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Psicologi & Professione

Stati Generali della Salute… dello Psicologo

Ieri ed oggi si sono tenuti all’Auditorium di Roma gli Stati Generali della Salute, uno spazio utile al “confronto tra le istituzioni, gli enti, le imprese e gli operatori pubblici e privati della sanità italiana “.

Ieri avevo impegni non rimandabili in Ordine Psicologi Lazio, mentre oggi ho fatto full immersion assieme a Federico Conte. Abbiamo partecipato a due sessioni e preso contatto praticamente con tutti gli stand presenti e con alcune figure calde.

Ne esco inquieto, ma allo stesso tempo ottimista. Provo a rappresentarvi meglio il mio stato d’animo 😉

Eravamo presenti, come parte attiva, esclusivamente nella persona di Palma, presidente Ordine psicologi nazionale, che nel tavolo “Idee per il Patto: il contributo dei produttori di Salute” ha fatto un intervento comunque di senso e sostenibile. Eccetto questa sparuta comparsata, di fatto, la Psicologia era assenza… anzi, no… meglio dire LO PSICOLOGO ERA ASSENTE!

[blockquote]Di Psicologia ne hanno parlato in tanti, ma a nessuno è venuto in mente che esiste per l’appunto lo psicologo.[/blockquote]

Ne ha parlato la Federazione Italiana Medici Pediatri, riferendosi al tema della violenza ai bambini, a tutte le problematiche scolastiche attualmente “in voga” (DSA, dislessia, adhd, ecc…) o al sistema famiglia nel suo complesso

Ne ha parlato la Federazione Nazionale Collegi delle Ostetriche quando raccontava dell’assistenza territoriale da offrire alle madri ed al neonato nei giorni successivi alla nascita, quando tornano nella propria abitazione, su tutta la dimensione PSICO-EMOZIONALE (letterale!!!)

Ne ha parlato persino la Ministra Lorenzin quando in apertura sottolineava l’importanza di non effettuare ulteriori tagli alla Sanità e quindi di migliorare i servizi all’interno di questi budget dati, affermando che… “l’economia è anche Psicologia

Insomma, la dimensione psicologico-sociale è trasversale. Viene citata per abbattere centri di costo, per generare valore, per meglio servire l’utenza. Una apparente manna dal cielo… Salvo il fatto che poi non si valorizza adeguatamente la professionalità dello psicologo.

Tant’è che quando la moderatrice presenta Palma, quasi con tenerezza, si dice cosciente del fatto che lo psicologo lavora nei sert, nelle U.V.A., che conta poco, che si lamenta, ecc…

Se la trasparenza dello psicologo (ma non della Psicologia!!!) è il primo elemento macroscopico, il secondo è la tendenza al lamento 😉

Buona parte degli interventi che abbiamo ascoltato puntavano infatti ad evidenziare aree di criticità, problemi di abuso della professione, problemi di soldi che non ci sono, di disservizio, ecc… ok, tutte cose che ci sono e con cui ci si deve confrontare, tuttavia sono stati veramente pochi i momenti in cui si sono PROPOSTE SOLUZIONI, in cui si rappresentavano progettualità, sinergie di sistema, innovazioni in grado di impattare sui centri di costi, di migliorare i servizi, ecc… il titolo della sessione riguarda IDEE & CONTRIBUTI, ma i tentativi sono stati veramente pochi e timidi!

Tutto ciò l’ho vissuto come critico e deprimente, ma anche come potenziale OPPORTUNITA’ 😉

[blockquote]E’ nei momenti di crisi di sistema, di crisi strutturale, che alcuni attori – agili, innovativi, veloci – riescono a cambiare gli equilibri ed a riposizionarsi. In pratica a creare opportunità da uno scenario di criticità… e solitamente sono due gli ingredienti fondamentali: 1) stare all’interno di reti di relazioni, crearle ed alimentarle, 2) avere una proposta di valore ben chiara, distintiva, orientata ai problemi/desideri degli interlocutori e vissuta come spendibile e sostenibile[/blockquote]

Ebbene, oggi ho ascoltato diversi interlocutori che potrebbero beneficiare della professionalità dello Psicologo. Non tanto come professionista che si attiva sul disturbo palesato, ma a monte come problem solver, come facilitare, come supporto ai processi di creazione di valore.

