cò infatti, e non mi stanco di ripeterlo quando ne ho occasione,a mio avviso ha, o avrebbe se la cosa fosse realizzata, ricadute importanti anche per quanto riguarda l’autorevolezza e la credibilità professionale dello psicologo. Allo stesso tempo occorre però sottolineare quanto spesso e quanti (troppi!) colleghi accettino condizioni lavorative in palese violazione con la dignità e l’immagine professionale dello Psicologo tricerandosi dietro l’impellenza dei bisogni economici che, se è pur vero che ci sono, è anche vero che non si risolveranno per gli Psicologi, a medio e lungo termine, ma anzi peggioreranno, se la loro immagine professionale sarà stata a poco a poco indebolita. Quindi, un personale plauso e un grande ringraziamento a chi si batte a favore della nostra professione e del riconoscimento sociale e politico della stessa.
Un caro saluto

Andrea Vignolo – Psicologo in Genova

buon giorno,
concordo pienamente con lo spirito dell’iniziativa. Ritengo che sarebbe opportuno e auspicabile che il tirocinio, soprattutto dal momento in cui si configura spesso non come affiancamento ma come attività produttiva e lavorativa, dovrebbe essere retribuito.
Vorrei però sollevare con voi alcune questioni, che a mio parere rischiano di passare in secondo piano ma sono fondamentali.
In primo luogo non possiamo paragonarci alla categoria medica, non solo per una questione di competenze nè tantomeno per una questione di capacità professionali speciche, ma per una questione numerica. Molto concretamente i medici che accedono alla facoltà di medicina sono un numero programmato e quando si laureano hanno una numerosità inferiore alle richieste di sostituzione o di affiancamento, questo aspetto peggiora con i medici specializzandi e specializzati, che nella stragrande maggioranza dei casi sono nettamente inferiori alle richieste di specialità presenti sul territorio.
La nostra categoria professionale conta di circa 80.000 iscritti, di cui una buona parte specializzata o in corso di specializzazione, credo che la questione dei tirocini pagati riguardi solo soprattutto questi ultimi… allora mi chiedo e chiedo a voi: è possibile pensare di chiedere una retribuzione (secondo me dovuta) se l’offerta di psicologi specializzandi o tirocinanti in generale è di gran lunga maggiore alla richiesta o alla possibilità di assorbimento da parte degli Enti pubblici o privati?
personalmente credo sia necessario pensare e ri-pensare alla nostra professione con un piano a lungo raggio…

voglio scegliere personalmente a chi rivolgermi per fare gli aggiornamenti tanto più che ho avuto la triste esperienza di partecipare ad alcuni di essi e constatare che ne sapevo più dei relatori (sic).

ciao, se cosi’ fosse sarei contenta,sono da poco laureata in psicologia, sto svolgendo il tirocinio presso un ente di psicologia, sono molto favorevole a questa proposta.

per quanto riguarda l’obbligo di aggiornamento ritengo che sia solo una questione di giro di denaro, infatti moltissimi dei corsi che ho frequentato sono sterili e ripetitivi, costi invece sono molto elevati!!!
Che facciano più comodo a chi li tiene piuttosto che a chi li deve frequentare?!

vedo che già Claudio la pensa come me!

saluti,

Manuela

Sono favorevole e piacevolmente sorpresa dell’iniziativa assunta da OPL!!!!!!!
Soprattutto per quanto riguarda i tirocini, poichè la cosa mi riguarda da vicino essendo specializzanda in psicoterapia!
Vorrei evidenziare che a febbraio scorso, molto arrabbiata per le mie precarie condizioni economiche, sproporzionate rispetto al tempo che dedico al lavoro (perchè pure il tirocinio di specializzazione è un impegno lavorativo!!!, avevo mandato una mail al mio Ordine, lamentando appunto la disparità di trattamento fra il medico specializzando e lo psicologo specializzando.
ve la posto:

