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Disturbi alimentari secondo il Min Salute: c’è tanta Psicologia

Il Ministero della Salute pubblica 2 documenti per far fronte ai Disturbi alimentari. Si parla molto di Psicologia.

Questi i 2 documenti prodotti dal Tavolo di lavoro del MinSalute:

  1. Raccomandazioni per interventi in Pronto Soccorso per un Codice Lilla
  2. Raccomandazioni per i familiari

Anche se, alla fine, nel documento “Raccomandazioni per interventi in Pronto Soccorso per un Codice Lilla” l’unico passaggio in cui si parla di presa in carico recita:

In presenza di grave depressione e rischio suicidario, l’indicazione al ricovero urgente in ambiente psichiatrico viene valutata con una consulenza psichiatrica urgente

debbo segnalare che, nel documento “Raccomandazioni per i familiari” numerosi sono i riferimenti a dimensioni psicologiche

Personalmente sono un sostenitore dell’efficacia del lavoro in team multidisciplinare, quindi – al netto delle prime impressioni – voglio leggere questi 2 documenti come opportunità per valorizzare ruolo e funzione dello psicologo in tale ambito… tuttavia dobbiamo costruirla questa posizione, quindi spero che il nostro amato CNOP si attivi in tal senso con il MinSalute!

Vi riporto alcuni dei passaggi PSY del documento con le raccomandazioni ai familiari:

  • I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA) “Sono stati patologici complessi che influiscono sullo sviluppo corporeo e sulla salute fisica e psichica comportando gravi problemi medici, sia acuti sia cronici
  • I DNA “si associano ad una grave sofferenza psicologica ed emotiva e a difficoltà relazionali e sociali
  • depressione dell’umore, tristezza, rabbia, isolamento sociale, ossessioni, stati ansiosi e altri disturbi emotivi e psicologici che possono accompagnare i sintomi sopradescritti
  • I DNA “sono malattie complesse in cui si esprime una situazione di disagio e sofferenza psicologica attraverso un malessere fisico
  • I DNA “producono alterazioni del comportamento, del modo di pensare, dello stato psicologico e dello stato di salute dell’individuo
  • Solo un insieme di dati clinici e di laboratorio, di valutazioni psicologiche e comportamentali, di dati derivanti dall’anamnesi ci permette di arrivare a una diagnosi sicura
  • Il trattamento ambulatoriale rimane il trattamento d’elezione, ma per essere efficace deve essere effettuato da un equipe che sia in grado di affrontare tutti gli aspetti del disturbo: quelli psicologici, internistici, nutrizionali e di terapia o sostegno della famiglia
  • Ricovero ospedaliero in urgenza: “in questo caso è necessario che, oltre ai clinici, sia presente almeno un consulente psichiatra o psicologo, che possa aiutare la gestione del paziente e dei suoi genitori

Dissonanza…

Nel documento di raccomandazioni ai familiari, sui ricoveri urgenti dice che necessita la presenza di uno psichiatra o UNO PSICOLOGO… epperò nel documento con le indicazioni di intervento nei Pronto Soccorso con Codice Lilla si contraddice con “ricovero urgente in ambiente psichiatrico viene valutata con una consulenza psichiatrica

La questione è sempre la solita: a chiacchiere si riconoscere la funzione strategica del contributo psicologico, nella sostanza gli psicologi sono oramai in esaurimento nel SSN e quindi alla prova dei fatti rimane l’ambiente psichiatrico, ovvero la consulenza psichiatrica. CNOP SVEGLIA!!!

Apprezziamo per lo meno questo passaggio e vediamo di lavorare per meglio consolidare il ruolo dello psicologo, nei fatti oltreché a parole…

DOVE CERCARE AIUTO?

È necessario cercare aiuto in centri specializzati per il trattamento e la cura dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. I servizi specialistici sono fondati sul principio di multidisciplinarità dove si può attuare un progetto terapeutico sui vari versanti: psicologico, psichiatrico, nutrizionale e riabilitativo, versanti che necessariamente debbono integrarsi per percorrere il cammino verso la guarigione.
Per individuare i servizi del territorio si può consultare la mappa nazionale presente sul sito
www.disturbialimentarionline.it o chiamare il Numero Verde SOS DA 800180969

 

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Diabete e obesità le nuove malattie urbane

Aumentano le patologie croniche in città!

