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Psicologi & Marketing

Il Divorce Planner e l’importanza delle dimensioni psicologiche

E dopo il più famoso wedding planner arriva anche in Italia il divorce planner, il professionista del divorzio indolore. Società liquida. Tutto è in divenire.  Un divorzio in Italia oggi può arrivare a costare anche 23mila euro, e di numero sono raddoppiati rispetto al 1995. Si parla di circa 55.000 divorzi e 85.000 separazioni. Nell’attuale società italiana il mercato della “coppia che scoppia” non conosce crisi, anzi… genera nuove figure professionali specialistiche.

Una separazione o un divorzio pone sicuramente criticità di tipo legale e finanziario, ma allo stesso modo impatta violentemente sulle dimensioni emotive e cognitive dei coniugi e degli eventuali figli. Impatta sugli stili di vita, sulle relazioni con la rete di contatti abituale. Impatta sulla sfera lavorativa e professionale. Può avere ricadute sull’identità, autostima e sentimento di auto-efficacia della persona.

Ci sono un’infinità di dimensioni psicologiche e sociali che entrano in gioco nel divorzio e/o separazione. Ed a loro volta, queste dimensioni sono interconnesse a condizioni economiche, sostegni familiari ed amicali possibili, condizioni di vita, modalità ed esiti di mediazione dell’evento, ecc… Ed ancora, è facile immaginarsi quanto alto sia il rischio di effettuare scelte e prendere decisioni guidati da ansie, paure, rancori o sensi di colpa.

A ben vedere, mi verrebbe da dire che le dimensioni psicologiche e sociali sono critiche almeno quanto quelle legali e finanziarie.

Ecco quindi che dei professionisti attenti osservano il fenomeno sociale in netto sviluppo, individuano e definiscono il disagio generato, progettano ed impacchettano il servizio che lo risolve, o per lo meno supporta. Il divorce planner.

Di fatto, un’agenzia di divorce planning ha diverse figure professionali al proprio interno, o comunque si avvale di un network variegato di professionisti. Avvocato, consulente finanziario, psicologo (o improvvisato tale), mediatore, figure operative e pianificatrici che vanno dall’individuare e pianificare un nuovo scenario di vita, al facilitare aspetti pratici come traslochi, nuova casa, cambio città, ecc…

C’è da chiedersi, e questo il motivo per cui scrivo questo articolo, come mai queste realtà imprenditoriali non vengano mai avviate da psicologi, capaci di fare imprenditoria e di mettersi in rete con altri professionisti. Quasi che lo psicologo debba elitariamente lavorare nel suo ruolo puro di “consulente clinico, psicoterapeuta, selezionare, o altro del genere…”

Troppo spesso rimaniamo a guardarci allo specchio cercando nella società una domanda di servizi che combaci proprio con la nostra immagine riflessa, invece di essere noi a spostarci proattivamente verso le esigenze espresse dalla società, invece di essere capaci di leggere i mutamenti in atto, di rilevare le ricadute sulle dimensioni psicologico-sociali, di progettare risposte professionali adeguate… anche fuori dai setting canonici, in rete con altre professioni, facendo impresa e non necessariamente “Studio”. Perchè?

C’è qualcuno di voi che si è occupato nella sua veste classica di PSICOLOGO o PSICOTERAPEUTA di tali tematiche? Avete mai lavorato con persone separate e/o divorziate? Avete mai colto esigenze di questo genere? Avete mai pensato di offrire un servizio a 360° che vada oltre il classico lavoro a studio?

Su questo fenomeno sociale, ad esempio, a mio avviso qui in Italia c’è ancora un margine per poterci lavorare e costruire opportunità professionale.

C’è qualche lettore dell’articolo con esperienza specifica in materia, su Roma, motivato a lavorarci duramente sopra? Io mi rendo disponibile a sostenere un eventuale progetto con le risorse e competenze di cui dispongo, che non sono quelle “cliniche”, quanto più di project managing, marketing, sviluppo web, ecc…

Ripeto: con esperienza reale e tanta voglia di smazzarsi… che nulla nasce dal nulla ;o)

Buona serata
Nicola

24 risposte su “Il Divorce Planner e l’importanza delle dimensioni psicologiche”

E’ certo un campo non ancora completamente saturo, anzi in espansione. Le ultime notizie attestano che nell’ultimo anno le separazioni sono aumentate del 61%.Aumentano i divorzi dopo le nozze d’argento e naturalmente l’analisi induce una riflessione sulle conseguenze psicopatologiche dell’impatto depressivo. Non si possono offrire pacchetti o soluzioni preconfezionate. Ogni caso va personalizzato e monitorato attraverso una elaborazione che complenda la reimpostazione dello stile di vita e delle scelte. In genere, coinvolgendo persone mature, si dispongono risorse diverse:i figli sono cresciuti, il lavoro volge al termine, la durata della vita si allunga ecc.Il planner divorse s’indirizza in questo senso.E’ un suggerimento da discutere

