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Nuove Linee Guida su IPERTENSIONE: determinante lo “stress psicosociale”

Lo stress psicosociale è un fattore di rischio per l’ipertensione e in quanto tale deve esser considerato nel progetto di cura del paziente.

Questo viene affermato nelle nuove Linee Guida sull’Ipertensione, pubblicate nel 2017 dall’American College of Cardiology (ACC) e dall’American Heart Association (AHA).

[bctt tweet=”La modifica dello stile di vita è la pietra angolare del trattamento dell’ipertensione. Robert M Carey, University of Virginia” username=”@nicolapiccinini”]

Corso Ondemand: “Il gruppo psicologico con persone affette da patologie croniche”

La guida 2017 è specificamente dedicata a prevenzione, rilevazione, valutazione e gestione dell’ipertensione arteriosa negli adulti. Rispetto all’edizione 2003 del JNC7, scompare la categoria della ‘pre-ipertensione’ (in precedenza indicata da valori di 120-139 mmHg per la sistolica e 80-89 mmHg) e si abbassa il livello di normalità, non più 140/90, ma 120/80 mmHg.

L’abbassamento delle soglie porterà ad un aumento di circa il 14% degli ipertesi, la gran parte dei quali gestibili tuttavia con un accurato counseling psicologico sugli stili di vita ed i comportamenti salutari, più che con farmaci ipertensivi.

A triplicare saranno soprattutto gli ipertesi under 45, mentre le donne classificate come ipertese in questa fascia d’età raddoppieranno.

Scarica il documento integrale!

 

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Nuove Linee Guida su IPERTENSIONE 2017

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Consensus Conference COUNSELING. Lascia o raddoppia

Oggi si è tenuto un nuovo incontro del Comitato Promotore, di cui faccio parte, e del Comitato Tecnico Scientifico, di cui fa parte il collega Mauro Grimoldi. Qui trovate le puntate precedenti della Consensus Conference sul Counseling, giusto per meglio situare questo breve report 🙂

Durante le precedenti 2 riunioni avevamo lavorato alla definizione dei quesiti da sottoporre ad un certo gruppo di esperti. Nella prima riunione il tavolo aveva confezionato ben 3 quesiti, nella seconda riunione il tavolo era riuscito a rimettere in discussione il tutto per chiudere con un unico quesito più o meno confezionato. 3 passi avanti e due indietro.

Oggi si doveva lavorare sull’individuazione degli esperti. Mica banale come cosa! Quali esperti? Come possiamo definire il fatto che quella persona sia esperta? Ed in base a quali criteri? E, comunque, come la mettiamo con possibili conflitti di interesse? Poniamo che sia Direttore di un Ente di formazione di counselor, ad esempio…

Insomma, il dibattito sul tema del conflitto di interesse ha acceso gli animi di alcuni dei partecipanti, da posizioni differenti, così come il tema dei criteri con cui scegliere questi esperti. Alla fine si è giunti a prevedere una dichiarazione del professionista in cui esplicita tutti i suoi elementi di potenziale conflitto di interesse, dopodiché ciascuna domanda verrà affidata a 3 esperti e non ad un singolo, in modo tale da calmierare il rischio di vedersi produrre una relazione “di parte“.

Dovremo adesso, i componenti dei 2 Comitati, proporre nomi di esperti, con tanto di curriculum. Alla prossima riunione dovremo effettuare una selezione e poi comporre le triplette di esperti. Il problema è che non abbiamo ancora i criteri con cui comporre le triplette, né – soprattutto – completato l’elenco dei quesiti su cui ingaggiarli.

 

Questione di metodo

Al di là degli specifici contenuti sopra riportati, è emersa trasversalmente una questione inerente la metodologia con cui nasce e si sta portando avanti questa consensus.

Personalmente, come componente del Comitato Promotore, ho più volte sottoposto all’attenzione dei componenti il Comitato alcuni elementi – a mio avviso – di fragilità del processo che a vari livelli e gradazioni hanno impattato e stanno impattando negativamente sulla qualità dei lavori e sugli esiti possibili. Oggi ho avuto modo di ribadire alcune perplessità ed anche alcuni fatti oggettivi congiuntamente al Comitato Tecnico Scientifico.

Evidentemente la questione non era solo mia, visto che più di un partecipante ha espresso criticità, o quanto meno leciti dubbi, circa modalità e metodologia di gestione di questa Consensus.