La pandemia sociale del diabete e dell’obesità, decretata dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ogni giorno registra un incremento: basti pensare che si è passati da 108 milioni di casi nel1980 a 422 milioni nel 2014 e si stimano 642 milioni per il 2040.

 

Diabete urbano

Così viene definito il fenomeno e inserito in quello più largo dell’aumento di tutte le malattie croniche non trasmissibili nelle città: secondo i dati forniti nella due giorni romana, in Italia il 52% delle persone con diabete risiede nei primi 100 centri urbani. Una persona su tre con diabete, hanno spiegato gli esperti, risiede nelle 14 città metropolitane italiane, e a Roma è diabetico il 6,5% della popolazione, contro il 5,4% della media nazionale, più della media laziale.

Andrea Lenzi, presidente di Health City Institute, altro organismo che ha aderito con Roma, seconda città europea dopo Copenhagen, al programma Cities Changing Diabetes (tra le altre città aderenti anche  Shangai, Vancouver, Johannesburg, Città del Messico) spiega che “l’ambiente urbano influenza il modo in cui le persone vivono, mangiano, si muovono, tutti fattori che hanno un impatto sul rischio di sviluppare il diabete“. Età (il 70% dei diabetici di tipo 2 italiani ha più 60 anni), condizione sociale e istruzione sembrano essere, con qualche elemento contraddittorio, determinanti.

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Corso ondemand:
L’intervento psicologico in diabetologia

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Curare il sano

La frase emersa al convegno sembra una nuova forma di “medicalizzazione” ma andrebbe interpretata invece come “Proteggere il sano”. Prevenzione in primis in un dialogo continuo tra medico e paziente: alleanza dunque e niente paura dell’empowerment o del “paziente informato”. Fare sistema, gestione integrata, presa in carico, percorsi terapeutici, indicatori e utilizzo intelligente dei big data, educazione e accompagnamento. [/vc_column][/vc_row]

Niente paura di dr.Google, speciale attenzione all’aderenza alle terapie, alle complicanze e alla comorbidità anche multipla, dall’obesità all’ipertensione, dalle dislipidemie alla depressione, veri moltiplicatori della spesa ospedaliera, ed elementi tutt’altro che sotto controllo, sguardo agli aspetti psicologici e relazionali dei pazienti.

 

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Accordi economici e malattie.

Su diabete e obesità, infine, una ricerca pubblicata sul Canadian Medical Association Journal mette in relazione gli accordi Nafta Usa-Canada sui cibi (in particolare i dazi ridotti sullo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, con un raddoppio delle importazioni tra il 1994 e il 2000) con l’aumento di obesità e diabete.

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Corso ondemand:
Il gruppo psicologico con persone affette da patologie croniche[/vc_column][/vc_row]

Molto discutibile e non provata la causa-effetto: c’è solo un forte legame e un sospetto. Ma va registrata per autorevolezza e per quel che vale. Sarà certamente utilizzata da tutti gli oppositori dei vari trattati economici internazionali. Quello tra Europa e Canada è appunto in agenda

 

Fonte: http://www.repubblica.it/salute/prevenzione/2017/07/05/news/diabete_l_epidemia_e_sempre_piu_urbana-170042186/

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In Italia 6 milioni di obesi, circa 4,5 miliardi di euro di spesa l’anno

I dati in Italia sono allarmanti: 6 milioni di obesi, di cui 500mila grandi obesi.

Ogni anno MUOIONO 57.000 persone per le complicanze legate all’obesità. UNA OGNI 10 MINUTI.

Il problema ahimé inizia dall’infanzia: 1 bambino su 3 è in sovrappeso e 1 su 4 è obeso.

Numeri enormi che si trasformano in spese enormi: il SSN sostiene annualmente un costo di circa 4,5 MILIARDI di euro (il 4% della spesa sanitaria italiana) per gestire le persone in condizione di obesità, incluse complicanze e comordibità correlate.

