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Disturbi dell’umore saranno il male del secolo, dopo le patologie cardiovascolari

Entro il 2020, i disturbi dell’umore saranno diffusi più di cancro e diabete, secondi alle sole patologie cardiovascolari!

Questi disturbi, rappresentano una delle nuove emergenze sanitarie e socio-relazionali e una sfida nell’ambito della ricerca scientifica.

In aumento ci sono anche altri disturbi quali quelli d’ansia, del comportamento alimentare, dello spettro schizofrenico, quelli correlati ad eventi traumatici, per non parlare delle diverse forme di dipendenze, dall’uso di sostanze, alle nuove forme di dipendenze comportamentali (da gioco d’azzardo patologico, da internet e nuove tecnologie, da spese compulsive, da sesso patologico).

Inoltre, se prima l’età media di insorgenza della malattia era tra i 20 e i 40 anni, oggi sono in aumento le manifestazioni precoci o tardive. La cultura di oggi propone ai giovani dei modelli di identificazione molto difficili da raggiungere, aprendo le porte ai moderni disturbi psichiatrici e al loro continuo aumento. D’altronde, secondo l’Oms, circa il 20% della popolazione mondiale presenta un quadro di umore instabile, dato che si accompagna all’aumento del numero di suicidi, circa 800mila all’anno (uno ogni quaranta secondi), che arrivano a rappresentare la seconda causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 29 anni.

L’articolo completo lo trovate su Sanità24 de Il Sole 24 Ore

 

 

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Sondaggio: la domanda di Psicologia muta, e la risposta degli psicologi?

Vi propongo un sondaggio, del tutto esplorativo e senza pretese, sulla corrispondenza tra la domanda di psicologia da parte dei cittadini e la risposta di servizio da parte degli psicologi.

Il sondaggio prende spunto da una ricerca sulla domanda ed offerta nel settore della Psicologia Clinica e Psicoterapia che il CNOP (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi) commissionò nel 2008 al prof. Salvini della Facoltà di Psicologia di Padova. La ricerca coinvolse ben 2856 psicologi/psicoterapeuti su tutto il territorio nazionale, con prevalenza al centro. Una ricerca quindi sufficientemente rappresentativa della popolazione degli psicologi italiani ed anche attuale.

Nella ricerca si osserva che il cambiamento maggiormente riferito dagli psicologi clinici / psicoterapeuti (segnalato da circa un terzo) è la richiesta sempre più frequente di trattamenti caratterizzati da una maggiore urgenza e da tempi più brevi; e si afferma che questo fenomeno viene giudicato negativamente tanto che un quinto dei colleghi “accusa” il cliente di “non volersi impegnare” o di