Lo Psicologo in Farmacia. Lettera aperta all’Ordine Psicologi Piemonte
Gentile collega, e Presidente dell’OP Piemonte, dott. Paolo Fausto Barcucci, gentili colleghi Consiglieri tutti, diversi colleghi iscritti in Piemonte mi hanno segnalato l’interessante (in potenza) iniziativa “Lo Psicologo in Farmacia” che sta partendo in questi giorni a Torino e che durerà sino a Gennaio 2013. Durante questi mesi, dicono, le farmacie aderenti al progetto metteranno a disposizione della clientela che ne farà richiesta la possibilità di concordare fino a 3 incontri gratuiti con uno psicologo, in un locale adatto dell’esercizio.
Il meccanismo, all’apparenza, è il solito di sempre: prestazione gratuita e volontaria, sia dello psicologo che della farmacia. Un meccanismo rodato visto che oramai “Lo Psicologo in Farmacia” è diventato un must in ogni regione… ne spuntano in ogni dove di psicologo in farmacia… Lombardia (iniziatrice per la verità), Emilia Romagna, Lazio, Puglia, ecc…
I colleghi mi informano che al bando diramato il 26 Giugno 2012 dall’Ordine Psicologi Piemonte hanno risposto 250 psicologi per 86 farmacie, ovvero 3 CANDIDATI PER OGNI POSTO DI LAVORO VOLONTARIO NON RETRIBUITO, per cui si avete proceduto a stilare una graduatoria sulla base dell’anzianità di iscrizione all’Ordine e dei titoli presentati.
A quanto ho capito, l’accordo alla base dell’iniziativa “Lo Psicologo in Farmacia” è una cosa del tipo:
se un utente, dopo i 3 colloqui gratuiti, volesse continuare il percorso con lo stesso psicologo, dovrà essere rimandato al termine della sperimentazione, ovvero a Febbraio 2013, ed inoltre lo psicologo, che a quel punto lo riceverà a titolo oneroso, ovvero ricevendone un compenso e rilasciandogli regolare ricevuta fiscale sanitaria, sarà impegnato in qualche modo a farlo nei locali messi a disposizione dalla farmacia, piuttosto che nel suo studio, in quanto l’intesa stipulata dall’Ordine degli Psicologi con quello dei Farmacisti lo prevede, e prevede che siano riconosciuti al titolare della farmacia € 10 per ogni colloquio retribuito.
Temo di aver capito bene, ma mi auguro che siano le molteplici voci giunte non corrette. In caso contrario nutrirei serie perplessità circa questa iniziativa. Per tale ragione vorrei cortesemente porle le seguenti domande di chiarificazione:
1) la prima è più banale questione è: non le sembrano troppe 3 sedute gratuite? Un conto è offrire UN colloquio in quanto è occasione di aggancio e marketing, in 3 incontri si può aprire e chiudere un percorso! Il prossimo passo qual’è? Offrire un intero percorso di psicoterapia gratuitamente? Non le sembra che si rischi di SVENDERE eccessivamente la professione? In verità, su questo fronte non è l’unico, anche in altre regioni stanno proponendo la stessa cosa, ed io sto ponendo la medesima domanda…
2) la seconda questione, focale, che non capisco è il perché obbligare lo psicologo a dover:
- attendere febbraio prima di poter riprendere un eventuale discorso con il cliente… una persona che arriva a ottobre o novembre a suo avviso non rischia di perdersi? di sparire?
- NEGARE la possibilità di continuare a ricevere il cliente presso il proprio studio, e obbligare invece il collega a riceverlo nello spazio della farmacia. L’iniziativa in farmacia nasce per promuovere la nostra professione nella società, non per finalità cliniche. State tanto a parlare di quanto è importante il setting e poi PERMETTETE che si neghi allo psicologo di usare il PROPRIO studio e lo obbligate così ad entrare in una eventuale dimensione clinica in un setting di scafali, voci, riparato quanto vuoi, ma ASSOLUTAMENTE inadeguato??
- dover PAGARE L’OBOLO alla farmacia!!! 10,00€ per ogni cliente che mi trovo costretto per volontà NON MIA a ricevere in uno spazio assolutamente inadeguato ad un lavoro di consulenza psicologica? Ma le pare accettabile?
Esimio collega, dott. Paolo Fausto Barcucci, vorrei rivolgerle queste domande e mi farebbe veramente piacere avere un suo riscontro in merito. Mi piacerebbe fornisse una spiegazione chiara ai colleghi rispetto a questi punti, con piacere la ospiterei in queste pagine, ma mi accontenterei anche di un comunicato sul stio OPPiemonte 😉
Non le sembra che una tale impostazione ratifichi di fatto una profonda subalternità dello psicologo al farmacista?
Non trova offensivo dover riconoscere l’obolo e dover stare nel loro recinto anche dopo aver offerto una PRESTAZIONE SPECIALISTICA GRATUITA DI 3 INCONTRI??