Ad esempio… sovrappeso e eccesso ponderale sono responsabili di circa l’80% dei casi di diabete, del 55% dei casi di ipertensione e del 35% di quelli di cardiopatia ischemica e di tumore.

Questi alcuni dei dati emersi durante il XXV Congresso della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità organizzato a Venezia il mese scorso. Il congresso intendeva ribadire “l’importanza dell’interdisciplinarietà nella cura di questa malattia“.

C’erano in effetti tutte le Società scientifiche di riferimento [Società italiana dell’obesità (Sio), Società italiana di diabetologia (Sid), Società italiana di chirurgia endoscopica (Sice), Associazione italiana di chirurgia plastica ed estetica dell’obesità (Aicpeo), Società italiana di emergenza e urgenza (Simeu)]”, ma NON GLI PSICOLOGI.

E’ un vero peccato! E’ un peccato che la comunità degli psicologi italiani spesso non disponga di Società scientifiche forti, riconosciute, operanti su specifici ambiti e nicchie. E’ un peccato che spesso in questi tavoli, in cui di fatto si tratteggiano le politiche della salute prossime future, non vi siano gli psicologi, quando invece la Psicologia può fornire un contributo importante, alcune volte determinante, per il contrasto al sovrappeso ed all’obesità.

Come Ordine Psicologi Lazio sul versante dell’alimentazione stiamo portando avanti diverse iniziative, non ultima la ricerca, in collaborazione con il Ministero della Salute, su “Nuove tecnologie e stili alimentari” che ha coinvolto oltre 1000 ragazzi, provenienti da 40 istituti scolastici regionali, tesa ad indagagare la relazione tra l’utilizzo delle nuove tecnologie da parte degli adolescenti laziali e il loro comportamento alimentari.

 

Mercoledì 7 Giugno p.v. presenteremo, presso il Ministero della Salute, gli esiti della ricerca. Sarà una preziosa opportunità per valorizzare e posizionare il contributo della funzione psicologica anche in area di tutela e promozione di salute alimentare 😀

Presto vi farò avere maggiori dettagli su luogo, orari e rogramma 😉

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Obesità, stili alimentari, costi socio-sanitari e Psicologia

L’obesità è ormai diventata un problema a livello globale.

L’Ordine Psicologi Lazio c’è! Siamo in chiusura del progetto “Nuove tecnologie e stili alimentari” condotto in collaborazione con la Direzione Generale per l’igiene la sicurezza degli alimenti e della nutrizione del Ministero della Salute. Uno studio sulle possibili correlazioni tra l’uso delle nuove tecnologie e il comportamento alimentare nella popolazione adolescente.

Il contributo della Psicologia è prezioso, in questo post riporto lo scenario globale, prima, e quello italiano, a seguire 🙂

 

Più di 2.1 miliardi di persone – quasi il 30% della popolazione totale – sono in sovrappeso oppure obesi (Ng. et al. 2014). Si tratta di circa due volte e mezzo il numero di adulti e bambini che sono denutriti. L’obesità e responsabile del 5% dei decessi a livello mondiale. Simon Stevens, amministratore delegato della National Health Service England, ha avvertito in settembre che

“stiamo andando, come dei sonnambuli, verso la peggior emergenza sanitaria per almeno tre decenni”

L’impatto sull’economia globale dell’obesità è di circa 2.0 trilioni di dollari, cioè il 2.8% del PIL globale – vagamente equivalente all’impatto globale di fumo o violenza armata, guerra e terrorismo, secondo una nuova ricerca del the McKinsey Global Institute (Overcoming obesity: An initial economic analysis – MGI 2014) (vedi figura 1).

obesita-psicologia

Oggi, il peso economico dell’obesità sui sistemi sanitari dei paesi sviluppati è compreso tra il 2 ed il 7% di tutta la spesa pubblica in ambito sanitario. E questo non include i costi elevati dei trattamenti per le malattie come il diabete di tipo 2 e le malattie del cuore, che alzano il costo della sanità fino al 20%, stando ad alcune stime.

 

L’obesità è un problema globale

Se l’obesità continua a diffondersi a tali ritmi, quasi metà della popolazione mondiale adulta sarà obesa entro il 2030.

