Il CNOP Consiglio Nazionale Ordine Psicologi ha proposto in data 26 febbraio al MIUR di ridurre a sei mesi il tirocinio post lauream e a limitare a due sole prove l’esame di Stato degli psicologi (leggi comunicato stampa)
Personalmente contesto tale iniziativa nel metodo e nel merito!
Perché contesto il “metodo CNOP”?
Non ho memoria di nessun confronto pubblico in seno al Consiglio Nazionale, se non un fugace e sfuggente passaggio del presidente Giardina nelle comunicazioni generali e nulla più… Quindi nessun tipo di discussione, di confronto, nell’unico organo deputato a prendere decisioni di tale importanza: il consiglio nazionale?
A sostegno del “trasparente metodo” CNOP aggiungo la scarsa documentazione istruttoria degli OdG inviata ai consiglieri, così come il fatto che venga inviata a ridosso della seduta, mettendo così in difficoltà nello studiare/istruire gli argomenti. Hai voglia a chiedere di inviare di più e prima…
Inoltre, sempre a proposito di trasparenza di un ente pubblico, ancora non vi è traccia dei verbali dei consigli del CNOP di fatto, a quasi un anno dall’insediamento. Non sono mai stati resi pubblici agli iscritti, ed anche noi consiglieri beneficiamo di “sintetiche stesure” di Verbale, alle volte eccessivamente sintetiche… quasi trasparenti… Come non vi è traccia di tutti i documenti che dovrebbero essere resi pubblici per la normativa sulla trasparenza (questa volta, intendo quella Vera!)
Trasparenza e partecipazione, queste sconosciute…
Perché contesto nel merito l’iniziativa?
Il CNOP afferma che tale iniziativa – dimezzare il tirocinio post laurea, e portare a due le prove dell’esame di stato – sarebbe funzionale a risolvere le criticità relative all’accesso alla professione di psicologo che, si legge nel comunicato “appare troppo lunga per il giovane collega e troppo onerosa per le famiglie”. Ma quale visione della professione c’è, quale pensiero sulla professione risiede in questo CNOP, a fronte di queste motivazioni?
Sono sinceramente turbato nell’apprendere che una simile – REALE – criticità la si voglia risolvere con azioni del tutto non significative rispetto al problema enunciato e annunciato!
Non è dimezzando il tirocinio e le prove dell’esame di stato che velocizzi l’entrata nel mercato del lavoro! Una visione che reputo meccanicistica ed ottocentesca.
I tirocini in potenza sono il primo momento realmente PROFESSIONALIZZANTE che incontra lo studente psicologo. Invece di dimezzarli, sarebbe utile iniziare a presidiarli adeguatamente, a pretendere che i progetti formativi siano reali, a monitorare gli esiti, a pretendere che le strutture facciano svolgere un tirocinio adeguato, a far si che le università predispongano i giovani studenti ad entrare in organizzazioni più o meno complese con il giusto piglio, forma mentis e competenze.
Lo stesso dicasi sugli esami di stato: cominciamo ad uniformarlo a livello nazionale ed a ritarare le prove affinché divengano un reale contributo alla professionalizzazione e non un ripetersi mnemonico di nozioni del biennio universitario.
Reputo gravemente preoccupante che i vertici esecutivi del CNOP vadano a proporre iniziativa così inefficaci, parziali, insensate, a fronte delle urgenze che la nostra comunità deve affrontare.
Gradirei avere un vostro riscontro a riguardo…
19 risposte su “Tirocini postlauream ed Esame di Stato Psicologi. Le facili ricette del CNOP”
Sono abbastanza convinto che le motivazioni ufficiali siano solo di facciata (oneroso per le famiglie? Va bene, allora dimezzatemi la tassa di accesso all'esame stesso; oppure ancora battetevi per equiparare il tirocinio psicologico a quello medico e fatemelo pagare come in altri paesi europei). Ritengo più probabile che a fronte delle difficoltà oggettive a trovare strutture con psicologi in grado di fare da tutor (ad esempio nelle asl il numero di strutturati psicologi è in calo) la platea di studenti deve rallentare. Se si restringe la popolazione-target, chi se lo compra l'esame di stato? E soprattutto si impoverisce il mercato delle scuole di specializzazione (alcune delle quali hanno già optato per accogliere psicologi non iscritti all'albo, a patto che conseguano l'iscrizione entro un certo periodo).