 

Ne rimarrà solo uno

Altro aspetto che mi ha colpito è stato l’alto numero di assenti. Sarà il caso, ma la volta scorsa si contavano alcuni assenti, oggi il numero era più che raddoppiato. OK, è fisiologico che con l’andare del tempo qualcuno viene meno, ma d’altro canto diventa pure grottesco doversi ridurre in 4 amici al bar a discutere di questioni che riguardano 100.000 psicologi e qualche milione di italiani 😉

 

Lascia o raddoppia?

Di positivo c’è che oggi, finalmente, si è palesato e verbalizzato un disagio che evidentemente non era solo mio.

Per quanto mi riguarda, continuo a fare ciò che reputo sia il mio ruolo in quel contesto: da componente del Comitato Promotore mi impegno a garantire che i lavori, le attività ed i passaggi siano aderenti alla metodologia individuata, così come mi impegno affinché tutte le istanze – anche conflittuali – possano trovare ospitalità e pensiero complesso, senza essere svilite o banalizzate.

Altri stanno valutando se vi siano ancora margini, o meno, per continuare questa Consensus. Il Coordinatore del Comitato Promotore, di cui faccio parte, ha comunicato che alla prossima riunione di questo Comitato, verrà inserito al primo punto in OdG la valutazione se vi siano ancora, o meno, i presupposti per procedere con la Consensus.

Insomma, siamo arrivati al primo viatico: o questo piccolo collasso permette uno sviluppo chiarificatore ed evolutivo, o si chiude baracca e burattini.

 

Tante cose a tutti!
Nicola

 

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Consensus Conference COUNSELING: le domande ed il clima generale

Qui trovate la cronaca delle precedenti puntate della “Consensus Conference Counseling” (CCC).

Oggi si è tenuta una riunione piuttosto importante ma prima di entrare nel merito, parto dalla precedente riunione… poi arrivo all’oggi… ed infine accenno al domani 😉

 

La riunione di dicembre scorso

Il 19 Dicembre 2016 si era riunioni il “Comitato Tecnico Promotore” (CTP) di cui faccio parte. Questi i componenti:

  • Giancarlo Tanucci, Coordinatore (Uni.Co)
  • Fabio Lucidi, Presidente AIP – Associazione Italiana Psicologi
  • Antonella Bozzaotra, Presidente Ordine degli Psicologi della Campania
  • Alberto Zucconi, Segretario CNSP– Coordinamento Nazionale Scuole Private di Psicoterapia
  • Pieluigi Policastro, Presidente SIPAP – Società Italiana Psicologi Area Professionale
  • Nicola Piccinini, Presidente Ordine degli Psicologi del Lazio
  • Rolando Ciofi, Segretario Generale Mo.P.I – Movimento Psicologi indipendenti
  • Pier Giovanni Bresciani Presidente SIPLO – Società Italiana Psicologia del Lavoro e dell’Organizzazione
  • Giulio Vidotto Presidente CPA – Conferenza della Psicologia Accademica

Il CTP di fatto deve attivare e presidiare il processo di tutta la CCC. Nell’incontro di dicembre vennero stabiliti i componenti del “Comitato Tecnico-Scientifico” (CTS) avente funzione di “garanzia metodologica” e non di merito sul contenuto della CCC (queste le precisazioni).

Pochi giorni prima di quella riunione, ricordo, con AltraPsicologia avevamo pubblicato il post “Counseling, counselor e attività formative annesse. La posizione di AltraPsicologia“. Di fatto venni fortemente criticato dagli organizzatori della CCC perché – dal loro punto di vista – quel “genere” di contenuti rischiava di rovinare il clima (?!?) con i rappresentanti dei counselor… in sunto risposti: eStica! Ma giusto per darvi il mood

Questa la composizione definitiva del CTS che uscì:

  • Mario Fulcheri – Chieti (università)
  • Enrico Molinari – Milano (università)
  • Caterina Lombardo (università)
  • Salvatore Soresi (università)
  • Giorgio Nardone (professionista)
  • Margherita Spagnuolo Lobb (professionista)
  • Turra Giovanni (professionista)
  • Mauro Grimoldi (professionista)
  • Assocounseling (Lucia Fani)
  • Federcounseling (Tommaso Valleri)
  • CNCP (indicazioni da Alberto Zucconi)
  • Ordine dei Medici
  • Ordine dei Famacisti
  • Collegio Infermieri
  • Assistenti sociali