Ciao Nicola, trovo interessante la tua proposta/provocazione , perchè pur lavorando come psicoterapeuta per casi singoli mi sono capitate diverse persone con separazioni in essere che hanno acuito le loro problematiche psicologiche proprio a causa della separazione , io sono a Latina , ma potrei essere interessato a partecipare ad una eventuale iniziativa anche su Roma , fammi sapere , una qualche esperienza in materia me la sono fatta.

A proposito di divorce planner…
Ho avuto esperienza come psicoterapeuta e come CTU sull’aiuto a superare condizioni di conflittualità anche molto gravi.Anche per noi è difficile trovare soluzioni opportune perchè la materia non è solo clinica e non si risolve all’interno degli studi privati. Le soluzioni vanno approfondite per prendere in considerazione possibilità diverse.Il pregetto va sviuppato in rete con centri che stimolino l’educazione alle relazioni positive e alle iniziative del BELL-ESSERE ( salute, viaggi, incontri ecc..)

Ciao Nicola,la trovo una buona iniziativa. Mi imbatto spessissimo nei problemi sulla separazione o sul voler continuare un rapporto. Sarei positivamente pronta ad affrontare il problema. Alcune volte, nei casi di separazione, ho suggerito anche l’avvocato. Nel mio piccolo ho cercato di fare quello che serviva perchè la separazione fosse meno dolorosa e più matura possibile.Buon lavoro e buona vita a te
Simonetta Sodo

Buongiorno Nicola,
sfortunatamente lavoro a Bari, e quindi ci separano un pò di Kilometri, ma mi sono istritto con interesse a Psicologi informati etc. perchè lavoro da sempre nel privato e percepisco una sensibile distanza di atteggiamento – direi di interessi – dai miei colleghi che lavorano nel pubblico. Ho lavorato in una azienda di servizi di informatica per 15 anni, come responsabile qualità e risorse umane. In parallelo, ho svolto attività clinica nel mio studio. Ora sono consulente aziendale nei settori qualità, ambiente e risorse umane, collaborando principalmente con Aeroporti di Puglia, e continuo anche la mia professione di psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. La mia esperienza aziendale mi rende molto vicino alle tue “provocazioni”, lo psicologo farebbe bene ad emanciparsi da un atteggiamento ottocentesco e farsi imprenditore di se stesso. Purtroppo, ripeto, siamo un pò distanti perchè io possa più direttamente partecipare alle tue iniziative, ma ti auguro il meglio, per te e per la nostra professione.

Ho avuto esperienza come consulente tecnico di parte (CTP, la questione è molto vaiegata e soprattutto soggettiva. Un divorce Planner presuppone poca conflittualità tra le parti e molta consapevolezza. Quindi penso possa essere una figura che supporta, accompagna la coppia che si sta separando, che ha deciso in comune accordo di lasciarsi, perchè anche in un contesto pacifico, la fine di un matrimonio, di un rapporto presuppone sofferenza. Nei casi più “patologici” la situazione è più complicata. Tuttavia sono interessata all’argomento, mi piacerebbe approfondirlo, soprattutto è fondamentale CHE NOI PSICOLOGI LO FACCIAMO NOSTRO!!!

Caro Nicola,
tu hai sempre idee splendide, ma io mi scontro sempre con lo scoglio che sono un clinico e che in tutto metto una visione clinica. Io ci sto ad acquisire competenze diverse, che però non so quali siano, per esempio io mi occuperei delle depressione che sorge dal divorzio e della rabbia che spesso coinvolge i cognugi a spese dei figli che diventano pacchi da litigarsi. Ecco per es, io non sono specialista in Psicologia infantile, potrei agire solo sui genitori, cmq ti seguo