Fosse mai che portiamo via clienti alle farmacie? Ma suvvia! Quale la ragione???
La verità è forse che uno psicologo va bene finché e fin tanto lavora aggratisse??
Cosa è questa? E’ una forma di intermediazione dove il farmacista diventa procacciatore di clienti e lo psicologo ne accetta l’intermediazione a titolo oneroso?
Capisce che se così fosse, veramente, si crea la condizione in base alla quale l’Ordine Psicologi Piemonte elegge la farmacia a competitor dello Psicologo? Ci pensi, le farmacie che di fatto offrono servizi psicologici, utilizzando psicologi volontari nei loro spazi e con obolo, e che tolgono clienti ai colleghi psicologi nei loro studi e che GIUSTAMENTE chiedono parcella… si rende conto della dinamica grottesca che rischierebbe di uscirne?
Io credo che per lavorare AGGRATISSE non serve la presenza di un Ordine Psicologi a cui pagare una retta annuale. Per lavorare aggratisse sono buono anch’io, da solo…
Dall’Ordine mi aspetto altro in termini di tutela e promozione della professione di Psicologo 😀
Vorrei quindi chiederle se tali informazioni corrispondo a come effettivamente è strutturato l’accordo e l’iniziativa.
In caso non risultino corrette, né veritiere, le chiedo scusa per averle fatto perdere tempo e mi rendo disponibile a promuovere le dovute rettifiche.
Nel caso in cui questa fosse la situazione, la pregherei veramente di fornirci risposta a questi dubbi. Credo sarebbe opportuna e dovuta ai colleghi 😉
La sua email, pubblicata qui, è presidente@ordinepsicologi.piemonte.it. Se qualche collega intendesse sottoporre allo stesso modo la questione, può inviargli il testo del post a quell’indirizzo 😀
grazie della cortesia e buon lavoro,
con stima,
Nicola Piccinini
15 risposte su “Lo psicologo in farmacia… in salsa piemontese”
Nicola, è vero che l’iniziativa è sviluppata in diverse regioni, tra cui anche la Toscana, ma l’articolazione del progetto si differenzia da regione a regione. In Toscana, il progetto sperimentale interistituzionale ( Ordine Farmacisti, AFAM, Ordine Psicologi, Comune di Firenze prorogato fino alla fine dell’anno 2012 , offre 3 consulenze gratuite per gli utenti, dopodichè c’è invio ai Servizi o al Privato, e si colloca nel volontariato sociale. Gode tuttavia di un piccolo finanziamento per cui gli psicologi che ci lavorano hanno un piccolo compenso , poco più di un rimborso spese. Sarebbe interessante comparare le varie iniziative, la pagina costruita ad hoc (http://www.psicologiainfarmacia.com) avrebbe questo come obiettivo, confrontarsi su progetti e risultati.
Ciao
Sandra
Solo un po’ di sarcasmo (se la notizia è vera è proprio triste): che scarsa lungimiranza, fare colloqui gratuiti non è una grande idea, perché non si cominciano a pagare direttamente i clienti per fare i colloqui?
Ecco, a parte la battuta, bisogna ricordare che il lavoro dev’essere dignitoso e decoroso e inviterei i colleghi che si sono offerti di partecipare a questa iniziativa a ripensare attentamente al loro ruolo nella vicenda.
col sentito dire non si fa strada…
ma col buon senso, sì: un professionista non può passare la stecca (l’obolo) ad un altro professionista che accetta la percentuale.
i codici deontologici di psicologi e farmacisti, ovviamente, lo vietano!!!
SVEGLIA!!!
hai ragione Alessandro. Neppure con lasciar passare in silenzio 😉
detto ciò, inviti a SVEGLIARSI (e te ne ringrazio), ma in ultima analisi – ti chiedo – tu SAI che la storia dei 10€ di “intermediazione” non è vera? Ci assicuri che non si verifica?
grazie
nicola
Lo psicologo è un professionista che promuove la salute e il benessere supportando le persone in tutte le fasi del loro ciclo di vita…si certo…è il suo lavoro e proprio perchè è un lavoro SI PAGA. ma quale medico fa incontri con pazienti a titolo gratuito? E’ ORA DI FINIRLA CON QUESTO MESSAGGIO. Niente deve essere a titolo gratuito. La psicologia è una cosa seria, così come qualsiasi branca delle professioni sanitarie. Le persone che propongono certe iniziative dovrebbero prima imparare questo.
Scusate la riflessione un po’cinica ma ammesso che ciò sia vero (cosa che tutti speriamo di no), non sarebbe la prima volta che un Ordine promuove un’iniziativa di volontariato ai suoi iscritti. Recentemente abbiamo assistito al concorso per l’Arma rivolto a psicoterapeuti volontari e anch’esso è stato pubblicizzato dall’Ordine. Ma scusate, colleghi, voi che siete abili ad interpretare l’intenzionalità alla base del comportamento, perché mai due Ordini Professionali al posto di promuovere la professione e tutelare gli iscritti, chiedono agli iscritti di svendere la professione tutelando altrui interessi? Non so, iniziamo a dubitare noi stessi che le nostre prestazioni abbiano un valore?
