Ti propongo in download una checklist di 22 punti per gestire al meglio la tua fanpage Facebook e rendere efficace la tua promozione su Facebook
Facebook rappresenta un’interessante opportunità di promozione e marketing per lo psicologo. Il 73% della popolazione italiana sta su Internet e circa 25 MILIONI sono presenti anche su Facebook. Di questi, 16 MILIONI lo utilizzano quotidianamente. Siamo l’undicesimo paese al mondo nell’utilizzo di Facebook.
Facebook, in positivo o in negativo, impatta oramai su tutti gli ambiti della nostra vita sia come cittadini che come professionisti. Ci si può trovare tutti e di tutto: dal commerciante, all’hotel, scuole, artisti, pubbliche amministrazioni, imprese, professionisti, ecc…
Con l’avvento e diffusione dei social network, Facebook in primis ma non solo, la possibilità di raggiungere una buona visibilità, di conquistare l’attenzione del cliente non si gioca più sulla disponibilità di risorse economiche e sui mezzi a disposizione, quanto più sulla capacità di produrre contenuti di qualità, di diffonderli presso il proprio segmento di utenza target, e di creare ed alimentare spazi conversazionali con i lettori.
La sfida, oggi, non è quella di essere conosciuto da quante più persone possibili, ma di essere estremamente noto e stimato da piccoli gruppi di persone, da nicchie con specifici fabbisogni. Per intenderci, se mi occupo di disturbi dell’attenzione in età prescolare, potrebbe essere interessante avere 1200 persone che mi seguono (tra Facebook, Twitter, Linkedin e blog personale) perché interessate proprio a questa problematica? La risposta è SI! Ed è pure realistico eheheh
Sempre più persone si stanno rivolgendo ad Internet ed ai social network per trovare informazioni, servizi e professionisti su salute e benessere psicologico! Cercano informazioni sul professionista, si fanno in casa delle mini-diagnosi su presunte problematiche, addirittura le loro relazioni on line alle volte diventano materiale di lavoro a studio.
Facebook è quanto di più potente per costruire attenzione, per alimentare reputation, per creare spazi conversazionali tra lo Psicologo ed i suoi clienti target!
Facebook si trasforma quindi in una preziosa piattaforma sociale e conversazionale dove alimentare relazioni fiduciare e privilegiate con l’utenza target del proprio servizio.
Dan Schawbel (http://danschawbel.com/) ci offre alcuni consigli su come utilizzare al meglio Facebook per lo Psicologo:
conoscere il proprio pubblico target,
impostare una strategia di Branding,
impostare attentamente i settaggi sulla Privacy,
compilare opportunamente il tuo Profilo personale,
creare una buona base di contatti per alimentare la tua rete,
aggiornare ed animare costantemente il tuo stato,
avviare gruppi e/o fan page,
partecipare e/o organizzare eventi,
redirigere la comunicazione esterna sul tuo profilo Facebook,
fare Social Networking.
Queste azioni vanno svolte in modo corale e prendono avvio da una chiara riflessione che il professionista psicologo fa sul chi è, cosa offre, a quale segmento di clienti e con quale strategia. Un’azione di Facebook Marketing per lo Psicologo prevede quindi lo sviluppo di un piano d’azione molto operativo e strutturato, che si alimenta nel tempo.
[bctt tweet=”Scarica la checklist per gestire la tua fanpage Facebook!”]
Per il download gratuito della checklist ti prego di donare un LIKE Facebook e/o un TWEET Twitter, così da poterla diffondere e condividere con altri colleghi. Grazie 😀 Qui di seguito i due bottoni
[l2g name=”SCARICA LA CHECKLIST GRATUITA” id=”140171″ facebook=”true” twitter=”true” gplusone=”false”]
La domanda forse più frequente per il collega che si accinge ad avviare la professione di psicologo è “come faccio a trovare nuovi clienti a Studio“?
Attrarre nuovi clienti a Studio, o comunque aumentarne il numero, è sicuramente una delle principali criticità incontrate dallo psicologo, in fase di avvio di professione e non solo. In questo articolo ti propongo alcune aree da presidiare, funzionali a crearti visibilità ed a trasformare “semplici” contatti in potenziali clienti.
Ovviamente non sono una ricetta magica, valide per qualunque occasione, anzi… spesso si pianifica un mix ad hoc in base alle specifiche esigenze del collega 🙂
Individua le tue nicchie
Pensi che rivolgersi a tutti quanti porti maggiori risultati? SBAGLIATO! Disperdi energie e, soprattutto, rimarrai indistinto ed invisibile. Là fuori c’è una concorrenza agguerrita, un overload di offerta di servizio, grazie ad Internet si trova di tutto e di più. Non è funzionale proporre genericamente “consulenza psicologica” o “psicoterapia“, soprattutto in grandi città.