“Salve, sono un’iscritta all’ordine e mentre stavo pensando ad una situazione che mi riguarda in prima persona ho pensato di condividerla e quindi ho deciso di scrivervi, anche se capisco che non è detto che esista una risposta a ciò che segue.
Mi stavo domandando come mai uno psicologo (quindi persona con competenze professionali in quanto: ha conseguito una laurea, ha sostenuto un esame di abilitazione alla professione e si è iscritta ad un ordine) che intende specializzarsi in psicoterapia, non ha gli stessi diritti di un medico (quindi persona con competenze professionali in quanto: ha conseguito una laurea,
ha sostenuto un esame di abilitazione alla professione e si è iscritta ad un ordine) che intende specializzarsi in una disciplina specifica (ginecologia,
dermatologia, psichiatria, cardiologia etc etc).
Un medico specializzando infatti durante il periodo di specializzazione, presta la sua professionalità in un ospedale in cui,tramite l’esperienza sul campo, incrementa ed affina la sua professionalità.
Per fare questo percepisce un compenso del tutto rispettabile ( se non erro quantificabile in 1.800 euro mensili esenti dalle tasse).
Uno psicologo specializzando in psicoterapia invece, per poter incrementare ed affinare la propria professionalità, deve fare un tirocinio gratuito della durata di 4 anni durante il quale presta la sua professionalità di psicologo
(+quella che sta acquisendo a proprie spese di psicoterapeuta ), ad Aziende Pubbliche come ad esempio le ASL.
Mi domando se non possa esserci una legge che garantisca gli stessi diritti anche a noi!
Potrebbero esserci, così come per i medici, dei posti fissi assegnati mediante selezioni e che garantiscano, a chi decide di specializzarsi, un compenso fisso che ripagherebbe della professionalità prestata.
Allo stesso tempo, sarebbe sostenuta la motivazione nello svolgimento dell’attività e ripagato l’impegno, che come ben si sa, risulta assai oneroso per questo tipo di formazione, soprattutto per alcuni indirizzi teorici (ex psicoanalitico… ma non solo).
Questo non è un’utopia in quanto è normale modalità in paesi come l’Inghilterra.
Vi ringrazio enormemente per l’ascolto”.

e questa fu la risposta

“Gentile dottoressa,
concordo con lei sul fatto che esistono delle differenze, che appaiono penalizzanti per la nostra categoria per quanto riguarda la specializzazione dell’area medica e di area psicologica. E’ però necessario tener anche presente che per le scuole mediche pubbliche gli accessi sono regolati in base al fabbisogno formativo del sistema sanitario e pertanto limitata a poche unità, mentre per le scuole di specializzazione di psicologia (private) non ci sono limiti agli accessi.
Grazie comunque per le sue riflessioni e cordiali saluti”

Speriamo che qualche passo in avanti venga fatto prima o poi, anche se io avrò (spero!) ormai terminato il mio percorso formativo.
Non si pretende di avere uno stipendio come quello succitato dei medici specializzandi, ma un riconoscimento sì!
Credo inoltre che, anche l’introduzione di posti a n° chiuso per il tirocinio di specializzazione, che a prima vista sembra penalizzante, sia invece un’opportunità per migliorare le nostre capacità ed incentivare a fare sempre meglio!!!

RINGRAZIO L’OPL PER L’INIZIATIVA!!!

Sono assolutamente d’accordo con Teresa sulla scelta dell’aggiornamento. Purtroppo all’inizio ho partecipato ai seminari segnalati dal ministero. Veramente una cosa pietosa. Peraltro spesso ad indirizzo analitico. Io provengo da tutt’altra formazione Umanista/ Corporea ed ovviamente non ho mai trovato nessun seminario ECM in tal senso. Per cui ho sempre fatto il mio aggiornamento pagando di tasca mia senza alcun riconoscimento ufficiale. Gli ECM sappiamo tutti che è un enorme business altrimenti, come negli altri stati europei, ci lascerebbero liberi di aggiornarci dove vogliamo e ci riconoscerebbero comunque il percorso. E poi..ma chi stabilisce che un percorso è piu valido di un altro? Chi si incarica di selezionare le proposte? E quali articolati sentieri bisogna percorrere per presentare un semi ario? Quindi a questa bella età continuerò ad aggiornarmi costantemente, come ho sempre fatto, scegliendo di volta in volta il percorso piu idoneo e piu serio a me vicino.
Grazie a tutti
Angela Mocciola
http://www.angelamocciola.itt

Inizio ringraziandoti per queste informazioni, che sono quanto mai preziose in un momento come questo, in cui le motivazioni e la scelta di proseguire in una professione difficile e dispendiosa economicamente ed emotivamente, tendono decisamente ad abbassarsi. la crisi sta producendo oltre alle evidenti difficoltà quotidiane, un appiattimento delle aspirazioni di chi hai investito anni nella e per la sua formazione.
queste informazioni aprono uno spiraglio fornendo nuove speranze.

