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In Italia 6 milioni di obesi, circa 4,5 miliardi di euro di spesa l’anno

I dati in Italia sono allarmanti: 6 milioni di obesi, di cui 500mila grandi obesi.

Ogni anno MUOIONO 57.000 persone per le complicanze legate all’obesità. UNA OGNI 10 MINUTI.

Il problema ahimé inizia dall’infanzia: 1 bambino su 3 è in sovrappeso e 1 su 4 è obeso.

Numeri enormi che si trasformano in spese enormi: il SSN sostiene annualmente un costo di circa 4,5 MILIARDI di euro (il 4% della spesa sanitaria italiana) per gestire le persone in condizione di obesità, incluse complicanze e comordibità correlate.

Ad esempio… sovrappeso e eccesso ponderale sono responsabili di circa l’80% dei casi di diabete, del 55% dei casi di ipertensione e del 35% di quelli di cardiopatia ischemica e di tumore.

Questi alcuni dei dati emersi durante il XXV Congresso della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità organizzato a Venezia il mese scorso. Il congresso intendeva ribadire “l’importanza dell’interdisciplinarietà nella cura di questa malattia“.

C’erano in effetti tutte le Società scientifiche di riferimento [Società italiana dell’obesità (Sio), Società italiana di diabetologia (Sid), Società italiana di chirurgia endoscopica (Sice), Associazione italiana di chirurgia plastica ed estetica dell’obesità (Aicpeo), Società italiana di emergenza e urgenza (Simeu)]”, ma NON GLI PSICOLOGI.

E’ un vero peccato! E’ un peccato che la comunità degli psicologi italiani spesso non disponga di Società scientifiche forti, riconosciute, operanti su specifici ambiti e nicchie. E’ un peccato che spesso in questi tavoli, in cui di fatto si tratteggiano le politiche della salute prossime future, non vi siano gli psicologi, quando invece la Psicologia può fornire un contributo importante, alcune volte determinante, per il contrasto al sovrappeso ed all’obesità.

Come Ordine Psicologi Lazio sul versante dell’alimentazione stiamo portando avanti diverse iniziative, non ultima la ricerca, in collaborazione con il Ministero della Salute, su “Nuove tecnologie e stili alimentari” che ha coinvolto oltre 1000 ragazzi, provenienti da 40 istituti scolastici regionali, tesa ad indagagare la relazione tra l’utilizzo delle nuove tecnologie da parte degli adolescenti laziali e il loro comportamento alimentari.

 

Mercoledì 7 Giugno p.v. presenteremo, presso il Ministero della Salute, gli esiti della ricerca. Sarà una preziosa opportunità per valorizzare e posizionare il contributo della funzione psicologica anche in area di tutela e promozione di salute alimentare 😀

Presto vi farò avere maggiori dettagli su luogo, orari e rogramma 😉

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Bambini: 1 su 5 in sovrappeso, 1 su 10 obeso

Il 20,9% dei bambini italiani è in sovrappeso e il 9,8% è obeso. Questi i numeri emersi dell’indagine ‘Okkio alla salute‘, iniziativa Ministero della Salute.

Qui le 4 pagine di sintesi del Rapporto 2014, da poco reso disponibile.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) i bambini in eccesso ponderale nel mondo sono 44 milioni. L’impatto dell’obesità e le conseguenti ripercussioni dirette sulla salute sottolineano come sia prioritario e necessario contrastare tempestivamente tale fenomeno. L’Action Plan on Childhood Obesity 2014-2020 dell’Unione Europea si inserisce proprio in quest’ottica di prevenzione e contrasto.

OKkio alla SALUTE ad oggi vanta quattro rilevazioni (2008/9, 2010, 2012 e 2014), ognuna delle quali ha coinvolto oltre 40.000 bambini e genitori e 2.000 scuole.

Dai dati 2014 emerge che l’8% dei bambini salta la prima colazione, il 31% fa una colazione non adeguata (ossia sbilanciata in termini di carboidrati e proteine) e il 52% fa una merenda di metà mattina abbondante. Il 25% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e/o verdura e il 41% dichiara che i propri figli assumono abitualmente bevande zuccherate e/o gassate.