Nessun paese è riuscito a ridurre il proprio tasso di obesità tra il 2000 ed il 2013. In questo periodo l’obesità è cresciuta dello 0.5 percento o più all’anno in 130 dei 196 paesi per il quali sono disponibili i documenti dell’OECD circa i dati sull’obesità (Obesity Update, OECD 2014). Oggigiorno, circa il 60% delle persone obese si trovano nei paesi in via di sviluppo.

C’è sempre più evidenza del fatto che, oltre ai costi dei sistemi sanitari, anche la produttività degli impiegati sia minacciata dall’obesità, compromettendo la concorrenza delle imprese. Il McKinsey Global Institute (MGI) ha stimato la perdita di produttività dovuta all’obesità utilizzando le misure standard degli anni di vita aggiustati per disabilità, DALYs, queste permettono di stabilire il numero di anni che vengono sprecati o resi economicamente improduttivi a causa di una malattia. Il numero dei DALYs persi a causa dell’obesità è tre volte maggiore nelle economie sviluppate rispetto ai mercati in via di sviluppo. Ad ogni modo, tale differenza si sta restringendo. La crescita del numero dei DALYs per 100.000 persone perse a causa dell’obesità è diminuito nelle economie sviluppate tra il 1990 ed il 2010, ma è cresciuto del 90% nelle economie in via di sviluppo.

 

Politiche per affrontare l’obesità

Quindi cosa bisogna fare? Passando in rassegna 500 processi di ricerca per la riduzione dell’obesità, MGI ha identificato 74 tipi di interventi per sconfiggere l’obesità in 18 aree. Questi includono sovvenzioni per offrire un pasto scolastico a tutti, etichette riportanti calorie ed altri valori, restrizioni su pubblicità di bevande e cibi ipercalorici e campagne di salute pubblica.

La natura sistemica della sfida all’obesità e la diversa qualità dei dati disponibili indicano che questa analisi è direzionale, più che essere perfetta. Quindi, possiamo considerarla come se fosse una mappa del 16esimo secolo con isole mancanti e continenti sformati, piuttosto che una mappa perfetta del 21esimo secolo riportante tutte le soluzioni.

È nel Regno Unito che il MGI ha deciso di attuare la sua ricerca iniziale; se in questo paese venissero implementati tutti i 44 interventi che è stato possibile analizzare, la tendenza crescente dell’obesità potrebbe essere invertita tanto da riportare ad un peso considerato normale il 20% delle persone sovrappeso, in un arco temporale che va dai cinque ai dieci anni. Questo ridurrebbe la quantità di persone obese e sovrappeso ad un numero corrispondente alla popolazione dell’Austria.

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L’obesità in Italia: è allarme!

È la nuova malattia della povertà. Diventerà un’emergenza sanitaria. Così titola il rapporto del progetto “Cuore”, l’osservatorio epidemiologico cardiovascolare dell’Iss, tra il 1998 e il 2012, ha fotografato un aumento dell’obesità in tutti e due i sessi: dal 17,5 al 24,5 in quello maschile e dal 22 al 24,9 in quello femminile, raggiungendo circa il 25 per cento in entrambi.

I cibi più salutari in genere costano di più. Anche frutta e verdura fresca non sono sempre a buon mercato. La tendenza a mangiare male è diffusa soprattutto nel ceto meno abbiente e meno istruito.

Mettere su troppi chili espone l’organismo a gravi complicanze, dall’ipertensione all’insorgenza del diabete, di malattie cardiovascolari, come ictus e infarti, poi tumore al pancreas e al colon. E può costare fino a 8 anni di vita in meno nei casi più gravi.

Nel 2014, lo studio “Okkio alla Salute” del MinSalute rivela che su quasi 50mila bambini, il 9,8 per cento sono obesi (di cui 2,2 per cento a livelli gravi) e il 20,9 in sovrappeso.

Tra le cause, ci sono ovviamente abitudini alimentari scorrette

L’8 per cento dei bambini salta la prima colazione, abbuffandosi a pranzo; il 25 per cento non mangia ogni giorno frutta e verdura; e ben il 41 per cento consuma bevande zuccherate e gassate. Ma anche la sedentarietà: quasi il 20 per cento fa sport soltanto un’ora alla settimana

 

La Psicologia e l’Ordine psicologi Lazio

La Psicologia e gli psicologi possono fornire un contributo determinante nel favorire (e mantenere nel tempo) corretti e funzionali comportamenti alimentari. Come Ordine psicologi Lazio ci siamo e ci stiamo spendendo convintamente su tale fronte.