Quale allora lo Stato Generale dello Psicologo?

Sono fermamente convinto che la nostra professione ha strumenti e potenzialità per riposizionarsi, per ambire a miglior condizione e prestigio, tuttavia come categoria:

1) non curiamo gli aspetti di networking e lobbying. La rete di relazioni va coltivata prima che divenga necessaria, altrimenti il rischio è che sia troppo tardi! Ci vuole tempo e competenza, ma non solo…

2) siamo schiacciati da rappresentazioni sociali distorte e parziali. Tendenzialmente ci conoscono come quelli che arrivano a valle quando il disagio/disturbo/danno si è palesato, e quindi ci posizionano solo in specifici ruoli, più tecnici ed operativi (quindi cannibalizzati dalla concorrenza) che non progettuali e di visione (quindi strategici e riconosciuti!). A ciò si aggiunge che…

3) spesse volte siamo noi ad autoposizionarci. La verità (se si può dire!) è che spesso sono gli psicologi stessi (ed i loro rappresentanti) a vedersi solo come “operatori di cura“, quindi in specifici contesti e ruoli (oramai in dismissione e spending review). L’impressione è che alle volte manchino sensibilità e strumenti per riallineare la nostra offerta a quelli che sono i mutamenti sociali in essere, le domande REALI che arrivano dai nostri clienti POTENZIALI. Su questo dovremo lavorarci almeno un poco come categoria, con umiltà, lucidità e determinazione!

La Ministra Lorenzin, oggi, diceva che il sistema Sanità, ma più in generale il sistema Paese, sta attraversando una importante crisi strutturale in cui dovremo rimettere in discussione tutti i sistemi dati, per ospitare nuovi percorsi, nuove soluzioni, finanche nuove figure. Sono questi i momenti in cui la crisi genera opportunità per chi si sa muovere.

Si è parlato di prossimità, di de-ospedalizzazione, di territorialità, di multidisciplinarietà… stiamo attraversando un periodo di grande cambiamento e destrutturazione, chi e quali saranno i driver di cambiamento? Gli psicologi saranno comparse vittime del cambiamento o agenti attivi e propulsivi?

A mio modesto parere, Ordini regionali, Ordine Nazionale e colleghi tutti, dovremo impegnarci almeno su tre fronti strategici:

1) entrare in rete di relazione con i vari stakeholder strategici, pubblici e privati, politici ed economici

2) chiarirci su quelle che sono le nostre proposte di valore, orientate alle varie nicchie target, il motivo per cui l’interlocutore dovrebbe interessarsi a noi, alla nostra competenza

3) dotarci noi stessi di sensibilità, competenze e strumenti abilitanti per muoverci più efficacemente all’interno di questo contesto sociale, politico e di mercato.

Potremo vincere o perdere, come categoria professionale… ma questa è la sfida che abbiamo davanti!

psicologo-di-base

Questa immagine è rappresentativa… noi in platea potevamo accedere ad un sito web riservato e lanciare dei tweet che venivano poi mandati a rullo nello schermo alle spalle dei relatori.

Stavano parlando di costi della sanità, di cercare di ottimizzarli e bla bla bla… ho quindi twittato la frase che vedete: “Psicologo di Base, in affiancamento a medico, abbatte del 20% prescrizione farmaci… interessa?”

Evidentemente ha colpito, visto che il mediatore ha poi chiesto conferma a Palma che ne ha parlato, sebbene in modo discorsivo e non “economico”. A mio avviso è proprio in queste situazioni che dovremmo riuscire a mostrare una quantificazione economica del valore generato dal nostro intervento, il famoso ROI (return on investment). La fuori le amministrazioni, ma anche i privati, stanno con l’acqua alla gola, non gli interessano chiacchiere, reclami, lamenti… hanno problemi seri e non riescono a capire come risolverli… a mio avviso qualche spazio in più potremmo averlo se proviamo a rideclinare la nostra offerta in tal senso e modalità…

voi che ne dite?

