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Lo Psicologo a sostegno dell’adherence del paziente diabetico

Secondo i dati Istat 2013, in Italia il diabete interessa il 5,4% della popolazione, il che vale a dire che più di 3 milioni di italiani ne soffrono, lo stesso Oms parla addirittura di vera e propria epidemia del diabete. Si prevede di arrivare a 5 milioni di diabetici entro il 2030.

Secondo ARNO 2012 i costi per singolo diabetico sono di 2511€, ma la cifra è sottostimata in quanto tiene conto dei costi a ticket e non dei costi reali sostenuti dal SSN. Il costo reale per singolo diabetico si attesta sui 3899€. I ricoveri sono la voce più consistente (2752€, 71%), poi farmaci per complicanze e comorbidità (599€, 15%), esami di laboratorio, strumentali e visite (377€, 10%), farmaci anti-diabetici (171€, 4%).

La spesa annua sostenuta dal SSN per la gestione del diabete è di circa 12 miliardi di euro, circa l’11% del Fondo del SSN. Il 95% di questa spesa è legato alla gestione di complicanze e comorbidità.

Nel Lazio si stimano 340.000 casi prevalenti di diabete mellito tipo 2. Esiste una eterogeneità nell’ospedalizzazione per complicanze a breve e lungo termine in pazienti diabetici per ASL di residenza. I risultati variano da un minimo del 52% a un massimo del 119%, con una media regionale pari a 82%.

Ipoteticamente, moltiplicando i 340.000 diabetici per i 3899€ di spesa annua, si genera un costo per il SSN regionale Lazio pari a 1.325.660.000€.

Di questi – su stima nazionale – il 95% sono legati a gestione complicanze e comorbidità.

Con il termine Adherence to treatment si intende:

[well]Il coinvolgimento attivo e collaborativo del paziente a cui si chiede di partecipare alla pianificazione e all’attuazione del trattamento elaborando un consenso basato sull’accordo[/well]

Il concetto di aderenza al trattamento si basa quindi sui seguenti assunti:

  • il ruolo attivo del paziente nella gestione della malattia e terapia,
  • l’alleanza medico-paziente come base per l’aderenza,
  • la non aderenza viene interpretata come inefficacia della comunicazione medico-paziente.

 

[well]In altre parole è l’elaborazione e l’accettazione – cognitiva ed emotiva – della condizione di diabetico a sostenere la motivazione e l’aderenza al percorso farmacologico ed alle modifiche comportamentali e di stili di vita cui la persona dovrà far fronte.[/well]

La presenza dello Psicologo nelle equipe mediche, l’intervento di sostegno psicologico, può quindi risultare strategico e fondamentale sull’aumento dell’aderenza del paziente al trattamento medico.

Una migliore aderenza, a sua volta, significa minori complicanze e comorbidità.  Il 95% dei costi è dato dalla gestione di complicanze e comorbidità. In altre parole, con lo Psicologo si risparmia!

Come Ordine Psicologi Lazio, questo Lunedì 3 Novembre, abbiamo deliberato un progetto volto a quantificare il contributo dello psicologo rispetto all’aderenza al trattamento e, di conseguenza, rispetto all’impatto economico favorevole che possiamo generare al SSN e regionale.

Conto di darvi presto ulteriori notizie a riguardo 😀

7 risposte su “Lo Psicologo a sostegno dell’adherence del paziente diabetico”

La malattia cronica del diabete è talmente complessa che sarebbe utile la presenza dello psicologo nell'incontro tra il diabetico ed il paziente x capire la mancanza di aderenza alle cure . Sono una paziente diabetica di tipo 1. È importante partire dalla base. Ovvero che i diabetici spesso soffrono di panico x le ipoglicemie e x le iperglicemie. Aspetti che ostacolano la corretta gestione della malattia con tutto quello che comporta.

Come per molte altre malattie che comportano cambiamenti di stile di vita e di comportamento (celiachia, obesità, ecc.) la presa in carico del paziente non può prescindere dall'aspetto psicologico-comportamentale e quindi dalla costruzione di una compliance adeguata con il medico. In questo senso occorre anche formare l'équipe medica ad una lettura dei comportamenti e delle obiezioni dei pazienti per aiutarli ad elaborare e giungere ad una accettazione della loro condizione. Ben venga una ricerca in tal senso orientata, anche se dovrebbe essere già sufficientemente chiaro!

Laura, l'utilità del sostegno psicologico è data, ciò che manca – e non solo in Italia – è una "quantificazione economica" dell'impatto generato dalla presenza dello Psicologo. Sarebbe interessante dimostrare che la presenza dello psicologo si ripaga da sola ed in più ne fa risparmiare altri… di euro. Non trovi?

Buonasera.
Sono Francesca Liggieri, laureata lo scorso 7dicembre 2013 in psicologia clinica e promozione del benessere della persona presso la LUMSA di Roma, presentando una tesi nell'ambito di psicologia dinamica, su "Il diabete mellito e i disturbi alimentari"; relatore Professore Vincenzo Caretti. La tesi illustrata quali vissuti emotivi e problematiche personali e relazionali legati all'accettazione e alla gestione della patologia diabetica ( rapporto alimentazione-corpo-Io, sfera del controllo, dipendenza, accettazione del limite, gestione di pensieri – emozioni – comportamenti ) inducano i soggetti giovani affetti da diabete mellito di tipo1 a presentare e sviluppare circolarmente, attraverso un concetto più ampio quale l'alessitimia, disturbi alimentari ( anoressia nervosa, bulimia nervosa e binge eating disorder) e le conseguenze che questi presentano sul decorso della patologia.
Pertanto, sono realmente interessata ad ogni tipo di articolo di aggiornamento e/o approfondimento sul tema.
Cordiali saluti,

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