In pratica:

  • 4 accademici
  • 3 rappresentanti dei counselor
  • 4 rappresentanti di altre professioni
  • 4 professionisti psicologi (di cui ALMENO UN PAIO pro-counselor)

Venne detto che quella composizione garantiva un giusto equilibrio… chiesi (e richiesi) di inserire formalmente questa mia dichiarazione a verbale:

Piccinini prende atto della posizione di maggioranza, ma esprime forti dubbi circa la “bilanciata presenza” in quanto tra gli psicologi citati ve ne sono più di uno che a vario titolo ha interessi legati al counseling ed ai counselor, rendendo così di fatto potenzialmente sbilanciata la rappresentatività a sfavore della comunità professionale degli psicologi

 

Arriviamo ad oggi: le domande licenziate

Oggi si sono riuniti il CTP ed il CTS. Assieme, dovevamo produrre le domande da sottoporre agli esperti per arrivare alla conferenza di consenso (o meno) su alcune questioni inerenti il counseling.

Queste le domande ad oggi licenziate:

  1. Attraverso quali parametri è possibile definire la funzione di counseling in italia?
  2. Qual è il bagaglio di competenze necessarie per esercitare le funzioni di counseling?
  3. Può la funzione di counseling configurarsi come professione autonoma o è funzione trasversale a più professioni?

Queste ed altre domande dovranno poi essere meglio istruite da un gruppo di esperti (che individuerà sempre il tavolo di oggi!), le relazioni degli esperti saranno poi analizzate da un panel giuria allargato (conferenza di consenso) e ne uscirà l’esito circa l’ampiezza di consenso su specifiche posizioni (o di NON consenso!).

Che dirvi… i partecipanti ve li ho elencati, trovo uno sbilanciamento palese di persone che hanno – a vario titolo – interessi sulla formazione dei counselor e/o sulla pratica della pseudoprofessione di counselor… e questo sbilanciamento lo si è sentito, eccome!

A tutto ciò, si aggiungeva un palpabile clima di (si, lo dico e lo confermo!) OSTILITA’ nei confronti degli unici due esponenti di AltraPsicologia: il sottoscritto ed il collega Mauro Grimoldi. Laddove istanze ed argomentazioni di altri potevano trovare pronta ospitalità, io e Mauro, in momenti e su argomenti differenti, abbiamo dovuto scontrarci con una evidente opposizioni, mai vista durante la giornata verso altre posizioni. Una nota di de-merito poi ad un collega psicologo, esponente di un movimento pro-counselor, che sgradevolmente doveva svilire in modo diseducato qualsiasi nostra argomentazione… surreale è stato quando, a pausa caffè, faceva capannello con altri 3 o 4 colleghi e (gli sono passato casualmente alle spalle) si dilettava nel parlare male di AltraPsicologia e dei nostri presunti modi e idee, dannose per la categoria degli psicologi…

Insomma, oggi – come psicologo – mi sono sentito in netta minoranza, da un punto di vista QUANTITATIVO, ma anche QUALITATIVO… e tutto ciò, in casa del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi… perché lì si è svolta…

Il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi sta ospitando tutta la CCC, ha pagato le logistiche per i precedenti workshop, la sede, le pause pranzo e compagnia cantando… insomma, scusate se passo per veniale, con i soldi degli psicologi sta portando avanti questa Consensus…

PRECISAZIONE: alcuni al tavolo di oggi hanno detto che non è opportuno – a lavori in corso – diffondere informazioni all’esterno… ebbene, anche se non occupassi un ruolo di rappresentanza istituzionale, anche se non rispondessi a numerosi colleghi che mi hanno votato (fra le altre cose) per rimanere informati su ciò che attiene la vita della comunità professionale… ebbene, al di là di tutto ciò, ritengo in ogni caso DOVEROSO diffondere informazione e favorire partecipazione attiva ed allargata! Dirò di più, è proprio la diffusione di informazione a rendere la comunità dei colleghi più consapevole delle proprie scelte, anche di chi li andrà a rappresentare domani!

 

Accenniamo al domani…

Il prossimo incontro si svolgerà il 9 Marzo p.v.