Vogliamo alleggerire le famiglie? Bene, allora riformiamo strutturalmente i corsi di laurea per aumentare i tirocini extramoenia e favorire il lavoro in gruppo e la progettazione sociale, sfruttiamo di più gli albi B cercando di capirne il senso e l'apporto che possono dare (ma un albo B non si può specializzare quindi chissene) e facciamo pesare nella società la professionalità dello psicologo, giusto per ricordarci che tutto questo onere per le famiglie dovrebbe essere un investimento e vedere dei frutti.
Personalmente non mi pare una brutta notizia; ovvio il numero di psicologi è in eccesso rispetto alla domanda (anche quella pubblica, in calo) e bisognerebbe fare orientamento per evitare eserciti di futuri disoccupati o sottopagati alla merce del famigerato Job Act, la legge Renzi-Marchionne che ha liberalizzato di fatto i licenziamenti. Però mi pare un abbassamento delle difese corporative (personalmente passai anche l'esame da commercialista, un pò più selettivo per ragioni di casta) e quindi di per sè positivo. I sei mesi di tirocinio sarebbero ok, chi sente il bisogono di praticare di più può sempre farlo. O no ? Mi piacerebbe leggere opinioni…
sono d'accordo con te!!! i tirocini andrebbero monitorati, valorizzati di più e strutturati in modo che siano davvero efficaci affinché il giovane laureato in psicologia possa prendere CONCRETO contatto con le realtà in cui è spendibile la professionalità che sta andando a costruire!! il tirocinio è fondamentale e deve essere fatto nel miglior modo possibile!!! dovrebbero essere semmai velocizzate le pratiche per l'avvio del tirocinio, incentivati i tutor al fine di seguire molto di più i tirocinanti ed avviare con loro efficaci momenti di confronto e di supervisione!! la professione si impara sul campo facendo in modo che il giovane laureato possa integrare le conoscenze acquisite con lo studio sui manuali e anzi facendo in modo che quelle conoscenze trovino maggiore senso, verifica, constatazione di valore, giustificazione, ecc. ecc….con la pratica professionale in supervisione!!! Credo che sia davvero fuori tempo e molto poco lungimirante questa proposta del CNOP!!! ciò che bisogna fare davvero, a mio avviso, è permettere una continuità di possibilità professionalizzanti, dopo il tirocinio e l'abilitazione e cioè APRIRE i canali lavorativi possibili e/o dare la possibilità al giovane abilitato di poter provare con agevolazioni ad aprire una propria attività!!! ci vogliono accordi concreti con i diversi settori lavorativi in cui la figura dello psicologo serve, è prevista, è di utilità e può spendere le proprie competenze per il BENESSERE di tutta la comunità!!!
trascivo anche qui: a mio avviso la strada più corretta sarebbe quella di: 1. contrarre la fase iniziale ad un biennio propedeutico; 2. istituire dei percorsi triennali (lauree specialistiche) dopo il biennio che uniscano teoria e pratica (e cioè tirocinio) con un iter che amplifichi il tempo del tirocinio mano a mano che ci si avvicini alla laurera; 3. prevedere l'istituzione di convenzioni più serie con gli enti di tirocinio convenzionati; 4. distinguere fra tutor di facoltà e tutor di tirocinio; 5. legare la tesi al tirocinio; 6. eliminare l'esame di stato o farlo coincidere con la discussione della tesi; 7. ed ovviamente eliminare il tirocinio post lauream!! Ciao!