Gianna Porri

E’ proprio vero. E’ un circolo vizioso lo psicologo è spesso visto come colui che cura i pazzi e “strizza” i cervelli… E noi psicologi non facciamo nulla per allargare e ampliare questa immagine. Ho sempre desiderato lavorare sul benessere e sulla prevenzione.
Ho esperienza come CTP e mi sono accorta di come non si attenziona mai il processo del divorzio psicologico e dell’elaborazione del lutto dell’immagine di coppia e di sè come membro di una coppia.
Unico motivo di vita diventa la lotta legale e le armi troppo spesso sono i figli.
Quanto a me è già da un poò che penso di creare qualcosa al riguardo con un’avvocato ma le mie passate esperienze di associazione o simili sono state fallimentari. Non c’è collaborazione ma competizione, fare le cose di nascosto e via dicendo….Tante parole e poca azione

molto interessante!
l’idea di fornire un sostegno a 360° alle coppie e alle famiglie che affrontano una separazione mi sembra molto utile nella società odierna.
io sono una psicologa e lavoro da diverso tempo in un centro per le famiglie del comune di roma dove giungono molte coppie separate o in via di separazione e dove si fa un grosso lavoro di rete. forniamo interventi di consulenza psicologica per il sostegno alla genitorialità o alla coppia in crisi, mediazione familiare, e consulenza legale, con interventi sinergici e integrati. in questo campo ho una certa esperienza che mi piacerebbe mettere a frutto attraverso progetti innovativi e realmente orientati ai bisogni degli individui.

ciao, NIcola. io sto masticando questo linguaggio da un pò. ho frequentato un corso di CTU, CTP dove il tema della separazione con minori è di grande interesse e attualità. ho frequentato un master annuale in mediazione familiare, anche se non ho ancora mai condotto una mediazione da sola, pur ricevendo proposte da avvocati matrimonialisti. pare si vada in cerca di queste figure al momento. sento dire, da questi ultimi, che spesso gli avvocati si trovano a dover fare un pò da psicologi con i genitori che si stanno separando. il che non è una cosa che noi psicologi dovremmo permettere. per cui, è il caso che ci facciamo avanti in questo…io posso offrire questa esperienza e di tempo a disposizione ne ho parecchio. se può essere utile…

Altro ancora….
il divorce planner coinvolge diverse figure professionali. Per gli aspetti legali e la tutela e per certo gli avvocati. L’esperienza degli psicologi è fondamentale nel guidare tutte quelle condizioni di difficoltà e di reimpostazione di vita necessarie al caso. Per esperienza posso dire che gli stessi avvocati suggeriscono la mediazione familiare, il sostegno alla genitorialità e la psicoterapia. Occorre professionalità relazionale,tempo e pazienza nel gestire i conflitti che gli avvocati non possono affrontare.I confini esistono nelle professionalità di ciascuno, anche le normative indicano campi diversi d’intervento in materia.

Caro Nicola,
ovviamente la tua proposta è molto interessante. Il divorzio è un evento che coinvolge diverse persone e sicuramente la gestione emotiva è molto importante. La cosa che mi lascia perplessa è che nel 2010 in Italia lo psicologo resta “l’ultima ruota del carro” sempre e comunque!!!!!!! Nulla nasce da nulla è verissimo ma ho una domanda: partendo dalla facoltà di psicologia quanta gavetta deve fare una persona? Imbarcarsi in un’ennessima trovata mi sembra pura follia perchè credo che lo psicologo in Italia non è mai esistito e chissà quando esisterà!!!!!!!! Certo qualcuno qualcosa si inventa ma perchè ha alle spalle un reddito tale da permettere una formazione che costa oltre quella medica!!!!! In bocca a lupo! Saluti

…non so se pertinente questo commento all’interno di questa discussione, dal momento che Nicola chiedeva pareri a chi fosse interessato (esclusivamente?).
Ma vorrei dire la mia rispetto a questa proposta, pensando che magari può essere uno spunto di riflessione.

Questa proposta, mi sembra interessante, cerca di risolvere alcuni problemi, risponde a dei bisogni, c’è una attenta e precisa analisi di mercato dietro.

Questo è buono.

Ma, per come è posta la proposta, non mi piace.
Messa così, non mi pare buona cosa per l’immagine dello psicologo.
Cosi, le mie reazioni a pelle mi dicono che si sono connotati negativi: mi viene in mente il corvo.
Mi vengono in mente le pubblicità che ogni tanto vedo in giro “Ti organizziamo un funerale a sole 799€” (giuro le ho viste).

Bisogna decidersi: colludere con questo tristissimo meccanismo disumanizzante, oppure puntare più in alto.

Si, qualcuno deve lavorarci, cogliere questo problema e pensare un intervento per ridurre costi emotivi, economici e dare sostegno alle persone ecc., ma perché solo evidenziando l’aspetto negativo? rischiando di passare per “becchini” del matrimonio?

Non so, forse è una impressione solo mia, ma mi sembra di stare investendo nella morte, cosi.

Mi sembra anche che segua una logica che finisce per banalizzare il senso del matrimonio, sostenendo indirettamente l’idea che esso sia un calcolo, qualcosa da fare e disfare, basta sia “indolore”.
Ma si, mettiamoci la firma a sto matrimonio, tanto se va male in fondo è solo un accordo “commerciale”.
Ed eccoci anche noi ridotti a “nuove figure professionali”, che si occupano del fallimento.