Nell’occasione dovremo completare l’elenco delle domande ed individuare gli esperti che le istruiranno.

Io e Grimoldi ci saremo, AltraPsicologia ci sarà, perché nonostante ciò è doveroso stare dentro il processo, e poter informare i colleghi. Visto che il nostro Nazionale non ne parla… ne parla addirittura la principale associazione di counselor, ma non il nostro nazionale…

Dopodiché, vediamo come si sviluppa, al momento me ne torno a casa con sensazioni non piacevoli, è stato molto faticoso potersi confrontare in quel clima.

A voi tutte le riflessioni del caso…

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FBLIVE: Workshop Counseling e Tutela Psicologo

Partendo dallo scenario e dagli spunti presentati nell’articolo “Consensus Conference sul Counseling” ho presentato ed approfondito in questo Facebook Live una proposta emersa il 24 Marzo scorso, al Workshop counseling organizzato dal Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, che mi ha visto perplesso sul momento e che continua a pormi diverse criticità.

Il video dura circa 40 minuti.

Per essere aggiornato sui prossimi Facebook Live, iscriviti alla mia pagina Facebook https://www.facebook.com/nicolapiccinini.it/

https://www.facebook.com/piccinini.nicola/videos/10206530697402390/

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Counsensus Conference sul COUNSELING. Serve? Ed a chi?

Il 24 Marzo si è tenuto il secondo Workshop di preparazione alla Consensus Conference sul Counseling

Il CNOP Consiglio Nazionale Ordine Psicologi sta infatti da oltre un anno valutando l’organizzazione di una Consensus Conference sul Counseling, unitamente ad AIP Associazione Italiana di Psicologia e CPA Consulta della Psicologia Accademica.

[quote_box_center]Una delle ipotesi maggiormente accreditate sarebbe quella di integrare e completare la formazione di counselor NON psicologi al fine di ricondurli entro percorsi riconosciuti e regolati da Università ed Ordine Psicologi, e non in conflitto con la figura dello Psicologo[/quote_box_center]

Questa l’ipotesi emersa nel gruppo di lavoro a cui ho partecipato questo 24 Marzo e di cui ti anticiperò in questo articolo – lungo, ma da leggere d’un fiato – e riprenderò nel Facebook Live alle 14 di oggi

 

Gli antefatti

Dicembre 2014 l’Ordine professionale, su stimolo dell’Accademia, ha avviato un Tavolo Counseling, a cui sedevo. Quale la ragione di questa richiesta?

Nel 2010 la Conferenza Stato-Regioni ha deliberato la costruzione del sistema nazionale dei percorsi di istruzione e formazione professionale. Tale sistema di rilascio di qualifiche professionali viene gestito ad esclusiva competenza regionale.  Per ciascuna delle figure professionali prese in esame, la Regione stabilisce le competenze da acquisire in esito ai percorsi, nonché le abilità minime e le conoscenze essenziali.

Se da una parte tale sistematizzazione delle qualifiche professionali è funzionale, ad esempio, a tutto l’ambito della formazione finanziata, dall’altra – come potrete immaginare – rischia di creare accavallamenti di qualifica professionale con professioni già riconosciute e regolamentate. E così è stato.

Capita in alcune Regioni che l’Accademia, cattedre di Psicologia del Lavoro, di Psicologia dell’Orientamento, vengano chiamate per profilare alcune qualifiche professionali in potenziale conflitto con la professione di Psicologo, soprattutto per quanto riguarda la competenza di counseling.

A quel punto l’Accademia contatta il CNOP e chiede di organizzare un Tavolo sul Counseling. L’idea che pian piano prende corpo è quella di organizzare una Consensus Conference sul Counseling

 

Cosa è la Consensus Conference e cosa comporta?

La Consensus Conference (Conferenza di Consenso) è un evento partecipato da tutti i portatori di interesse su uno specifico tema con l’obiettivo di arrivare a raccogliere opinioni e deliberazioni su questioni e/o aspetti controversi e su cui non vi è accordo (scarica il Manuale Metodologico sull’organizzazione di Conferenze di Consenso a cura dell’ISS)

Una Consensus Conference sul Counseling vedrebbe quindi partecipare tutti i portatori di interesse, COUNSELOR INCLUSI!