Buon lavoro e buona sorte,
nicola 😀

28 risposte su “Stati Generali della Salute… dello Psicologo”

sembrerebbe che essere psicologi sia più una competenza, una qualità personale che una professione, una competenza propria degli educatori o operatori sociali che certamente meglio qualifica il loro operato. Ma forse non tutti sanno che lo Psicologo è anch'egli educatore, in primis di se stesso, e che poi offre il proprio budget culturale ed esperenziale anche ad altri affinchè imparino ad essere educatori di se stessi. Credo che sia questa la differenza con le altre figure professionali, ma una società mediocre come la nostra ancora non ha colto questo aspetto, quello di guardarsi dentro ed imparare dai propri errori per sviluppare al meglio il proprio potenziale umano, o forse non interessa più di tanto. E' come se lo Psicologo avesse voluto rubare ad altri una competenza che è soprattutto umana per farne una professione esclusiva, è questo a mio avviso il nodo da sciogliere, ridefinire le aree di competenza di ciascuna professione soprattutto nel settore dell'educazione e della prevenzione, piuttosto che relegare la figura professionale dello Psicologo esclusivamente nell'area del disagio, disagio che è auspicabile prevenire più che curare. Concludendo mi verrebbe da dire che il disagio ad oggi è tutto dello Psicologo che vorrebbe intervenire un pò su tutto ma ha le mani legate, chi potrà liberarlo? E' chiaro che ancora una volta dovrà provvedere da sè!

Porti voce ai miei pensieri. Psicologo è chi lo psicologo fa! Sono ben contenta di potermi confrontare con te e con chi investe tempo e professionalità alla crescita di una figura necessaria oggi più che mai. Condivido pienamente e fattivamente. Grazie!

mio caro, volo molto basso sulle cose che ti propongo da fare:
– ripristino del ruolo degli psicologi nella Metropoli di Roma. Erano 60 e sono stati eliminati senza alcun intervento da parte dell'Ordine. A quanto pare li stanno riprendendo ma senza concorsi;
– rispetto delle convenzioni fatte tra Ordine e VIII Dip.to Servizi Sociali relativamente ad un Osservatorio sui Servizi Psicologici in Città;
– attuazione e promozione dei tirocini, come da accordi con Università "La Sapienza" su progetti mirati di servizi ed ricerche di interesse psicologico per popolazione ;
-presenza di una psicologa (uomini sembra che non ce ne siano più) nell'ambito della Sicurezza sul lavoro per i dipendenti capitolini, almeno per la valutazione dello stress lavoro correlato attualmente gestito da altre figure tecniche ed iniziative….
– presenza di una psicologa nell'ambito della Educazione stradale per Adulti e bambini, gestita ora solo da Tecnici Ingegneri a Amministrativi per le iniziative almeno di competenze proprie comunali;
– Osservatorio sul Benessere Psicologico della città.Per permettere la promozione di Progetti anche a valenza territoriale ed iniziative di integrazione multietnica a costo zero con fondi europei sia nei vari municipi che nella prossima metropoli.
– Da promuovere oltre al "benessere" gli altri aspetti della "qualità della vita "dove la valenza psico-sociale, di comunità, della Salute, possano avere percorsi comuni ed innovativi per la promozione della figura professionale (qui c'è una marea di iniziative da attivare!)
– Promuovere un convegno sulle tematiche e sui progetti della comunità professionale che anche tu hai rilevato….carenti , a distanza di venti anni dell'unico incontro svolto al Vittoriano.
Tutte queste iniziative sono state presentate e sollecitate ai gestori dell'Ordine precedenti, ma rimaste inascoltate.. ti auguro un buon lavoro per una ipotesi di spazio lavorativo di almeno un centinaio di giovani psicologi..e se l'idea passa a Roma……