Meglio rivolgersi a specifici segmenti di utenza, che condividono medesime domande di servizio. Ri-orienta la tua offerta al cliente, mettiti nei suoi panni e prova a chiederti quale singolo problema non riesce a risolvere, quale singolo obiettivi non riesce a raggiungere. Bene, la tua offerta di servizio è in grado di risolvere la domanda? In che modo? Quale valore produce per il cliente? Perché deve scegliete te invece di un altro?
Adottare l’approccio di nicchia non significa cominciare ad occuparsi solo di quell’unica cosa. Ne potrai avere anche più di una. Lavorare con il marketing di nicchia significa promuoversi in modo molto più efficace e sartoriale, ottimizzando gli sforzi ed i risultati.
Crea ed alimenta il network
In qualunque professione la rete di contatti è assolutamente strategica ed è importante cominciare a crearla ed alimentarla prima che arrivi il giorno in cui servirà assolutamente!
Hai individuato la tua nicchia? Bene, adesso prova ad elencare tutti i professionisti, i soggetti e gli spazi sul territorio a cui si rivolge per risolvere il suo problema. A chi chiede? Dove si informa? Dove cerca risposte? Tutte queste tipologie di nodi dovranno entrare nella tua rete di contatti. E questo lavoro non dovrà essere una tantum ed estemporaneo, fare network richiede tempo, dedizione e strategia.
Altra cosa: scorri tutte le tue rubriche di contatti. E’ molto frequente avere contatti preziosi “in casa” senza rendercene conto 😉
Crea e gestisci un sito web / blog
Se ancora non lo possiedi, valuta di realizzare il tuo sito web e/o blog professionale! E’ la base sicura attorno a cui far ruotare tutta la tua attività di comunicazione e promozione. E’ lo spazio in cui valorizzare il tuo profilo di competenze, gli elementi di servizio distintivi.
Tutte le tue attività di internet marketing, di networking, di comunicazione esterna dovranno convergere verso il sito web. E’ il luogo dove convertire il contatto in cliente. Curane l’immagine, la qualità ed aggiornamento dei contenuti, il posizionamento su Google, la capacità di interazione e di ingaggio con il visitatore.
Scrivi, scrivi, scrivi!
Content is the King! Le persone sempre più cercano informazioni su Internet. Spesso effettuano la scelta di acquisto direttamente online, anche per servizi consulenziali. Il processo di acquisto è sempre più dialogico ed il contenuto rappresenta la piattaforma strategica per agganciare la nicchia target.
Contenuti di qualità, scritti pensando alle specifiche nicchie target, quindi in grado di destare l’interesse proprio su quelle peculiari domande e problematiche della specifica nicchia. Il contenuto sono articoli da pubblicare sul proprio sito web, ma anche da pubblicare su altri spazi web, sono ebook gratuiti da far scaricare, video, paper, ecc…
Crea e gestisci un database
Dedica del tempo alla creazione e manutenzione del database contatti. Inizialmente basta anche un semplice file excell. Inserisci tutti i contatti del tuo network professionale, specifica la loro professione, provincia, riferimenti, note. Fai lo stesso con clienti e/o contatti più labili.
Ti sarà utile per avere sempre sott’occhio la tua rete, il capitale sociale di cui disponi; per individuare velocemente contatti utili a potenziali progettualità; per poter inviare di tanto in tanto dei recall email, (o telefonate) così da alimentare e mantenere viva la relazione (gli acquisti di servizi e gli invii avvengono anche e soprattutto sulla conoscenza, affidabilità e fiducia!)
E se poi il database comincia a superare le cento o duecento unità, valuta di attivare servizi di email marketing professionale 😀
Ascolta e conversa!
Ascoltare e Conversare con le proprie nicchie di utenza, questa è l’essenza del fare marketing professionale, non vendere frigoriferi agli esquimesi 😉
Come puoi ben immaginare i social media sono strategici da questo punto di vista! Una buona azione di Facebook Marketing, ad esempio, ti permetterà di entrare un contatto con segmenti di utenza già profilati, quelli che brami raggiungere. Sarai in grado di ascoltare le lodo domande, ciò che li tiene svegli la notte, potrai agganciarli tramite partecipazione attiva e contenuti di qualità presenti sul tuo sito web, avrai modo di conversarci e farti conoscere come professionista in grado di aiutarli nel risolvere il problema e/o nel raggiungere l’obiettivo.