Il tirocinio professionalizzante è un'occasione unica di apprendimento, in particolar modo in contesti complessi come le grandi organizzazioni pubbliche, quindi ritengo che ridurlo andrebbe a scapito del laureato e della sua esperienza sul campo. Riguardo all'esame di stato però sono assolutamente favorevole. Sappiamo benissimo che le prove con cui si dovrebbe accertare la capacità professionale del candidato prima che egli possa entrare a far parte dell'albo hanno ben poco, se non nulla a che vedere, con le reali competenze che uno psicologo dovrebbe avere. A dimostrazione di ciò basti pensare al poco spazio che ha l'esperienza del tirocinio durante l'esame. Se si vuole che l'EDS non sia solo un mero sbarramento verso la professione, ma un occasione di verifica di competenze non solo ridurrei, ma modificherei le prove attualmente esistenti.
Dino Angelini ha sintetizzato nel modo più attento i diversi punti. Molti Psicologi in realtà peccano di una carenza significativa, carenza del "pensiero critico" nel valutare le situazioni che riguardano in particolare le vicende amministrative e burocratiche della nostra sfera professionale. Il che rappresenta un paradosso, dato che noi per primi dovremmo essere i fautori e promotori di tale modalità più libera di pensiero. Invece NO, si accetta sempre tutto ciò che ci viene calato dall'alto senza mettere mai davvero in discussione un sistema che fa a dir poco schifo a 360°. L'esame di stato ad esempio?! In molte nazioni d'europa non esiste nemmeno, è una follia pura, l'ordine professionale dovrebbe essere un sistema di tutela dello psicologo e non un lobby settizzata in cui diverse poltrone tenute bene al caldo ed al riparo, debbano stabilire che dopo 45 esami sostenuti nelle università dello stato italiano, un solo esame debba poter rappresentare il reale via libera alla professione! Se qualcuno mi ha dato una laurea è perchè probabilmente mi ha ritenuto idoneo man mano che superavo diversi esami alla qualifica di psicologo, come dire che la mia laurea non vale nulla senza quell'esame di stato, dato che di fatto se non si supera l'EDS le prospettive professionali sono davvero ridotte. Follia pura, parliamo di snellire l'acceso alla professione e poi cadiamo noi per primi in errori legati alla semplice logica del pensiero. Vogliamo pagare un iscrizione all'ordine (inteso come ente di tutela) benissimo, ma tale ordine deve rappresentare uno strumento di ascolto e tutela a livello patronale di noi professionisti della psicologia. Invece NO, come tanti pecoroni ancora oggi ci ostiniamo a difendere a tutti i costi tale pratica obsoleta e tra l'altro per nulla indicativa delle reali abilità e competenze del neolaureato che si appresta ad esercitare la professione. Ci sarebbero molti altri metodi innovativi e più flessibili per accompagnare i giovani laureati alla professione. Innanzi tutto credo ODP ed università ad un certo punto possano collaborare in senso di scambio di informazioni circa "PARTE DEL PERCORSO DI STUDI E DI PROGETTI VARI DELLO STUDENTE, ES. RICERCHE-TIROCINI-TESI DI LAUREA TRIENNALE E SPECIALISTICA". Una volta stilato un bilancio della carriera universitaria del singolo studente, in possesso sia di laurea triennale che specialistica, due tesi svolte per i rispettivi percorsi di studi, lo stesso x i tirocini, ricerche ed approfondimenti vari non possono che avvalorare la posizione, non crediate che possa bastare per una persona che adesso ha necessità di entrare SUBITO INTESO COME IL PRIMA POSSIBILE NEL MONDO DEL LAVORO, NON A SEGUITO DI UN EVENTUALE DATA DI UN DEMENZIALE ESAME CHE A NULLA SERVE TRANNE CHE APPURARE L'ULTERIORE PERDITA DI TEMPO CHE GRAVA SULLA VITA DEL SOGGETTO. Poi mi auguro che chi legga queste righe si faccia una piccola valutazione personale e si ponga una domanda "Davvero quel famoso EDS, rappresentò una certificazione attendibile delle mie qualità ed