Sono assolutamente d'accordo sui punti che dici, Nicola, di certo il momento attuale presenta grandi opportunità per la nostra categoria e sono felice di sapere che si parli della Psicologia nelle alte sfere, di certo prima o poi cominceranno anche a parlare di Psicologi. Quindi ciò che leggo sopra emerso agli Stati Generali della Salute ha di certo il significato un'apertura. Per esempio si sa già che lo Psicologo di Base può far risparmiare, come dicevo altrove (forse in stile un pò provocatorio) è una cosa che si sa già da diverso tempo e ci sono esempi in altri stati europei che lo testimoniano. Spero che ora si voglia ragionare in tal senso anche qui, non c'è altro da fare che trovare i fondi e i giusti accordi anche con l'Ordine dei Medici per iniziare fattivamente questo percorso. Ci sono le nascenti Case della Salute, altra grande opportunità. Si sa anche che uno Psicologo inserito ufficialmente nelle scuole (non in alcune, in tutte, e non in alternativa a corsi accessori di teatro, inglese o violoncello, ma ufficialmente) può costituire un validissimo metodo di prevenzione di disagio giovanile, problematiche familiari di svariati tipi, ecc. la lista è lunghissima e qui abbrevio. Ci sono infiniti altri esempi. Tutto questo credo si sappia, forse non se ne è mai parlato, e se ora si inizia a parlarne può solo voler dire qualcosa di buono. Questo è solo il mio modesto parere, dalla posizione in cui mi trovo io posso vedere e fare molto poco, ma se si presenta l'opportunità sono pronta a fare la mia parte.

“Psicologo di Base, in affiancamento a medico, abbatte del 20% prescrizione farmaci… interessa?”: vero e previene altri disagi psico-fisici. Nel piccolo di un'esperienza decennale supportata da un consorzio di Comuni confermo che funziona. Non ti conosco, ma ti ringrazio delle informazioni!

Bisogna uscire dall'inazione e dalla competizione fra psicologi. E necessario definire i campi di competenza dello psicologo tramite una presenza capillare sul territorio con lo psicologo di distretto regionale e la creazione di un SIP sistema informatico di psicologia equivalente al SIS

Quello che forse è poco chiaro ad istituzioni, enti e anche al cittadino è che utilizzando la figura dello psicologo con le sue competenze e (in questo momento storico) la sua flessibilità e capacità di lavorare nei contesti più variegati, si risparmia! E si risparmia perchè: 1- propone il benessere, 2- accompagna alla soluzione dei problemi di ordine psicologico, 3- favorisce l'autonomia del paziente, 4- si occupa in prima persona e con le sue competenze specifiche dei problemi psicologici (prima e meglio di chi non è psicologo) ecc. ecc. Questo significa che le persone hanno minor bisogno di essere in carico ai servizi e quando ne hanno bisogno ne restano in carico per minor tempo e soprattutto attraverso la prevenzione le persone che arrivano ai servizi sono "meno gravi" (dunque minori ricoveri, meno farmaci, minor disagio psicosociale). Noi psicologi sappiamo bene di essere indispensabili ma forse in questo momento di crisi bisogna far capire che investire sullo psicologo è economico!

condivido le considerazioni e ti ringrazio.E' vero che si parla di psicologia, e tanti si propongono come esperti…manchiamo noi. Dovremmo veramente esserci di più anche negli ambiti politici. La nostra professionalità si nutre di chiarezza sulle nostre competenze e richiede più propositività, E la collaborazione tra di noi, cosa che fatichiamo a mettere in pratica ?

Caro Nicola, come sempre sei preciso competente ed essenziale. E' importante cambiare punto di vista e diventare operativi ed efficaci sul mercato. E' importante selezionare le informazioni che possano interessare gli interlocutori, piuttosto che focalizzarci sempre sul nostro ristretto punto di vista, e poi pubblicizzarle al massimo. E' anche importante ridefinire lo psicologo come consulente, operatore del pensiero con competenze sulla psiche e quindi persona giusta e competente per la progettazione di nuove soluzione che possano ottimizzare aree intere di mercato. Tu stai da tanto portando avanti queste idee, ma dovremmo essere molti di più a farlo in modo organizzato. Forse ci potrai aiutare a farlo. Grazie Alessandra

Condivido pienamente quanto ho letto sugli stati generali della salute e sulla necessità di riposizionamento degli psicologi nella realtà attuale. Credo che non dobbiamo sperare che altri si batteranno per noi, dunque la prima cosa da fare sarebbe quella di rimboccarci le maniche e di batterci, nel quotidiano, per affermare alcune cose essenziali.