Sono un tirocinate,sorvolando sul fatto che si deve essere fortunati nel trovare un tutor che ha voglia di mettersi al tuo fianco e farti “sporcare le mani”. Sono assolutamente d’accordo sulla possibilità di avere un tirocinio retribuito,personalmente faccio 60 km al giorno per raggiungere la sede del mio tirocinio e sfortunatamente la mia auto non va ad acqua quindi gravo ancora sui miei genitori; in modo da permettere a tutti di poter continuare la propria formazione professionale e non allargare ulteriormente quel baratro che già esiste tra chi ha parenti “famosi” e chi no ma ha scelto comunque di intraprendere questa strada.

Oddìo che brivido, a leggere parole comprensibili, chiare, senza perifrasi, inviate da un dirigente dell’Ordine perchè si rispetti la nostra categoria… Per un attimo ho sognato che a firmare quella lettera fosse stata la Presidente dell’Ordine del Lazio, e non potevo crederci. Dopo 16 anni di iscrizione che per me si sono tradotti solo nel versamento dell’ennesima tassa, se davvero l’Ordine del Lazio facesse una cosa del genere credo che mi sentirei male. Davvero rischierei l’infarto. Speriamo che non lo faccia mai…

ottima iniziativa. Tutto sommato, l’idea del “dossier formativo personale, dettagliato ed autocertificato”, anche se non l’ho approfondita (ma il titolo mi piace e penso di capire cosa significhi) non mi dispiace. Ci avvicina un po’ di più ad altre realtà europee, dove però esiste anche una “programmazione e verifica costruttiva”, nel senso che al professionista viene affiancato, come tutor, un professionista più esperto (una parte “terza” quindi) con il quale si programma la propria formazione e la si verifica in itinere e alla fine. Non uno sciocco controllo, quindi, ma una collaborazione nutriente e formativa. La questione del tirocinio “pagato” poi, sarebbe troppo bella per essere vera. Obbligherebbe forse anche le università ad adottare il numero chiuso (come a medicina)? troppo bello per esser vero…Buon lavoro, Giovanni Turra

Finalmente!
Spero che sia un passo importante per il nostro riconoscimento professionale, a partire dal tirocinio.
Tuttavia…scuole di specializzazione piubbliche stanno chiudendo in quanto…non hanno i fondi per pagare gli specializzandi che vedevano pazienti (pagavano? non pagavano?…non entro nel merito).
Saluto.
Diego P.

Ma chi è questo Nicola Piccinini?
Dove ha preso gl i indirizzi email di così tanti psicologi? Il mio compreso?
Non mi piacciono le persone che fanno battaglie di legalità usando strumenti illegali

Gentile Paolo

di Nicola Piccinini ne può conoscere qualcosa in più qui http://nicolapiccinini.it/nicola-piccinini/ ;o))

Lei chiede “Dove ha preso gl i indirizzi email di così tanti psicologi?”
Beh… effettivamente un pò sono, ma in base a cosa li reputa “così tanti”?!? Quanto è per Lei “così tanti”? Dal mio punto di vista, ad es., potrebbero essere ben più numerosi 😀
Se ci fa caso, in alto c’è un modulo newsletter http://nicolapiccinini.it/newsletter/ in cui i colleghi possono lasciare la email, poi c’è un ebook gratuitamente scaricabile http://nicolapiccinini.it/ebook-marketing-psicologo/ che richiede una email (e le dico che lo hanno scaricato diverse migliaia di colleghi)… e poi negli anni (eggià perché sono anni oramai) ho portato avanti e proposto iniziative di attivazione e mobilitazione, ed anche lì ovviamente i colleghi hanno lasciato email… infine ho pure saputo di colleghi che iscrivevano anche loro conoscenti in quanto reputavano di interesse i post del blog…

Chi lo sà… vedi mai che Lei sparacchia frasi poco opportune come “Non mi piacciono le persone che fanno battaglie di legalità usando strumenti illegali” ed invece, ripensandoci meglio, si riscopre di aver più volte partecipato a qualche iniziativa eheheheh

E comunque, in ogni mail c’è il link per cancellarsi… così come capita che colleghi mi scrivano chiedendomi di terminare gli invii
non vi è problema, si fà!