idoneità alla professione? O parliamo di roba trita e ritrita del corso di studi? Ci siamo ormai assuefatti alle normative e burocrazia da non riuscire neanche più a distinguere una perdita di tempo da una seria valutazione delle competenze? " Ripeto, ciò che andava dimostrato è stato già ampiamente fatto in 5 anni di Università. Inoltre perchè dei rappresentanti dell' ODP, ogni tanto non lasciano le comode poltrone dell'impero centrale e presenziano in occasione delle sedi di laurea di psicologia in modo tale da vedere con i loro occhi chi sono gli studenti e cosa hanno prodotto ed elaborato al termine dei loro studi, sarebbe anche possibile inviare una bella copia della tesi a queste persone giustamente collegata all'esperienza di tirocinio, il tutto rappresenterebbe un VERO quadro riassuntivo delle capacità del neolaureato, con la differenza che dopo l'iscrizione all'ordine a seguito dell'invio del plico/CV studi il giovane laureato potrebbe immediatamente cercare lavoro con tutte le carte in regola. Laurea 3 anni o 3+2 magistrale, 2 tirocini seri e professionalizzanti , ricerche personali e iscrizione all'ordine, RIPETO (inteso come un sistema di tutela moderno e flessibile, rinnovato nel modo di pensare, non settizzato e con un apparato democratico di voto delle proprie scelte interne condivise con i contribuenti ed iscritti, modello referendum sul web con voto da parte di tutti noi iscritti come si fa in un vero sistema democratico. (Adesso non ditemi che non abbiamo votato gli ultimi 3 governi per cui non dovremmo neanche votare nell'ordine professionale, altrimenti dimostrate di non aver capito davvero nulla, non spostiamoci sulla politica perchè mi rendo conto che le analogie sono facili tentatrici, restiamo sulla psy). Inoltre vi sembra normale che il tirocinio non venga retribuito neanche un centesimo? Non voglio certo arricchirmi con il tirocinio post laurea, ma un anno di lavoro presso ente-struttura asl o qualsiasi altra cosa, produrrà di sicuro dei risultati da parte mia, tenendo presente che anche in questo caso in altre realtà d'europa il tirocinio è retribuito. Seppur poco ma è retribuito. Inoltre dato le nuove frontiere della psicologia sarebbe ad esempio importane provare a spingere anche su esperienze professionalizzanti del ramo Human Resources o ad esempio Coaching, Counselor, giusto x citare degli esempi e non solo cooperative,asl etc. In modo tale che già dal tirocinio il neolaureato abbia un approccio diversificato al mondo della psy. Secondo me è da rivedere tutto il sistema con flessibilità mentale, doti critiche e coraggio nel rimettere in discussione un apparato fortemente rigido che non agevola nessuno, tranne pochi santi seduti in paradiso. 80.000 psicologi disoccupati ci dicono! Ed ecco il pensiero critico che non emerge mai! Perchè nessuno prova a chiedersi se questi 80.000 sono pochi o tanti su una popolazione di 60.000.000 di abitanti che in prevalenza invecchia, perchè nessuno dice mai che all'estero la figura dello psy è inserita ovunque, dagli istituti scolastici alle scuole guida, dal mondo dello sport alle cliniche ed ospedali, ed in particolare nel mondo delle AZIENDE, è qui che all'estero gli psicologi vengono richiesti tantissimo, Team leader, Gestione delle Performance Aziendali, Gestione dei Conflitti Aziendali, Sviluppo vero delle HR, Brand Development. Una volta le selezioni, le assunzioni lo screening dei cv era di dominio prettamente psicologico, oggi trovi in sede di colloqui di lavoro commercialisti ed avvocati che ti danno del TU, e leggono il tuo CV in quel momento stesso. Forse noi Psicologi saremmo un pò più bravi nel valutare certe cose o no? L'Ordine perchè non prende atto di quanto accade e fa in modo che determinate funzioni vengano svolte unicamente da chi di mestiere?! Facciamo che i commercialisti si occupino della parte commerciale e della busta paga, che i legali