Primo: esistono due anime della Psicologia. Una è quella clinica capace di intervenire là dove il malessere è conclamato, l'altra è quella preventiva che deve intervenire per proporre tutti quegli stili di vita che difendono, mantengono o accrescono il benessere di tutti e di ciascuno.
Secondo: se di questo siamo convinti, bisogna farlo comprendere a tutto il territorio in cui viviamo e operiamo (ai politici locali, agli operatori della salute, agli altri professionisti, ai cittadini, ecc.) dimostrando coi nostri interventi che "prevenire è meglio che curare" non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello della salute e del benessere singolo e della comunità.
Terzo: proponiamo la nostra piena disponibilità a collaborare, a contaminarci, ad essere sinergici con tutte quelle professioni che, se operassero all'unisono con noi psicologi, potrebbero fornire un servizio di più ampio e alto respiro alla comunità (medici certamente, ma anche avvocati, amministratori di condominio, architetti, volontari che operano per sostituire il wellfare che si sgretola,ecc)

E' su questa linea che si muove l'associazione di cui faccio parte e posso garantire ai colleghi che la strada sarà certo lunga e difficile, ma è la sola che ci darà la dignità professionale che ci spetta (sempre che la meritiamo).

Stefano Pasqui , psicologo sociale, del lavoro e dell'organizzazione, presidente dell'Associazione "Psicologi per il Territorio"

Caro Nicola, mi aggiungo al coro dei ringraziamenti per la tua straordinaria volontà di informarci con sintesi e puntualità sugli argomenti più importanti per noi psicologi. E sono anche io convinta che bisogna intervenire in modo incisivo sulle questioni più strettamente politiche che riguardano la nostra professione. Per fare questo abbiamo bisogno di metterci insieme, fare gruppo (la parola lobby mi crea qualche disagio, purtroppo!), discutere su come vogliamo che i cambiamenti che stiamo "solo" subendo ci vedano più protagonisti. Per quanto riguarda le proposte concrete, ce ne sono tante e tutte più o meno valide, ma dobbiamo innanzitutto creare una categoria più forte e sicura dei suoi mezzi e questo lo possiamo fare solo attraverso il confronto serio e costante tra noi professionisti, in primis. Il fatto già di essere, dopo anni, riusciti a contrastare lo strapotere di Cultura e Professione all'interno dell'OPL mi sembra un ottimo inizio. Ora dobbiamo lavorare su tutti gli altri fronti. Grazie Nicola!

Intanto grazie per l'informazione sempre chiara e per gli slanci cmq di positività che trovo nei suoi interventi. detto ciò non posso che essere d'accordo su tutta la linea. Il problema è COME realizzare veramente questo nostro cambiamento professionale e non intendo come "ordine professionale" ma mi chiedo come e cosa possiamo fare noi singoli?

ma io non capisco…
ma un professionista, esempio medico ma non solo, si deve scervellare come noi per lavorare? andare sulla luna e tornare per trovare un lavoro ?
io dico di no… si laurea fa pratica si aggiorna regolarmente e poi trova un lavoro

perchè? semplice c'è richiesta e soprattutto un sistema ,quello pubblico principalmente, ma non solo, che lo "accoglie", lo accredita, lo rende indispensabile ,utile diciamo così
e quindi lavora serenamente, e invece noi?

noi dobbiamo fare corsi contro corsi, trovare nicchie, scovare opportunità inenarrabili, scovare il nuovo, cambiare pelle, diventare altro da se stessi, scardinarsi dalla propria esistenza.. ma insomma!!!

io sono un po stufo di sentire che bisogna fare cose, trovare nicchie ecc ,,, perchè tutti dicono ,ma fare è un altra cosa e di tutte queste parole rimane ..nulla !!!

la semplice verità e che davvero tutti parlano di psicologia, che finchè è gratuita va bene, fa intelletual chic, ma quando è ora di pagare allora.. siamo tutti psicologi e va bene così

visto che c'era la ministra perchè non gli si chiede come mai gli psicologi nel pubblico sono relegati a …"comparse" al nulla ???

perchè per fare progetti occorrono anche le risorse (leggi soldi) e di quelli ben pochi ce ne sono da parte dei singoli, mentre quelli che mette il pubblico vanno sempre alle stesse persone !!!!

spero, caro nicola di averti dato IO del materiale su cui riflettere

buona vita

Credo che sia ora che di psicologia parlino gli psicologi! Visto che finalmente anche l' aspetto psicologico nei vari ambiti viene riconosciuto sarebbe ora che noi psicologi cominciassimo ad alzare la testa e far vedere che esistiamo!

