Gli anni 90 furono segnati dalla carta, da montagne di carta, milioni di Curriculum cartacei inviati all’ufficio Risorse umane. Poi venne Internet e presero piede i vari mega portali di recruitment, ve li ricordate? Monster, Trovalavoro, Cliccalavoro, Jobonline, ecc… C’erano aziende che pagavano profumatamente questi portali per accedere ai loro database e trovare i talenti da assumere…
Ebbene, oggi i social network ci pongono di fronte ad un nuovo e potente cambiamento.
Certamente il Curriculum cartaceo non scompare, tuttavia è in essere una radicale disintermediazione tra il professionista in cerca di lavoro e l’azienza in cerca di posizioni da ricoprire. Di fatto, i social network professionali come Craiglist, Plaxo e Linkedin stanno diventando strumenti di recruitment sempre più utilizzati ed apprezzati da Consulenti e Responsabili del Personale, garantendo contatti più diretti e semplici tra datore e candidato, permettendo di dismettere quelle ingombranti funzioni Risorse Umane, impattando addirittura sulla pratica a noi conosciuta di Selezione del personale, di Assessment, di Screening.
I social network oggi forniscono foto, video, link a risorse web di interesse della persona, i luoghi in cui ha lavorato, addirittura le referenze di capi e colleghi, così come link ad articoli che ha scritto o ai suoi spazi/siti web personali. I reclutatori possono adesso curiosare tra decine e decine di profili on line velocemente e con una profondità di conoscenza del candidati mai sperimentata prima d’ora.
Oggi giorno non si tratta di decidere se stare o meno sui social network, quanto più di decidere se starci giusto perchè è di moda, o invece abitarli con una precisa strategia di personal marketing e networking!
Linkedin in particolare ha oramai messo alle corde gli altri social web professionali grazie al fatto che i milioni di utenti iscritti hanno già tutte le credenziali, le reti di contatto e – soprattutto – le referenze inserite… immaginate di voler cambiare social network di riferimento… che fate? Telefonate al vs precedente capo ed ai vs precedenti colleghi per chiedergli se si iscrivono anche loro sul nuovo social, compilano il profilo e poi vi lasciano nuovamente una referenza? Potreste anche farlo, ma sicuramente quest’ultima non sarebbe altrettanto positiva quanto la precedente ;o)
Già ho scritto delle potenzialità di Linkedin per lo sviluppo della propria rete inviante, adesso torno a parlarne per ciò che riguarda la creazione di opportunità professionali. E, preciso, non a caso utilizzo “trovare opportunità professionali” invece di “trovare lavoro”. Non esistono più posti fissi, le prestazioni divengono sempre più a progetto, i datori organizzativi tendono ad essere temporanei e diversificati, e ciò soprattutto per la nostra professione di Psicologo che sappiamo essere piuttosto debole, spesso richiesta per tempi determinati e progetti di breve termine.
In tale scenario, liquido ed in costante divenire, le competenze di networking (tra le altre) sono ancor più importanti e strategiche delle competenze tecniche, specifiche dello psicologo. Il collega in grado di muoversi all’interno di reti di relazioni, con adeguata abilità e reputation, di fatto stabilisce un vantaggio competitivo importante sulle altre centinaia o migliaia di colleghi… e ciò in particolare nelle grandi città. E proprio da questo punto di vista che Linkedin può divenire uno strumento strategico su cui investire quota parte del proprio tempo dedicato alla promozione ed al personal marketing… a proposito, quanto tempo dedichiamo in modo strutturato a questi aspetti strategici?!? ;o))
Usare efficacemente Linkedin non significa “ripubblicare il proprio curriculum on line”. Quello poteva andare bene su Jobonline, Careerbuilder, Trovalavoro e simili. Stare su Linkedin significa curare costantemente il proprio profilo professionale, pubblicare immagini e contenuti delle nostre attività lavorative, articoli che ci riguardano, link a siti web di interesse e risorse che incontriamo e che contribuiscono a situare il nostro profilo di competenze, significa sviluppare una rete di contatti ed alimentarla nel tempo, così come pianificarne lo sviluppo a monte (deve sostenere obiettivi di sviluppoprofessionle, e non essere fatta a prescindere da tutto), possibilmente si dovrebbe prendere parte ai gruppi di discussione sulle tematiche di nostro interesse, costruirci una reputazion all’interno di queste micro-comunità inter-professionali. E soprattutto raccogliere nel tempo feedback positivi e post da nostri capi, colleghi e conoscenti.
Pensate che oltre oceano cominciano a nascere società di recruitment che invece di pagare selezionatori o cacciatori di testi, hanno cominciato a pagare direttamente le persone chiamate a colloquio… ed ovviamente reperite attraverso social network professionali.
L’80% delle aziende usa i social media per le assunzioni, il 95% di questi utilizzano Linkedin!
Sono dati strabilianti. Inimmaginabili sino a due o tre anni fa.
E noi Psicologi?
Noi psicologi non siamo immuni da questo fenomeno, anzi… se operiamo in ambito clinico, come liberi professionisti, è ovvio che un social network professionale come Linkedin non ci sarà tanto utile per arrivare al cliente finale… tuttavia potrebbe essere strategico per costruirsi una rete di professionisti invianti. Mi occupo di comportamento alimentare? Corro a sviluppare rete con nutrizionisti, dietologi, personal trainer, ecc…! Mi occupo di Psicodiagnostica o Rorschach? Corro a creare network con Psichiatri, Neurologi, Medici del Lavoro, ecc…!
E se invece ho situazioni a progetto nel sociale o anche aziendale? Non c’è problema, perché non sviluppare relazione con tutte queste realtà e promuovere il mio profilo di competenze?
Insomma gli esempi si sprecano. Ripeto: non si tratta di decidere se stare o meno sui social network, quanto più di decidere se starci giusto perchè è di moda, o invece abitarli con una precisa strategia di personal marketing e networking!