affrontino le controversie giuridiche e che gli psicologi si occupino con professionalità delle assunzioni delle comunicazione interna e della formazione di un organizzazione aziendale. Ohhh cari colleghi badate che è Psicologia con la P (maiuscola) anche questa e se le cose andassero diversamente quegli 80.000 sarebbero sicuramente assorbiti da un sistema lavorativo più recettivo e che bene ha compreso chi è lo psicologo e quante cose può fare. L'ordine dovrebbe fare questo….ma che ve lo dico a fare in giro è pieno di corsi di tre mesi che "offrono specifiche competenze nel settore psico-pedagogico-assistenziale" e che di fatto scavalcando spesso con successo la figura dello psicologo. Da qui si comprendono molte cose…
Perche` vogliamo parlare della difficolta` per I tirocinii durante la scuola di specializzazione? In questo periodo sono alle prese con la ricerca affannosa di un tutor per fare un tirocinio realmente professionalizzante ma mi scontro con lungaggini, rifiuti e liste d` attesa infinite…..
Penso anche io che il tirocinio sia una importantissima esperienza, in quanto, al momento, rappresenta il primo contatto con la realtà operativa della professione (se guidato da tutor validi, e non limitato al "fare fotocopie", come purtroppo accade in molti casi). Penso però che, visto che in alcuni casi è un'occupazione "full time", che rende difficile lavorare allo stesso tempo, debba essere previsto almeno un rimborso spese. La parte universitaria andrebbe decisamente riformata, visto che al momento consiste unicamente in una preparazione teorica: dovrebbe essere sempre chiaro un riferimento all'attività pratica. Non parliamo poi dell'esame di stato: una prima prova che pretende il rigurgito di tutto ciò che si è imparato nel corso di 5 anni di università (e che bisognerebbe aver ampiamente dimostrato di aver appreso superando gli esami conseguendo la laurea); la seconda prova che richiede una conoscenza pratica che, come detto, all'università generalmente non viene acquisita, e molto spesso nemmeno durante il tirocinio; la terza prova poi, esige una conoscenza quasi mnemonica del manuale diagnostico di turno, di un'ampia testistica e delle migliori tecniche di intervento per ogni psicopatologia. Per non parlare della valutazione di tali prove, totalmente arbitraria e spesso soggetta a malumori e simpatie personali dei docenti. E' compito dell'università e del tirocinio formare ad una professione, secondo me l'esame di stato può limitarsi ad un colloquio e dare maggior peso alla valutazione del tirocinio (io terrei maggiormente in conto il parere di professionisti con cui ho collaborato per un anno, che quello di professori che mi valutano su un tema). Bene l'iniziativa di rivedere le regole di tirocinio ed eds, ma con criterio, per favore.
Tutto ok. Facciamola tutta : 1) ritornare al ciclo unico ( magari a 4 anni),ritoccare l'art. 3 della legge ordinistica e diminuire la specializzazione in psicoterapia a tre anni ( come stanno facendo alcune specializzazioni mediche,con la legge del febbraio 2015) e mettere "rigidamente" il numero chiuso NAZIONALE come la facoltà MEDICA. In 10 ANNI AVREMO, FORSE, PSICOLOGI ALL'ALTEZZA DELLE ESIGENZE DI UNA SOCIETA' COMPLESSA…… in alternativa : difesa perdente corporativa e migliaia di ragazze ( saranno tutte donne) disoccupate ed infelici.
Sono d'accordo sul dimezzare i tempi ma la qualità del tirocinio va in qualche modo verificata. I problemi occupazionali vanno però affrontati molto più seriamente. Basterebbe per iniziare far sentire il nostro peso alla pubblica istruzione con lo psicologo scolastico assunto come dipendente della scuola che lavori 36 ore settimanali, visto che l'opera che potremmo svolgere è multidimensionale. Come mai, noi decine di migliaia, non riusciamo a promuovere una iniziativa così importante che darebbe lavoro a migliaia di colleghi?!?! Meditiamo gente!!!