Il 16% dei bambini non ha svolto attività fisica il giorno precedente l’indagine, il 18% pratica sport per non più di un’ora a settimana, il 42% ha la TV nella propria camera, il 35% guarda la TV e/o gioca con i videogiochi più di 2 ore al giorno e solo 1 bambino su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta.

Il tema del sovrappeso ed obesità in infanzia e adolescenza è caldissimo per il Ministero della Salute.

Come Ordine Psicologi Lazio, proprio con il Ministero Salute, abbiamo avviato una ricerca sul rapporto tra l'(ab)uso di nuove tecnologie e stili alimentari in adolescenza. Qui un articolo di Focus.it “Salute: tv e smartphone anche a tavola, al via indagine sui giovanissimi“.

 

 

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Obesità in Infanzia e Adolescenza. Dal Canada le nuove Linee Guida

Il Canadian Medical Association Journal ha pubblicato le nuove Linee Guida per prevenir e gestire l’obesità in infanzia e adolescenza.  Un importante lavoro che certamente verrà preso a riferimento anche al di fuori del territorio canadese.

In sintesi: tanto movimento, alimentazione sana, stili di vita funzionali, no a farmaci ed interventi bariatrici,

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Italia: 1 bambino su 5 è in sovrappeso.

Un bimbo di 8-9 anni su cinque è sovrappeso, uno su dieci obeso e il 2,2% è severamente obeso

Risulta scarsa, infatti, la “consapevolezza” da parte delle madri che nel 38% dei casi non ritiene che il proprio

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Il costo sociale dell’obesità. 74 tipi intervento, suddivisi in 18 aree

L’obesità è oramai una emergenza globale. Più di 2.1 milioni di persone – quasi il 30% della popolazione mondiale – sono oggi in sovrappeso o obese (Ng et al 2014). In pratica, due volte e mezzo il numero di adulti e bambini che nel mondo sono denutriti!

L’obesità è responsabile di circa il 5% dei decessi in tutto il mondo. Simon Stevens, chief executive del Servizio Sanitario Nazionale in Inghilterra, a settembre scorso ha avvertito che “stiamo perdendo tempo rispetto alla peggiore emergenza per la salute pubblica degli ultimi tre decenni.”

Questa crisi non riguarda soltanto le dimensioni sociali e di salute, ma anche economiche. L’impatto economico globale dovuto all’emergenza obesità è di circa 2 trilioni di dollari, ovvero il 2,8% del PIL mondiale, più o meno equivalente all’impatto globale dato dal fumo o dalla violenza armata, la guerra e il terrorismo.

Il costo Sociale dell'Obesità

La McKinsey Global Institute (MGI), nel 2014 ha individuato 74 tipologie di intervento, suddivise in 18 differenti aree. Qui puoi scaricare la ricerca integrale

Già oggi il costo dell’obesità sulle casse dei sistemi sanitari oscilla tra il 2% ed il 7% della spesa pubblica, e ciò senza includere l’importante costo sanitario riguardante le varie complicanze e malattie associate allo stato di sovrappeso ed obesità (diabete, cardiovascolari, ecc…), che porterebbe il costo sanitario sino al 20%.

 

L’obesità è un problema globale

Se la tendenza all’obesità continua sulla sua attuale traiettoria statistica, quasi la metà della popolazione adulta del mondo sarà in sovrappeso o obesa entro il 2030.

Nessun paese è riuscito a ridurre la sua prevalenza dell’obesità tra il 2000 e il 2013. Durante questo periodo, la prevalenza è cresciuta di 0,5 punti percentuali o più all’anno in 130 dei 196 paesi per i quali si dispone di dati OCSE (OECD 2014). L’obesità, sino a qualche anno fa era un problema tipico dei paesi con economie sviluppate, ma con l’aumentare del reddito nei paesi emergenti il problema si sta rapidamente diffondendo. Oggi, circa il 60% delle persone obese del mondo abitano nei paesi in via di sviluppo.

Anche la produttività dei dipendenti è minacciata dall’obesità, compromettendo la competitività delle imprese. McKinsey Global Institute (MGI) ha valutato la perdita di produttività per l’obesità con il disability-adjusted life (attesa di vita corretta per disabilità), o DALYs, che misura il numero di anni che si perdono o si rendono economicamente improduttivi a causa della malattia. Gli anni persi per obesità sono oggi tre volte più alti nelle economie sviluppate rispetto ai mercati emergenti. Tuttavia, questo divario si sta riducendo. L’aumento del numero dei DALYs per 100.000 persone è rallentato nelle economie sviluppate tra il 1990 e il 2010, ma è salito del 90% nelle economie emergenti.

