L’obesità è oramai una emergenza globale. Più di 2.1 milioni di persone – quasi il 30% della popolazione mondiale – sono oggi in sovrappeso o obese (Ng et al 2014). In pratica, due volte e mezzo il numero di adulti e bambini che nel mondo sono denutriti!
L’obesità è responsabile di circa il 5% dei decessi in tutto il mondo. Simon Stevens, chief executive del Servizio Sanitario Nazionale in Inghilterra, a settembre scorso ha avvertito che “stiamo perdendo tempo rispetto alla peggiore emergenza per la salute pubblica degli ultimi tre decenni.”
Questa crisi non riguarda soltanto le dimensioni sociali e di salute, ma anche economiche. L’impatto economico globale dovuto all’emergenza obesità è di circa 2 trilioni di dollari, ovvero il 2,8% del PIL mondiale, più o meno equivalente all’impatto globale dato dal fumo o dalla violenza armata, la guerra e il terrorismo.
La McKinsey Global Institute (MGI), nel 2014 ha individuato 74 tipologie di intervento, suddivise in 18 differenti aree. Qui puoi scaricare la ricerca integrale
Già oggi il costo dell’obesità sulle casse dei sistemi sanitari oscilla tra il 2% ed il 7% della spesa pubblica, e ciò senza includere l’importante costo sanitario riguardante le varie complicanze e malattie associate allo stato di sovrappeso ed obesità (diabete, cardiovascolari, ecc…), che porterebbe il costo sanitario sino al 20%.
L’obesità è un problema globale
Se la tendenza all’obesità continua sulla sua attuale traiettoria statistica, quasi la metà della popolazione adulta del mondo sarà in sovrappeso o obesa entro il 2030.
Nessun paese è riuscito a ridurre la sua prevalenza dell’obesità tra il 2000 e il 2013. Durante questo periodo, la prevalenza è cresciuta di 0,5 punti percentuali o più all’anno in 130 dei 196 paesi per i quali si dispone di dati OCSE (OECD 2014). L’obesità, sino a qualche anno fa era un problema tipico dei paesi con economie sviluppate, ma con l’aumentare del reddito nei paesi emergenti il problema si sta rapidamente diffondendo. Oggi, circa il 60% delle persone obese del mondo abitano nei paesi in via di sviluppo.
Anche la produttività dei dipendenti è minacciata dall’obesità, compromettendo la competitività delle imprese. McKinsey Global Institute (MGI) ha valutato la perdita di produttività per l’obesità con il disability-adjusted life (attesa di vita corretta per disabilità), o DALYs, che misura il numero di anni che si perdono o si rendono economicamente improduttivi a causa della malattia. Gli anni persi per obesità sono oggi tre volte più alti nelle economie sviluppate rispetto ai mercati emergenti. Tuttavia, questo divario si sta riducendo. L’aumento del numero dei DALYs per 100.000 persone è rallentato nelle economie sviluppate tra il 1990 e il 2010, ma è salito del 90% nelle economie emergenti.
Le politiche per combattere l’obesità
Che cosa necessita fare?
Questi interventi includono i pasti scolastici agevolati per tutti, l’etichettatura di calorie e nutrizionale, restrizioni alla pubblicità di alimenti ad alto contenuto calorico e di bevande, e le campagne di salute pubblica.
A causa della natura sistemica dell’obesità e di alcune lacune nella raccolta dati, MGI ha potuto effettuare una proiezione di impatto economico di sole 44 tipologie di intervento sui 74 individuati.
Se il Regno Unito, il paese in cui MGI ha scelto di effettuare la sua valutazione iniziale, avesse distribuito e sostenuto tutti i 44 interventi testati, si sarebbe potuta invertire la crescente tendenza all’obesità e portare circa il 20% degli individui in sovrappeso e obesi di nuovo nella normale categoria di peso nell’arco di cinque-dieci anni. Ciò avrebbe ridotto il numero di persone obese e in sovrappeso di circa la popolazione austriaca.
Costo-efficacia e la necessità di un’azione coordinata
La messa in opera dell’intero set di interventi dovrebbe agire sia per modificare gli stili alimentari che i livelli di attività fisica della popolazione. Istruire e informare la popolazione sui rischi dell’obesità è importante, ma le ricerche dimostrano che non è sufficiente a deflazionare il problema.
La nostra analisi per il Regno Unito suggerisce che quasi tutti gli interventi individuati sono convenienti per la società. Il risparmio sui costi sanitari e una maggiore produttività (calcolati su tutta la durata di vita della popolazione bersaglio) potrebbero essere maggiori dei soldi di investimento necessari per fornire l’intervento. Un programma integrato per invertire l’aumento dell’obesità potrebbe salvare il Servizio Sanitario Nazionale circa 1,2 miliardi di dollari all’anno.
Impatto e costi sono stimati e misurati tramite l’uso del DALY, rispetto a tutta la popolazione del Regno Unito nel 2014 (scarica studio integrale: MGI Obesity_Full report_November 2014)
Solo una azione sistemica di tutti gli interventi anti-obesità, implementata su larga scala, sarà sufficiente a superare l’aumento dell’obesità. Nessun singolo gruppo nella società – governo, rivenditori, le aziende di beni di consumo, i ristoranti, i datori di lavoro, organizzazioni dei media, operatori sanitari, o individui – sarebbe in grado singolarmente di combattere l’aumento dell’obesità. Nonostante ciò, gli sforzi per affrontare l’obesità sono stati sinora parziali o frammentari. A ciò si aggiunge che il dibattito globale su come rispondere all’obesità è diventato polarizzato (ndr: sicuramente anche a causa degli enormi INTERESSI ECONOMICI in gioco!) tra parti divenute profondamente antagoniste.
Traduzione dell’articolo “Obesity: A global economic issue“, su VOX
Altre fonti:
McKinsey Global Institute (MGI) (2014), “Overcoming obesity: An initial economic analysis”, Discussion paper, November.
OECD (2014), “Obesity Update”, Organisation for Economic Co-operation and Development, June.