La metodologia di una consensus conference è piuttosto articolata. Più semplicemente, si arriva ad elencare una serie di quesiti sull’argomento controverso, si individuano un panel di esperti che vi relazionano pro e contro, dopodiché vi è una platea di portatori di interesse che si esprime in modo favorevole o contrario. Se si trova consenso, si fissa il punto. Se non si trova consenso, si stralcia il punto.

La Consensus Conference non ha potere normativo, tuttavia – proprio grazie alla partecipazione di tutti gli stakeholder – assume comunque un peso politico rilevante e di indirizzo. Insomma, una roba mica da poco!

Ovviamente questo scenario ha destato forti perplessità, soprattutto ai pochi consiglieri di minoranza in CNOP. Personalmente feci mettere a verbale tutti i miei timori su questa operazione, anche a fronte della DISORGANIZZAZIONE sino a quel punto mostrata (portai esempi per me lapalissiani) dal CNOP su quel Tavolo.

A quel punto il CNOP, a maggioranza, ha deliberato attorno a metà 2015 di organizzare la giornata “Workshop Counseling” partecipata esclusivamente da psicologi (anche formatori di counselor) così da valutare se almeno internamente alla categoria vi fosse una condivisione estesa sugli aspetti strutturali della questione counseling.

A fronte di consenso il CNOP avrebbe remato verso la Consensus Conference, in caso contrario avrebbe dismesso il tutto.

La giornata Workshop Counseling di Dicembre scorso

Il 18 Dicembre 2015 si è svolta la giornata “Workshop Counseling” a Roma.

Eravamo circa 60 invitati. I Consiglieri del CNOP, l’Accademia, Associazioni, Scuole, ecc… una giornata interessante, ma troppo breve per permettere un adeguato confronto e – soprattutto – una opportuna analisi e valutazione delle tante istanze emerse. Non ci si poteva attendere di arrivare ad una esplicitazione di consenso e così è stato. Tant’è che il CNOP ha quindi organizzato un secondo Workshop Counseling questo 24 Marzo.

 

Società liquida: c’è domanda di Psicologia, ma non sempre di psicologi

Qui di seguito ti riporto alcun passaggi di sintesi che il prof. Guido Sarchielli (UniBO) ha prodotto nell’interessante articolo “Punti di domanda, criticità e contrapposizioni sul significato del counseling in Italia

Il desiderio delle persone di riuscire a progettare e realizzare una esistenza soddisfacente risulta attualmente ostacolato da numerosi fattori situazionali che rendono complesse le normali interazioni nei differenti contesti di vita: scelta scolastica, formativa, familiare, professionale, di transizione, ecc…

L’incertezza, l’instabilità, la sfiducia verso il futuro sembrano connotare l’esistenza personale e collettiva, generando disagio psicologico, timori sulla riuscita personale, riduzione di autostima, instabilità nella regolazoine delle emozioni, crisi delle capacità progettuali.

E’ quindi giustificabile la necessità per le persone di poter disporre di maggiori risorse cognitive ed emotive per fronteggiare la situazione con ragionevoli probabilità di riuscita (quella che personalmente definisco come DOMANDA DI PSICOLOGIA).

Il problema è che a questa esigenza individuale e sociale pare non corrispondere una visione consensuale del tipo di professionisti che sono legittimati ad agire in questo ambito.

Mentre in Europa e negli USA da tempo si sono sviluppate sistematiche iniziative professionali che coinvolgono l’expertise psicologica nell’erogazione di specifici servizi a persone e comunità (tra cui il counseling) in Italia il “libero mercato” e la recente L. 4/2013 stanno creando parecchia confusione, sino al rischio di produrre malpractices di counseling a tutto svantaggio dei cittadini.

Rispetto al quadro normativo italiano è quindi utile chiedersi se sia giustificato il nascere di una nuova professione che selezioni ed isoli questa funzione di aiuto come base identitaria o siamo di fronte a funzioni di una professione esistente, da potenziare.

La risposta è che non è richiesto un nuovo “profilo professionale” (il COUNSELOR), né si giustifica una nuova “qualifica professionale” in senso stretto. In Italia abbiamo già lo Psicologo.

 

Non esiste il “counselor”, ma una “funzione di counseling”

Il counselor, senza termini qualificativi, è solo una definizione commerciale fonte di confusione e incomprensioni per i potenziali utenti del servizio.