solo che anche qui Lei lancia questo commento (ed un altro in cui sparacchia di moderazioni) senza però mettere la Sua email reale, ma una di fantasia…

Vede caro Paolo, le bastava scrivermi con la Sua email reale, richiedermi la cancellazione e non vi era problema alcuno.
Queste sceneggiate sono surreali :o))

Buona continuazione
Nicola Piccinini

Necessario, importante e doveroso sostenere questa battaglia per ottenere ciò che ci spetta di diritto. In molti casi i tirocinanti, in particolare gli specializzandi delle scuole di psicoterapia, tengono in piedi interi servizi di psicoterapia o psicologia clinica degli ospedali pubblici. La professionalità, l’utilità del lavoro che svolgiamo, la continua formazione sostenuta economicamente a solo carico degli psicologi stessi, impongono un riconoscimento da parte degli enti e delle istituzioni che giovano e fruiscono del nostro lavoro.

Ciao a tutti, beh anche io sono d’accordo sulla questione dei tirocini pagati, forse in questo modo anche la nostra professionalità si potrà avvicinare sempre più a quella dei medici, come diceva un’altro collega forse sarebbe utile riconoscere il lavoro proficuo dei tirocinanti specializzandi in psicoterapia. E se devo dirla tutta, io farei in modo che si possa arrivare anche al riconoscimento economico delle specializzazioni in psicoterapia, com mai i medici specializzandi devono seguire una scuola di specializzazione gratuita e inserirsi nell’ambienete lavorativo ed essere retribuiti?,sono d’accordo, ma perchè noi siamo costretti a non essere riconosciuti,e ad elemosinare riconoscimenti, immagine e lavoro? mi fermo qui. altrimenti ci sarebbe tanto da dire. Grazie

Devo documentarmi meglio e ti ringrazio per aver affrontato la questione ECM.
Li vivo sulla pelle e trovo assolutamente ingiusto che i “bollini”ECM abbiano i medesimi costi per titolari di ruolo e per precari!!! E’ un bene l’aggiornamento ma l’obbligo di accumulare “punti” è iniquo. Ribadisco: molti di noi psicologi e psicologhe hanno tutti gli oneri della libera professione e tutti gli oneri del lavoro dipendente (partita iva, ritenuta d’acconto, malattie e ferie non retribuite, obbligo di pagarsi gli aggiornamenti, incertezza sui contratti, precari a tutti gli effetti pur professionisti!!). Il personale senso etico viene calpestato e così la serietà nel proprio lavoro.

Appoggio a pieno per il pieno riconoscimento degli Psicologi e specializzandi in Psicoterapia che svolgono attività nelle strutture Ospedaliere, Consultori e CSM vari. Un riconoscimento che sia di tipo professionale ed economico, anche se solo come un minimo d’indennizzo. Allo stato attuale è proprio uno scandalo che noi dedichiamo del nostro tempo e spendiamo competenze professionali che ci sono costate migliaia di euri senza ricevere nemmeno un centesimo. Grazie. Giovanni

Condivido e mi auguro che si possano ottenere i giusti riconoscimenti, ma credo che non possiamo non considerare la situazione complessiva del nostro Stato, che sta andando completamente a rotoli. Dovremo continuare a fare battaglie, si, ma credo che le nostre battaglie verteranno su cosa mettere nel piatto a pranzo e a cena, prima ancora del nostro riconoscimento professionale, che credo proprio sia l’ultimo pensiero di coloro che detengono il Vero Potere. Scusate lo sfogo, ma credo che dovremmo fare la rivoluzione, ecco.
Buon Vento a tutti.
Marcella Romano.

Ci sono servizi, specie nel pubblico, che quasi si reggono sull’impiego di tirocinanti (specie quelli che frequentano scuole di specializzazione). Sarebbe almeno auspicabile un rimborso spese per l’attività svolta…

Riagganciandomi al commento di Francesca io ho fatto più di un anno, da tirocinante e frequentatore scientifico (praticamente il tirocinio della specializzazione) in un servizio pubblico di terapia familiare, e lavoravo esattamente come quelli che venivano pagati (pochissimi, tra noi e gli specializzandi in psichiatria il personale assunto era ridotto ai minimi termini). Certo ero supervisionata e ho imparato molto, però stavo sempre lì e portavo avanti le terapie…pure con eccessiva responsabilità per la mia età di allora, senza esperienza.

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