Ma lo psicologo si occupa di fallimenti…o di vittorie?

Non voglio dire che a tutto c’è rimedio, anzi, sto solo proponendo di pensare in maniera più globale al problema.
Il problema non è “il costo per il divorzio”.

Il problema secondo me è “l’immaturità nel matrimonio”.

Allora perché non proporre una risposta più completa, investendo nella prevenzione, nell’educazione, rieducazione, valutazione delle possibilità conoscitive e trasformative prima di limitare i danni e buonanotte?

Non so, si potrebbero cercare parole più efficaci e pertinenti, mi viene in mente “sostegno alla costruzione della famiglia”.

Ma forse sto confondendo la famiglia con il matrimonio?

mesà di si, in questo nuovo e fantastico mondo

🙂

Brave new world!

X Giulio. Tu dici “Ma lo psicologo si occupa di fallimenti…o di vittorie?”. A mio avviso lo psicologo, tra le altre cose, si occupa di facilitare fasi di vita segnate da un fallimento, tanto quanto sostenere processi virtuosi di crescita e benessere. Non è lo psicologo a fallire o vincere, badiamo bene… E poi, anche a me non piace vedere il matrimonio come evento commerciale da “soddisfatti o rimborsati”, ma di fatto la società muta in tale direzione e non è interessata a servizi che ti permettano di “durare tutta la vita”, ma a servizi che ti facilitino il liquido e fluttuante qui ed ora. Può piacere o può non piacere, ma tendenzialmente questo è. Ciascuno di noi, io penso, può impegnarcisi o meno come psicologo, e farlo entro confini deontologici e di dignità professionale. Come del resto troppi sono gli psicologi che praticando la canonica attività a studio arrecano ben peggior danno di immagine all’intera comunità professionale! Se tu vedi questi incipit come un servizio da becchino (con tutto il rispetto per chi fa questo lavoro!), evidentemente non sarai assolutamente interessato ad approfondire il discorso ;O)) Buona vita, nicola

Ciao Nicola,
Condivido pienamente con te il fatto che noi psicologi siamo scarsamente imprenditori di noi stessi e credo che la risposta venga proprio dall’essere “PSICOLOGI!!!”ci hanno insegnato l’ ascolto, il non non giudicare mai, essere empatici e non simpatici,etc etc..Siamo poco avvezzi, purtroppo a dare risposte, soluzioni.
Io oltre ad essere psicoterapeuta cognitivo comportamenteale sono CTU del Tribunale di Roma e mi scontro quotidianamente con tematiche di questo genere, coppie altamente conflittuali che “massacrano” inconsciamente i figli.
Ho anche vissuto un’esperienza personale di questo tipo in quanto sono da molti anni divorziata, dopo 22 anni di matrimonio, ho due figlie ormai maggiorenni.
Ricordo che nella grande confusione nella quale mi trovavo chedevo aiuto/consiglio a tutti ma non riuscivo mai ad avere una risposta adeguata…Vivo a Roma.. Parliamone..

proviamo solo per un attimo ad uscire dall’approccio della “figura”, del “profilo professionale stabilito dall’alto”, per tentare di entrare solo per poco nell’ottica del “servizio”, del “bisogno espresso dal basso, dal cliente”… mettiamo per un attimo da parte le etichette che usiamo per definirci professionalmente, e proviamo ad ascoltare la società… cosa la attraversa? cosa sta chiedendo? e noi possiamo offrirle qualcosa di utile?…

…risposta a Nicola:

– non intendevo vittorie dello psicologo, ma vittorie del cliente. Se la separazione è una vittoria e genera benessere, ben venga.

– non credo che seguire l’andamento della società sia, tout court, la soluzione migliore.
Secondo questo ragionamento si generano infatti dei paradossi: dovremmo allora seguire l’andamento della società italiana che ci sta dicendo che non ha bisogno di noi psicologi?
Eppure questo è. Tant’è che ce le stiamo inventando tutte.
In tema di divorzio, credo che sia un arricchimento professionale poter fornire strumenti completi: sia per decidere di attuarlo, che essere aperti a soluzioni alternative.

Quindi, si, non sono interessato alla proposta cosi com’è, perchè mi sembra circoscritta ad una azione tecnica.

Ma nessun problema rispetto al fatto che qualcuno liberamente se ne occupi, e che magari possa aiutare alcuni casi che necessitano di un supporto.

Perciò…buon lavoro!