Non esiste quindi il “counselor” in quanto tale, ma una “funzione di counseling”, che – a proposta degli accademici – sarebbe riconoscibile e delimitabile sulla base della combinazione di tre criteri:

  1. contesti sociali ed organizzativi di azione (scuola, servizi sociali, sanità, famiglia, sport, ecc…)
  2. il tipo di clienti/utenti
  3. metodi e tecniche convalidate scientificamente

La gran parte delle metodologie e delle attività che sostengono la funzione di counseling è di carattere psicologico, tuttavia la funzione di counseling non può essere reclamata in esclusiva dallo psicologo. Mi spiego meglio.

Esistono molte professioni che operano nella relazione, ovvero che per erogare la loro specifica attività professionale devono relazionarsi con il cliente. Ciascuna di queste professioni non psicologiche (infermiere, insegnante, avvocato, allenatore, orientatore, ecc…) può avvalersi di elementi base di funzione di counseling per integrare, arricchire, migliorare, qualificare la propria professionalità primaria, per fare meglio l’attività che già fanno senza però “cambiare mestiere” (e diventare coach, counselor, psicopedagogista clinico, reflector, motivatore della mente, ecc…)

Questa visione non solo tutela lo psicologo, ma lo vede protagonista elettivo nella formazione e supervisione di tali professioni, che rimarranno tali pur volendo acquisire maggiori conoscenze e competenze psicologiche per migliorare la loro attuale attività professionale.

Nei casi precedenti la funzione di counseling è quindi uno degli strumenti abilitanti che quei professionisti hanno nel proprio zainetto degli attrezzi. Quando invece la funzione di counseling, lungo questo continuum, diviene la funzione identitaria e caratteristica, lo strumento più importante dentro lo zainetto, allora è a tutti gli effetti funzione tipica ed esclusiva dello psicologo (per lo meno qui in Italia, facendo riferimento al quadro normativo di riferimento).

[quote_box_center]In linea di massima mi ritrovo in questo dispositivo di lettura, ma non ne potrò dare valutazione positiva sino a quando non sarà chiarificata in modo inequivocabile la soglia entro cui la funzione di counseling diviene tipica dello psicologo![/quote_box_center]

Su questo punto abbiamo in effetti cominciato a discutere nel Workshop Counseling di questo 24 Marzo, ma prima di ciò vorrei puntualizzare un ulteriore aspetto 🙂

 

In tutto ciò, che fine ha fatto la Sentenza del TAR Lazio?

In diversi colleghi me lo hanno chiesto e la domanda è del tutto logica e legittima: come mai il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi sta portando avanti questa idea di consensus conference sul counseling a fronte della sentenza del TAR Lazio di Novembre 2015 in cui viene affermato che il counseling è una competenza dello psicologo?

Vi sono più questioni che concorrono a rispondere:

  • questione temporale: il Tavolo Counseling è partito nel Dicembre 2014, l’organizzazione della prima giornata Workshop Counseling (del 18 Dicembre 2015) era stata fissata attorno a Settembre 2015 (con tutti gli inviti formali del caso), la sentenza TAR Lazio è arrivata a Novembre 2015 quindi quando l’evento era già work in progress;
  • questione legale: la sentenza del TAR Lazio sarebbe sicuramente stata ricorsa (e così è avvenuto: a Febbraio il Ministero Sviluppo Economia e Assocounseling hanno ricorso) e non si ha quindi, a tutt’oggi, la certezza assoluta che passerà in giudicato, ovvero che diverrà “come fosse legge“;
  • questione pratica: il sistema delle qualifiche professionali, nelle Regioni, comunque sta procedendo e rimane comunque necessario poterci rapportare a loro con una posizione unica, forte, che veda compatte le componenti professionali ed accademiche;
  • questioni di maggioranza:  e da ultimo, ma non meno importante,  se l’esecutivo decide che vuol fare una cosa, la cosa si fa. E spesso senza neppure poterne discutere in Consiglio, si delibera in presidenziale e si ratifica alla seduta successiva, un mero atto (di forza) formale, come accaduto ad esempio in questa seconda giornata workshop

Cosa ne penso io?