Personalmente mi auguro questa riforma si attui il prima possibile.
Se una selezione ci deve essere sarebbe il caso ci fosse in fase di iscrizione all'Università con adeguate prove a numero chiuso, che bloccano l'accesso a chi non è abbastanza motivato, non dopo. Perchè non si bloccano quei corsi i laurea dove paghi 5000 euro per 3 anni e ti danno la laurea senza alcuna specifica o accademica conoscenza..?? Chi ha una laurea in psicologia può fare solo lo psicologo, cosi come il laureato in medicina può fare solo il medico. Il nostro Esame di Stato è il più lungo è il più ostico, non solo, costa e in alcune sedi costa TROPPO, non solo in termini economici, ma in termini di tempo, di anni persi, un bene molto più prezioso dei soldi, senza contare che non si capisce a cosa serva o a chi serva…!!!
Il tirocinio? Un anno è già troppo, dato che non si impara a fare gli psicologi né nessun altro mestiere, passando da un'esperienza all'altra e non sempre trovi tutor che ti aiutano a capire delle cose o che ti seguano, spesso capita che ti trovi a scaldare la sedia a fare fotocopie e niente più di questo. Signori è arrivato il tempo di dire basta alle BAGGIANATE.
Totalmente d'accordo con Dino Angelini. l'esame de Stato è soltanto una perdita di tempo ed una stanca ripetizione di formule studiate nel biennio. L'accento deve essere posto su un tirocinio serio e formativo all'interno del percorso specialistico .
A chi dice che il tirocinio serve gli rispondo … Beato te che hai i soldi per per vivere …. Personalmente 6 mesi bastavano come tirocinio …. Per un anno ho lavorato gratuitamente dovendomi far aiutare dai miei genitori , ed ora ??? Ora devo preparare un esame di stato che costa tantissimo , un esame di 4 prove. Posso capire la prima e l'orale ma ira onestamente …. Il caso clinico ma come pensate che una persona possa svolgere un compito cosi se durante il tirocinio ha fatto da segretaria o si e trovata seduta per 6 mesi su una sedia senza far nulla? Per nn parlare del progetto che è un assurdità di prima categoria . Ora ad ognuno il proprio pensiero … Ma caro ordine sporcatevi un po' le mani e scendete a parlare un po' con noi sfigati …. Perché trovare lavoro è difficile ma studiare psicologia è deleterio …. Dopo tirocinio ed esame forse se si hanno i soldi ci aspettano 4 anni di scuola …. E coi credete che per pagarla faremo gli psicologi …. NO ! Tutt'altra che credetemi è molto mortificante per chi si è fatto un culo a tarallo per prendersi la laurea !
Buongiorno io sono d'accordo con una università che affianchi piu' pratica a sole lezioni teoriche, sono d'accordo nel ridurre il tirocinio a 6 mesi, la professionalità si deve certo acquisire ma non lavorando completamente gratuitamente i tirocini dovrebbero essere retribuiti anche se solo con un piccolo rimborso spese, e soprattutto ci dovrebbe essere la possibilità di una scuola di specializzazione anche per non ricchi, magari almeno per studenti con reddito basso e voti molto alti..