Unitamente alla ricerca menzionata in apertura, abbiamo partecipato ai padiglioni EXPO del Ministero della Salute per parlare di salute alimentare, da un paio d’anni partecipiamo al SANIT Forum Salute con il nostro stand e molto altro che ti presento in questo video con Paola Medde, coordinatrice del Gruppo di Lavoro “Psicologia & Alimentazione”

https://www.facebook.com/nicolapiccinini.it/videos/317067648651333/

 

Fonti:

  • http://voxeu.org/article/obesity-global-economic-issue
  • http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/09/obesita-esperti-in-allarme-e-la-nuova-malattia-della-poverta-diventera-unemergenza-sanitaria/2627476/
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Bambini: 1 su 5 in sovrappeso, 1 su 10 obeso

Il 20,9% dei bambini italiani è in sovrappeso e il 9,8% è obeso. Questi i numeri emersi dell’indagine ‘Okkio alla salute‘, iniziativa Ministero della Salute.

Qui le 4 pagine di sintesi del Rapporto 2014, da poco reso disponibile.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) i bambini in eccesso ponderale nel mondo sono 44 milioni. L’impatto dell’obesità e le conseguenti ripercussioni dirette sulla salute sottolineano come sia prioritario e necessario contrastare tempestivamente tale fenomeno. L’Action Plan on Childhood Obesity 2014-2020 dell’Unione Europea si inserisce proprio in quest’ottica di prevenzione e contrasto.

OKkio alla SALUTE ad oggi vanta quattro rilevazioni (2008/9, 2010, 2012 e 2014), ognuna delle quali ha coinvolto oltre 40.000 bambini e genitori e 2.000 scuole.

Dai dati 2014 emerge che l’8% dei bambini salta la prima colazione, il 31% fa una colazione non adeguata (ossia sbilanciata in termini di carboidrati e proteine) e il 52% fa una merenda di metà mattina abbondante. Il 25% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e/o verdura e il 41% dichiara che i propri figli assumono abitualmente bevande zuccherate e/o gassate.

Il 16% dei bambini non ha svolto attività fisica il giorno precedente l’indagine, il 18% pratica sport per non più di un’ora a settimana, il 42% ha la TV nella propria camera, il 35% guarda la TV e/o gioca con i videogiochi più di 2 ore al giorno e solo 1 bambino su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta.

Il tema del sovrappeso ed obesità in infanzia e adolescenza è caldissimo per il Ministero della Salute.

Come Ordine Psicologi Lazio, proprio con il Ministero Salute, abbiamo avviato una ricerca sul rapporto tra l'(ab)uso di nuove tecnologie e stili alimentari in adolescenza. Qui un articolo di Focus.it “Salute: tv e smartphone anche a tavola, al via indagine sui giovanissimi“.

 

 

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34% dei bambini italiani in sovrappeso

“In Italia ci sono più di diciannove milioni di persone sovrappeso, cinque milioni di persone sono obese e più di un milione e mezzo presentano obesità grave. C’è un coinvolgimento crescente dell’infanzia, oltre un terzo dei bambini tra i sei e i nove anni risulta in sovrappeso o obeso (34,1%). La dieta, di per sé, non è uno strumento efficace e sufficiente per la riduzione del peso corporeo di una persona obesa”.

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Bambini in coda dallo psicologo tra ossessioni, rabbia e ansie

Ansia, depressione, iperattività patologica, anoressia, disturbo ossessivo o paranoico, aggressione violenta. Questi i più frequenti problemi e disturbi che accusano i bambini secondo quanto riportato da un articolo de “La Stampa” di Torino.

L’Ordine Piemonte parla di un aumento del 20%, negli ultimi dodici mesi, di casi di bambini e adolescenti con qualche tipo di disturbo psichico. In particolare vengono segnalati bambini, anche molto piccoli ed in età prescolare, con