🙂

Ciao Nicola, l’iniziativa mi sembra interessante e potrebbe essere una strada da battere. Come psicologo non ho un esperienza diretta di coppie in crisi ma piuttosto di ragazzi con disabilità” nel momento del divorzio dei genitori. Per esperienza ho potuto constatare di quanto le loro difficoltà siano acuite da queste dinamiche. La cosa più evidente è la sensazione di dover affrontare un momento cosi distruttivo senza la presenza di figura che possa fungere da “guida”. In tal senso io potrei offrire ai fini del progetto questa esperienza sui minori ed eventualmente le mie competenze come testista acquisite alla scuola “S.Montagna” di Roma. Se a tuo avviso posso contribuire anche io al progetto, contattami,
buona vita, Paolo

Ciao Nicola,
io sono psicologa e mediatrice familiare però non mi sono ancora capitate tutte queste opportunità di lavoro nel settore separazione/divorzio. Credo che dipenda dal fatto che in Italia non è ancora così diffusa una cultura di questo tipo. Cmq sono assolutamente disponibile e motivata…:o)

Un ottimo articolo, Nicola.
Al di là della figura professionale in sé, la riflessione di base è molto acuta: perché noi psicologi aspettiamo che siano altri a “colonizzare” le nuove aree del mercato? E perché non sappiamo fare un restyling della figura dello psicologo in modo che venga percepito maggiormente competente non solo per la “cura dei pazzi” (confondendosi con lo psichiatra)?

Gentile Nicola,
è un articolo interessante questo, in esso vedo alcune cose positive:
essendo un dato di fatto il numero enorme di divorzi e separazioni in Italia, noi Psicologi possiamo fare tanto:
– Possiamo prevenire questi divorzi e queste separazioni attraverso vari canali come i colloqui psicologici per la coppia
– un’attività di monitoraggio nel tempo dei Rapporti di coppia
– Conferenze nelle scuole dove vi sono vari adolescenti, figli di coppie separate o divorziate
– Dibattiti pubblici in vari contesti
– L’uso dei blog e siti come questo per informare e Sostenere le coppie
– Incrementare i Consultori familiari
– Metterci assieme noi Psicologi in equipe, con o senza altri professionisti quali avvocati, mediatori, ed altro
Per quanto mi riguarda tra i miei utenti, una grande percentuale è data da persone tradite, in depressione perché appena separate ed altro.
Anch’io lavoro a Roma e sono disponibile per un progetto in questo ambito anche tramite equipe, fammi sapere
Un cordiale saluto
Dott. Rolando Tavolieri

Ciao. Sono una psicologa da sempre interessata a lavorare in ambito giuridico. Ho anche terminato un master in diritto del minore proprio perchè fiduciosa nelle prospettive che mi offriva Mi sembra un’idea molto interessante…sono disponibile a mettermi in gioco da subito!!!

Lavoro come consulente tecnico e quindi mi occupo continuamente di separazioni e divorzi e seppure condivido il concetto che gli psicologi dovrebbero approfondire le proprie conoscenze di marketing professionale penso che il divorzio sia un evento di vita drammatico e doloroso, durante il quale quasi nessuno ha voglia di mettersi nelle mani di qualcuno che gli riorganizza la vita, soprattutto quando ci sono i figli, magari piccolissimi. Il lavoro degli psicologi dinanzi alla sofferenza non può che essere di accoglienza, sostegno, terapia, eventualmente mediazione. Che cosa dovremmo fare? Metterci insieme con consulenti finanziari, agenzie immobiliari, agenzie di viaggio, per aiutare chi si separa a riordinare i propri conti, trovare una nuova casa, organizzare un viaggio consolatorio in qualche isoletta tropicale? Trovo che questa idea del divorce planner oltre che un pò triste (vabbè!) possa essere un servizio proponibile, eventualmente, soltanto a coniugi di condizioni economiche elevate, che però, in genere, hanno già i loro consulenti legali e finanziari personali e non hanno certo bisogno di trovarne dei nuovi. I tribunali però sono pieni di ex mogli ed ex mariti che dopo la separazione subiscono un drastico peggioramento delle loro condizioni di vita (soprattutto economiche) e non credo che avrebbero proprio voglia e possibilità di andare pure dal divorce planner, come la maggior parte delle persone (non siamo tutti Silvio e Veronica e pure per loro, ne sono sicura, il divorzio è un grande dolore) non va nemmeno dalla wedding planner quando organizza il proprio matrimonio. No, non mi piace. Dovremmo concentrarci piuttosto sulla mediazione. Lì sì che avremmo le competenze professionali. La mediazione sta diventando obbligatoria e noi che facciamo?

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