Ti do ragione! Ma secondo me la colpa e' anche nostra nel momento in cui accettiamo di fare gli educatori, i tirocinanti gratis a vita… Basta essere sfruttati! Gli specializzandi medici vengono pagati, noi paghiamo dalle 4000 alle 5000 euro all'anno solo per specializzarci, solo di tasse per ben 4-5 anni! Apriamo gli occhi!

Tutti sono un pò psicologi per capire se stessi e gli altri però gli specializzati possiedono gli strumenti utili per cambiare/migliorare i rapporti intra/interpersonali nonché per valutare l'efficacia degli interventi volti a tal fine. Il fine psicologico della Psicologìa è di vivere con piacere personalmente senza rimandare la felicità, propria e presunta degli altri, al raggiungimento di traguardi ideali da DOVER condividere. Base della felicità subito, è la serenità. Penso che il fine sociale della Psicologìa sia favorire un ambiente adatto perché ciascuno possa vivere con piacere subito cioè in un ambiente che non s'opponga alla tecnica della felicità che i grandi maestri di pace insegnano. Lottiamo serenamente, con fermezza, contro i predatori che s'oppongono alla felicità che i grandi maestri di vita insegnano. Esercizietto: Appena svegli, un giorno libero da impegni, dedichiamoci a noi stessi e notiamo – momento per momento, mentre facciamo le solite cose senza fretta e "in pace"- che cosa tenta d'impedirci di sentirci felici subito, siano emozioni e sia fatti concreti. Possiamo farne a meno? A cos'altro dobbiamo rinunciare preventivamente per poterne farne a meno? Vale la pena e per chi?

Mi scuso se non mi inserisco nell'ultimo dibattito ma torno sulla patologia o meglio sulla salute. Ottima la frase twittata sullo schermo! Se, visto che si parla di costi, si proponessero una sorta di "contratti a progetto" con verifica dei risultati dell'operato dello psicologo nella sanità? E' un'arma a doppio taglio?
Almeno penso dovremmo imporci perchè la Consulenza Psicologica sia inserita nelle Linee Guida del Ministero della Salute per una miriade di situazioni e patologie: Basti pensare all'infertilità, ai disturbi gastroenterici, dermatologici, respiratori e chi più ne ha più ne metta.
Collegarci con Solano? che mira a portare avanti i suoi studenti, ma sarebbe penso interessato ad espandere la sua sperimentazione…

Interessante questo report,
Io penso due semplici punti:
1 come categoria ci vendiamo male / svendiamo
2 quando siamo richiesti lo prendiamo come un piacere personale
Finche' sara' cosi' la vedo dura a livello si categoria…

ciao Michele Mangiarotti, ti ringrazio del materiali di riflessione, tuttavia parti da una premessa NON corretta: dai per scontato che i medici (come altri) studiano e poi lavorano. Ebbene, ti informo che non è così. Tutte le professioni sono collassate. Anche i 390.000 medici.
Certo, noi psicologi abbiamo qualche grattacapo in più ma lo stallo è strutturale… persino dell'esercente sotto casa che si arrabatta per vincere concorrenza e minor disponibilità di spesa degli abitanti del quartiere 😉
Capisco la stanchezza ed anche la disillusione… ciò che troviamo oggi lo ereditiamo da anni di malagestione ed assenza di visione.
Mai sentito parlare di SOCIAL IMPACT BOND? Qualcuno ci sta lavorando e presto potremmo avere sorprese… lo scenario è nuovo per tutti e bisogna cercare nuove soluzioni, nuove sinergie… rispetto la tua stanchezza e disillusione, ma io sono fermamente convinto che uno sviluppo migliorativo vi possa essere e per questo lavoro

Condivido pienamente le tue osservazioni. Soprattutto nel servizio pubblico il motivo per cui stiamo scomparendo è determinato dalla nostra incapacità di posizionarci diversamente rispetto al passato. Questo fa sì che gli spazi che potrebbero essere di nostra competenza vengano occupati da altre professioni. Il paradosso è che spesso gli altri utilizzano categorie psicologiche.