dimenticavo, assolutamente contraria all'esame di stato, l'università dovrebbe formare, tirocinio e poi non vedo il senso di questo esame..migliore preparazione prima e non esame di stato
Sono una tirocinante psicologa , porto la mia testimonianza dicendo che in questi primi sei mesi ho fatto più esperienza nel cercare uno studio vuoto dove potermi sistemare che vedere e partecipare ai colloqui del mio tutor , da poco ho anche avuto il compito di rispondere al telefono in sua assenza , quindi mi sono laureata per fare la segretaria ! Dal mio punto di vista ritengo che un anno di tirocinio sia inutile , sarebbe più formativo per un giovane intraprendere un tirocinio durante i cinque anni di università . Per quanto riguarda l esame di stato , se sono informata bene io so che Italia è ancora l unico paese Dell unione che non lo ha eliminato . Sono d'accordo nello snellimento delle prove ma sono ancora più d accordo nell permettere ai laureati di poter patemi pare ai vari concorsi anche senza scuola di specializzazione e di poterla frequentare quando si sta lavorando altrimenti come potremo mai pagarci ventimila euro di scuola di specializzazione ?
le domande che dovrebbero sorgerti sono perché dimezzarlo quando in altri paesi europei e non europei (vedi UK e USA) il tirocinio non c’é. Con questo non voglio dire che non c’é formazione lavorativa. Quella c’é eccome ma… mentre lavori!!! Quindi l’inserimento nel mondo del lavoro é immediato e si puó adattare alle nuove branche della psicologia che come saprai sono tante, molte di piú rispetto a quando la procedura dell’ordine imposta é stata organizzata e fatta applicare.. quella si che é ottocentesca.
Quello che gli manca é la capacitá di adattarsi alle cose nuove, o forse l’incapacitá di aggiornare le procedure di pari passo da una parte con le esigenze del mercato del lavoro e dall’altra con le esigenze delle persone stesse e del loro ciclo di vita.
UK e america non hanno tirocini imposti dall'ordine eppure hanno psicologi, il nostro é un paese sottosviluppato di italopitechi e soprattutto non hanno un esame da tre (dico 3) prove – in giorni diversi (assurdo) – da 400€ + altre spese derivate. In america hanno un esame che si svolge in una giornata senza tirocinio, in UK non hanno tirocinio ne esame, le procedure che noi facciamo durante il tirocinio si svolgono mentre lavori e ti costruisci un futuro. Fonte? ho appena concluso il tirocinio in Inghilterra – 1 anno tondo – di cui sei mesi a stretto contatto con una prof americana. Con questo voglio solo dire che abbiamo taaaaaanto da imparare da altri paesi come quelli e scommetto che peró pur volendo non possono neanche informarsi perche non spiccicano una parola di inglese.
Mi sembra che la durata del tirocinio sia stata cambiata più volte. Sarei dell'idea di assimilarla a quella del tirocinio dei medici, dal momento che mi sembra abbastanza singolare che si pensi che uno psicologo debba avere un periodo di tirocinio (pre o post laurea che sia) maggiore di quello che fanno i futuri medici. Non credo infatti che le responsabilità di uno psicologo nella sua professione, per quanto grandi possano essere, sopravanzino quelle di un medico.
Quanto all'Esame di Stato, abolirlo solo per gli psicologi è una pazzia dal momento che andrebbe abolito per tutti i professionisti che attualmente lo devono affrontare. Piuttosto ne prevederei uno in più specifico per la psicoterapia per i medici che intendono esercitarla, dal momento che l'Esame di Stato per i medici, non contempla affatto questa competenza, quindi di fatto i medici esercitano la psicoterapia senza un'abilitazione da parte dello Stato. La situazione degli psicologi è diversa, perchè nel loro esame di Stato c'è una prova clinica e la specializzazione in psicoterapia è effettivamente una specializzazione basata sul bagaglio di conoscenze del corso di laurea e quindi assimilabile alle specializzazioni dei medici.
Ridurre a due le prove? Quando lo feci io la terza prova era orale e verteva principalmente sul tirocinio, in pratica era molto difficile che potessero eliminarti alla terza prova…
Che venga rilasciata dalla Univerisità una Laurea Abilitante per l'esercizio di Psicologo, come già avviene nei paesi europei.
Inserire nel piano didattico formativo universitario dei laboratori di Metodologia e tecniche del colloquio psicodinamico – laboratorio di Metodi e tecniche del Counseling – Laboratorio per la somministrazione dei Test.