Vi segnalo una nota che ho scritto partendo dalle riflessioni di Piccinini sul tema delle prestazioni psicologiche gratuite in farmacia, spero vi possa interessare, e spero ancora di più di ricevere i vostri commenti: https://www.facebook.com/notes/sergio-stagnitta/perch%C3%A9-la-consulenza-psicologica-o-il-primo-colloquio-gratuito-non-sono-utili-al/10151084919912686
Ciao sono pienamente d’accordo con voi che 3 sedute gratis sono troppe, io proporrei solo una seduta gratis di 20 min, per spiegare agli utenti il nostro progetto in farmacia, per farci conoscere e far superare alla maggior parte delle persone il cosidetto vincolo cognitivo: “Che ci sta a fa lo psicologo in farmacia? io mica so matto!”. Vi dico questo perchè nella mia esperienza professionale nei centri benessere e sportivi ho avuto tale difficoltà e solo quando ho superato tale diffidenza, anche e non solo, attraverso una seduta breve gratuita, ho raggiunto i miei obiettivi. Penso inoltre che il lavoro dello psicologo dovrebbe avere una diffusione capillare, più a contatto con la gente, dovunque: ben vengano le farmacie,i centri benessere, i centri sportivi, centri termali etc. Consultare lo psicologo dovrebbe diventare una pratica comune, ai primi sintomi di malessere e non in una condizione già aggravata. Dovrebbe essere come andare dal medico di famiglia ai primi sintomi di raffreddore o mal di gola. La prevenzione prima di tutto!! e allora azzardiamoci a diffonderci a farci conoscere, così da poter essere utili a noi stessi e agli altri.
In bocca al lupo a tutti!
Rosanna
E’ effettivamente abbastanza avvilente…
In Campania è stato stipulato un accordo per la prestazione di consulenze e sostegno alle vittime della crisi, la convenzione con il comune riguarda Psicologi, Avvocati e Commercialisti. Ovviamente si tratta di prestazioni gratuite, ma a quanto ho capito, limitate, sporadiche. Però, rispetto a tutte le altre iniziative di lavoro gratuito che i nostri ordini propongono, che sono inutili sul piano del marketing, e nelle quali ovviamente i più giovani sono visti come una grande risorsa,la differenza è che in questo caso (che potrebbe effettivamente essere una buona pubblicità per la propria attività lavorativa) è stata fatta una graduatoria per anzianità di iscrizione all’ordine. Che stanchezza.
Ah, e la sudditanza alle farmacie, quando non è riconosciuta a livello di Ordini, rischia di esserlo di fatto, visto che un ragionamento piuttosto diffuso nelle farmacie è “faccio entrare nel mio spazio professionisti diversi non perchè ho un ritorno di immagine e offro un servizio in più al cliente, ma perchè prescrivono prodotti che il cliente comprerà da me”, e quindi lo psicologo è fuori dal giro.
quello che non va sono i presupposti di fondo alla base di queste iniziative promozionali:
1. rispondono unicamente al criterio “ruoli e contesti” stereotipati della psicologia mentre stiamo capendo che dobbiamo imparare a pensare in termini di competenze e processi http://www.psicologialavoro.it/articoli/sviluppo-personale/ruolo-contesti-competenze-psicologo/
2. non sono informate e guidate da corretti piani di marketing ma da bisogni istituzionali (degli Ordini in primis)di visibilità politica presso i propri iscritti
Vorrei precisare il fatto che il progetto pilota milanese godeva di finanziamenti in parte pubblici in parte farmaceutici, per cui il servizio era si gratuito per l’utenza, ma gli psicologi ricevevano un compenso.
Peccato sia durato solo un paio d’anni, per problemi legati ai tagli alla sanità e a scelte di politica locale.
E pure qui vorrei sintetizzare il mio pensiero. Uno/a studia 6 anni per prendere la laurea in Farmacia e poi, se il papà gli compra il negozio o il più delle volte come “commesso/a” alle dipendenze del/la titolare, si mette a vendere (anche) assorbenti per signore, profilattici, cremine per le rughe, caramelle balsamiche, dentifrici, ecc.. Lo fa gratis ? E dove la mettiamo la dignità professionale dello psicologo ? Pensare, poi, di dover pagare una sorta di “pizzo” per ogni cliente fa venire il voltastomaco…
come posso trovare su Cardsapp? posso cercare il CBN?, o semplicemente il vostro nome? Grazie mille
salve, ha mai avuto poi una risposta? l'argomento interessa anche me che sono iscritta all'ordine siciliano! grazie! Dott.ssa Laura Nicosia, psicologa
salve, ha mai avuto poi una risposta? l'argomento interessa anche me che sono iscritta all'ordine siciliano! grazie! Laura Nicosia