  • Penso che sosterrei una Consensus Conference sul Counseling (con a bordo i COUNSELOR) solo e soltanto se avessi intima certezza e sicurezza che CNOP, AIP, CPA e tutti gli attori presenti a questi workshop abbiamo una posizione che valuto a REALE TUTELA dello psicologo e del cittadino (e ad oggi non ce l’ho!)
  • Penso che laddove alcuni dei dubbi che mi rimangono dal secondo workshop non venissero sciolti, personalmente sarei contrario a procedere verso una Consensus Conference ed alimenterei con tutte le risorse disponibili questa posizione.
  • Penso che, visto comunque lo scenario “legale” e “pratico” di cui sopra, vale comunque la pena fare un tentativo.

 

Quali gli esiti del secondo Workshop Counseling del 24 Marzo?

Come affermavo in apertura:

Una delle ipotesi maggiormente accreditate sarebbe quella di integrare e completare la formazione di counselor NON psicologi al fine di ricondurli entro percorsi riconosciuti e regolati da Università ed Ordine Psicologi, e non in conflitto con la figura dello Psicologo

In pratica, dopo l’apertura dei lavori in cui hanno presentato la situazione internazionale sul counseling, e decimati dalla vigilia di festività pasquale (da 60 al primo workshop eravamo poco più di 30), ci hanno suddiviso in due sottogruppi.

Ci hanno fornito un elenco di domande potenziali da sottoporre ad una potenziale consensus conference. Ci hanno quindi chiesto di farle transitare dallo stato di bozza ad elenco di domande semi-definitivo.

In verità, almeno nel mio sottogruppo, non abbiamo lavorato sulle domande ma siamo rimasti sulla cornice generale della questione (come già dicevo, il primo workshop di dicembre necessitava di più tempo). Sul finire, soprattutto da parte degli accademici, è stata rappresentata una proposta…

A grandi linee il ragionamento proposto da alcuni sarebbe stato:

  1. preso atto di tutte le considerazioni sin qui prodotte,
  2. esistono ad oggi una serie di figure professionali che operano con il counseling e che non possiamo cancellare, far finta che non esistano,
  3. c’è quindi da domandarsi (a mio avviso un pò troppo ingenuamente): meglio averle contro o invece portarle a noi?
  4. ovviamente lo scenario auspicato dai proponenti era il secondo per cui…
  5. perché non pensare – rifacendosi al sistema dei crediti formativi universitari – ad una sorta di conguaglio in base a cui quel professionista finisce di acquisire ulteriori crediti in facoltà come un “normale” studente di Psicologia, e poi si laurea?
  6. che succede dopo, ovvero se dovrà fare anche esame di stato o meno, se dovrà anche iscriversi all’Ordine Psicologi o meno, è rimasto dibattuto anche tra i colleghi proponenti

Insomma, uno scenario di massima, cui ho posto domande stress-test che ad oggi (anche per motivi di tempo, devo dire) non hanno trovato risposta…

Nell’incontro di oggi, alle 14 sul mio profilo Facebook https://www.facebook.com/piccinini.nicola ne potremo parlare più dettagliatamente e confrontarci 😀

 

facebook-live-profilo-nicola-piccinini

 

 

Oggi, Mercoledì 30 Marzo alle ore 14, segui il Facebook Live sul Workshop Counseling

Collegati al mio profilo Facebook https://www.facebook.com/piccinini.nicola e visualizzerai la diretta video. Durerà 30 minuti, potrai pormi domande e condividere spunti tramite la funzione commenti 🙂

Iscriviti alla fanpage Facebook e verrai avvertito dei prossimi Facebook Live che organizzerò 🙂

 

 

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Ricorso Sentenza TAR Lazio sul Counseling. L’Ordine Psicologi Lazio ci sarà

L’Ordine Psicologi Lazio sarà parte attiva nel processo d’appello instauratosi presso il  Consiglio di Stato avverso la sentenza TAR Lazio sul counseling

Oggi, in seduta di Consiglio OPLazio, una decisione importante. Ma prima ricostruiamo brevemente il percorso 🙂

Il 17 Febbraio 2015 pubblicavo l’articolo “Counseling, in relazione d’aiuto è psicologico” dove sostenevo in pratica che il counseling nelle relazioni di aiuto è di fatto counseling psicologico e rientra a tutti gli effetti negli atti tipici della professione di psicologo, come stabilito dalla legge 56/89

Il 15 Ottobre 2015 la sentenza del TAR del Lazio afferma che “Il counseling è una competenza dello psicologo”