 

Le politiche per combattere l’obesità

Che cosa necessita fare?

Analizzando circa 500 casi di riduzione di obesità in tutto il mondo, McKinsey Global Institute (MGI) ha individuato 74 interventi per affrontare l’obesità in 18 aree.

Questi interventi includono i pasti scolastici agevolati per tutti, l’etichettatura di calorie e nutrizionale, restrizioni alla pubblicità di alimenti ad alto contenuto calorico e di bevande, e le campagne di salute pubblica.

A causa della natura sistemica dell’obesità e di alcune lacune nella raccolta dati, MGI ha potuto effettuare una proiezione di impatto economico di sole 44 tipologie di intervento sui 74 individuati.

Se il Regno Unito, il paese in cui MGI ha scelto di effettuare la sua valutazione iniziale, avesse distribuito e sostenuto tutti i 44 interventi testati, si sarebbe potuta invertire la crescente tendenza all’obesità e portare circa il 20% degli individui in sovrappeso e obesi di nuovo nella normale categoria di peso nell’arco di cinque-dieci anni. Ciò avrebbe ridotto il numero di persone obese e in sovrappeso di circa la popolazione austriaca.

 

Costo-efficacia e la necessità di un’azione coordinata

La messa in opera dell’intero set di interventi dovrebbe agire sia per modificare gli stili alimentari che i livelli di attività fisica della popolazione. Istruire e informare la popolazione sui rischi dell’obesità è importante, ma le ricerche dimostrano che non è sufficiente a deflazionare il problema.

La nostra analisi per il Regno Unito suggerisce che quasi tutti gli interventi individuati sono convenienti per la società. Il risparmio sui costi sanitari e una maggiore produttività (calcolati su tutta la durata di vita della popolazione bersaglio) potrebbero essere maggiori dei soldi di investimento necessari per fornire l’intervento. Un programma integrato per invertire l’aumento dell’obesità potrebbe salvare il Servizio Sanitario Nazionale circa 1,2 miliardi di dollari all’anno.

Il costo Sociale dell'Obesità

 

Impatto e costi sono stimati e misurati tramite l’uso del DALY, rispetto a tutta la popolazione del Regno Unito nel 2014 (scarica studio integrale: MGI Obesity_Full report_November 2014)

Solo una azione sistemica di tutti gli interventi anti-obesità, implementata su larga scala, sarà sufficiente a superare l’aumento dell’obesità. Nessun singolo gruppo nella società – governo, rivenditori, le aziende di beni di consumo, i ristoranti, i datori di lavoro, organizzazioni dei media, operatori sanitari, o individui – sarebbe in grado singolarmente di combattere l’aumento dell’obesità. Nonostante ciò, gli sforzi per affrontare l’obesità sono stati sinora parziali o frammentari. A ciò si aggiunge che il dibattito globale su come rispondere all’obesità è diventato polarizzato (ndr: sicuramente anche a causa degli enormi INTERESSI ECONOMICI in gioco!) tra parti divenute profondamente antagoniste.

 

Traduzione dell’articolo “Obesity: A global economic issue“, su VOX

Altre fonti:

McKinsey Global Institute (MGI) (2014), “Overcoming obesity: An initial economic analysis”, Discussion paper, November.

OECD (2014), “Obesity Update”, Organisation for Economic Co-operation and Development, June.

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34% dei bambini italiani in sovrappeso

“In Italia ci sono più di diciannove milioni di persone sovrappeso, cinque milioni di persone sono obese e più di un milione e mezzo presentano obesità grave. C’è un coinvolgimento crescente dell’infanzia, oltre un terzo dei bambini tra i sei e i nove anni risulta in sovrappeso o obeso (34,1%). La dieta, di per sé, non è uno strumento efficace e sufficiente per la riduzione del peso corporeo di una persona obesa”.

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Obesità infantile: l’Action Plan europeo 2014-2020

In Europa, nonostante l’attenzione rivolta alla promozione degli stili di vita salutari e alla lotta al sovrappeso, la proporzione di persone in eccesso ponderale rimane elevata e circa il 7% della spesa sanitaria europea è