rispondo a Francesca Tombolini:
Francesca
Direi che hai centrato esattamente il problema tu lo hai capito facilmente , ma a quanto pare nicola ha capito un 'altra cosa e a lui rispondo piu sotto
per Nicola
la premessa è invece corretta nel senso che qualunque professione ( ho preso il medico come esempio, ma guarda vale anche per un muratore un elettricista un idraulico o se preferisci un impiegato qualsiasi !!!!, chiunque intraprenda una professione impara, fa pratica poi.. (ribadisco !!!) lavora per ciò che ha imparato; sopratutto perchè sa fare, ma anche perchè c'è un BISOGNO, cioè se devo aggiustare il water chiamo l' idraulico , perchè HO BISOGNO di quelll.. oggetto , se devo fare le buste paga chiamo un ragioniere ecc!!!!

questa è la premessa , per gli psicologi,, e te lo ribadisco, negli anni non è stato , o non abbiamo creato o non hanno creato leggilo come vuoi, non c'è mercato perchè se siamo tutti un pò psicologi allora perchè devo andare a pagare vado "A GRATIS" oppure melo faccio da solo (guarda che non parlo di clinico, intendo psicologo per tutti gli ambiti lavoro coaching quello che preferisci !!!)

credo che Francesca molto piu semplicemente abbia capito che se non siamo stati valorizzati nel passato ora non raccolgiamo un bel niente !!!!
E questo è quanto succede ora

Che poi tutte le professioni abbiano contrazioni in questo momento è evidente anche al mio nipotino, però vedi il "medico della mutua" (ah albero sordi !!!) guadagna i suoi bei soldini e se c'è contrazione ne risente meno

uno psicologo che se va bene fa l'educatore, se c'è contrazione e già guadagna poco, che fa?

e poi guarda io socialimpact bond non so nemmeno cosa sia , ma non è che bramo per saperlo
ti ripeto: io come 85000 psicologi/ psicoterapeuti ho studiato fatto la gavetta lavorato OVUNQUE" dovunque e e ora mi si parla di nicchie di mercato ????

prefersico dare indietro la mia tessera di psicologo

e poi perchè, ripeto alla ministra nessuno ha detto della penuria di psicologi nel pubblico se ce ne è tanto bisogno ????

Vedi caro Nicola , negli ambienti ovattati delle conferenze, riunioni, tovole rotonde ecc si è perso il contatto con la rrealtà e allora meglio non rovinare la digestione al polittico potente di turno, perchè non si sa mai magari me lo faccio amico e allora un posto ci scappa … SEMPRE !!!! CRISI O NON CRISI. COME MAI?
questo è

Buona vita

Michele Mangiarotti condivido tutti gli elementi che rappresenti, poi uno è libero di usarli per avere chiaro il piano di realtà in cui provare a cambiare le cose, altri li avranno chiari per valutare che non si può cambiare un bel nulla, ed altri ancora li avranno chiari per provare ad agganciarsi al barone e vivere di lingua… ad ognuno il suo, coscienti che i miracoli non esistono 🙂

Troppi psicologi sul mercato generano per forza una sottoccupazione e bassa retribuzione (quindi una svalutazione della professione). Anche per chi ha un lavoro è difficile la situazione, perchè qualcuno da pagare meno di te lo trovano sempre (anche volontario!) ed in tempi di crisi questo vale più della qualità. Quando i medici si sono accorti di essere in troppi sul mercato hanno immediatamente preso provvedimenti disciplinando l'accesso alla professione. Noi continuiamo a farci del male… Nuove nicchie nel mercato a mio parere si trovavano anche se non si sfornavano così tanti psicologi e si puntava sulla qualità e sulla valorizzazione della professione. Non mi considero pessimista, ma realista

Se iniziassimo noi per primi a non vederci come professionisti in crisi e pubblicizzarci come tali e se chi fa le nostre veci in incontri come questi avesse competenze e conoscenze che vanno oltre gli "interventi discorsivi" probabilmente sarebbe già un inizio!

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