Qui puoi scaricare la sentenza n. 13020/2015

Qui puoi leggere i contributi di tutela dell’Ordine Psicologi Lazio

La sentenza del TAR del Lazio ha disposto – in via contestualmente attuativa – l’annullamento di due precedenti provvedimenti:

  1. il parere del Consiglio Superiore di Sanità che, nella seduta del 12 luglio 2011, aveva previsto (INCREDIBILMENTE!) che per le “attività di aiuto alla soluzione di problemi che possono causare lieve disagio psichico (…) possa intervenire una figura professionale distinta dallo psicologo e corrispondente al Counselor”;
  2. il provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), del 10 settembre 2014, che disponeva l’inserimento della AssoCounseling nell’Elenco delle associazioni professionali non regolamentate e delle loro forme aggregative, di cui all’art. 2, comma 7, della Legge 14 gennaio 2013, n. 4, recante “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”;

La cancellazione di AssoCounseling dall’elenco del MISE è certamente un risultato di rilievo, tuttavia l’aspetto maggiormente importante della sentenza riguarda l’annullamento del parere del Consiglio Superiore di Sanità, che assegnava il “disagio lieve” al counselor.

La Sentenza del TAR Lazio, banalmente, afferma che anche laddove il disagio fosse realmente “lieve“, il professionista – per appurare ciò – dovrebbe comunque effettuare una valutazione diagnostica e quindi essere abilitato a poter effettuare questo atto tipico dello psicologo.

In pratica spazza via in un sol colpo tutti quei counselor e formatori di counselor che ci girano intorno, dicendo che loro lavorano con l’empatia, che si occupano di lievi disagi dell’anima, che la patologia la lasciano agli psicologi… balle, dice la sentenza,  la valutazione del livello di disagio è prerogativa dello psicologo, e così l’attività di counseling

La questione è quindi chiusa? Assolutamente no!

Il Ministero dello Sviluppo Economico e Assocounseling hanno proposto appello avverso la sopra richiamata sentenza, al fine di ottenere una riforma della stessa.

E’ pacifico, si sapeva che avrebbero ricorso la sentenza dinnanzi al Consiglio di Stato e così hanno fatto. E adesso?

Adesso dovremo attendere il parere del Consiglio di Stato, presumibilmente entro fine di quest’anno.

Oggi, il Consiglio dell’Ordine Psicologi Lazio ha votato compatto l’opportunità di intervenire nel giudizio d’appello, al fine di sostenere e avallare la tesi della conferma dell’annullamento dei provvedimenti indicati nella sentenza TAR Lazio. Ovvero

L’Ordine Psicologi Lazio proporrà quindi domanda di intervento volontario nel processo d’appello instauratosi presso il  Consiglio di Stato avverso la sentenza TAR Lazio.

Non è tutto, ad inizio Febbraio, si registra un Decreto del Ministero della Giustizia molto interessante, che qui riporto:

https://www.facebook.com/nicolapiccinini.it/posts/214859038872195

 

Ebbene, in tutto ciò, il preSidente del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, il dott. Fulvio Giardina, ha sentito l’irrefrenabile bisogno di presenziare ufficialmente al convegno nazionale dei COUNSELOR.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=534784100027226&set=a.105553436283630.10615.100004869214210&type=3

 

Ditemi voi, ma in questo momento in cui bisogna rimanere serrati e chiudere definitivamente la partita, ha senso andare a riconoscere ed accreditare il convegno dei COUNSELOR?!?

AltraPsicologia ovviamente era presente al convegno, l’intrepido Mauro Grimoldi ha sbobinato gli interventi e nei prossimi giorni pubblicherà un bell’articolo di commento a questa genialata del preSidente di tutti noi.

Evviva il counseling (psicologico!)

Nicola 🙂

 

 

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Testimonianza di una “counselor in formazione”

L’articolo “Counseling, in relazione d’aiuto è psicologico” ha suscitato un gran dibattito. In 3 giorni e poco più, è stato letto circa 4000 volte, ha avuto una importante diffusione social e ricevuto un numero

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Counseling, in relazione d’aiuto è psicologico

Il counseling è una tecnica in massima parte oggetto della professione di psicologo

Questa l’affermazione di apertura che rilascio nell’intervista all’Agenzia Stampa DIRE in risposta all’intervista