Linkedin per la tua rete interprofessionale, Slideshare per condividere il tuo sapere e la tua conoscenza (accreditamento), Youtube per entrare nel social media a più alto tasso di sviluppo, ecc…
Troppe cose da fare?
All’inizio, soprattutto se non sei pratico, può essere faticoso. Una volta che questo ecosistema di marketing va a regime ti basteranno un 3 ore a settimana dedicate, e ritagli di tempo qui e là 😉
D’altro canto non basta più avere uno studio e stampare 100 bigliettini da visita a 5€ in stazione. Il mondo è cambiato e corre piuttosto veloce, assieme a lui i nostri clienti…
Ricerche dicono che un cliente effettua mediamente 9 interazioni con il professionista prima di effettuare la scelta di acquisto (un I Like, un retweet, un sondaggio, un commento, ecc…), dicono anche che gli spazi social stanno divenendo spazi strategici di scelta di acquisto, altro che elenchi di psicologi a caro prezzo ehheh
Vuoi padroneggiare strategie e tecniche per portare i clienti a studio?
In questo corso online – UNICO IN ITALIA – metto a sintesi oltre 15 anni di esperienza e competenza professionale fornendoti, in modo pratico, tutte le strategie, gli strumenti, le tecniche e le competenze per promuoverti in modo efficace, sviluppando al meglio la tua attività professionale di psicologo e/o psicoterapeuta 🙂
BuzzSumo, una piattaforma online che misura le performance dei contenuti pubblicati online, qualche tempo addietro ha condotto una ricerca su oltre 100 milioni di articoli girati sui social, al fine di capire le dinamiche che ne regolano la condivisione social, e che quindi rendono il contenuto virale e vincente.
Ovviamente la qualità del contenuto, la capacità di risultare interessante e coinvolgente sono elementi basilari di qualsiasi contenuto vincente, tuttavia BuzzSumo ha individuato altri 10 ingredienti che concorrono a creare contenuti online vincenti 😀
Content Marketing per Psicologi: come creare e diffondere contenuti che attraggono clienti e creano reputazione
Visto, oramai da qualche anno, che anche la comunità degli psicologi ha cominciato a pubblicare contenuti online, a divulgare cultura psicologica, spero che questo post ti possa essere di spunto 😉
Se poi vorrai approfondire le tematiche del content marketing partecipa al corso online “Content Marketing per Psicologi: come creare e diffondere contenuti che attraggono clienti e creano reputazione”.
1. I contenuti lunghi ottengono più condivisioni social dei contenuti brevi
BuzzSumo ha analizzato il 10% degli articoli più condivisi, all’interno dei 100 milioni analizzati.
Ebbene, è emerso che più lungo era l’articolo, più condivisioni otteneva. BuzzSumo definisce contenuti lunghi quelli con almeno 2000 parole. Questo post, per intenderci, è di circa 1500 parole 😉
Apparentemente curioso il risultato, vista l’inodanzione social di microcontenuti, meme, news, ecc…. Evidentemente c’è un segmento importante di lettori social che apprezza l’approfondimento, il post dettagliato, ed ha piacere a condividerlo in quanto vi ha trovato utilità e valore.
Ovviamente non si tratta di pubblicare articoli scientifici, tesi, tesine, o trattati teorici in psicologhese, comprensibili solo tra psicologi 😛 Il contenuto deve comunque essere orientato alla domanda del lettore. Ovvero, il lettore si mette alla ricerca e lettura di contenuti (investe tempo) perché evidentemente ha necessità di trovare informazioni e/o soluzioni a specifiche su domande/fabbisogni. Ebbene, quanto più il contenuto è in grado di aiutarlo in ciò, tanto più sarà apprezzato e letto (e ti creerà reputation). Tanto più sarà dettagliato, tanto più – dice BuzzSumo – verrà condiviso.
Il mio consiglio: nella mia esperienza vedo che il contenuto lungo funziona (come condivisioni) quando devi trattare tematiche a livello più tecnico ed operativo (comunque divulgativo). Detto ciò, vedo che anche contenuti brevi condividono bene quando riguardano informazioni e/o commenti su questioni di grande attualità, quando agganciano dimensioni emotive (e quindi lo scrivere rimanendo agganciati al mood di attualità e cronaca!)
2. La presenza di immagini nel post aumenta le condivisioni
BuzzSumo ha messo a confronto contenuti che contenevano almeno immagine con quelli senza immagini, misurando le condivisioni su Facebook. Ebbene, come puoi vedere da questa grafica, post con immagini vengono condivisioni almeno il doppio delle volte
Le immagini sono un ingrediente strategico non solo per i contenuti, ma anche nelle attività di social media marketing, e varrà la pena scriverci uno dei miei prossimi post, un contenuto ad hoc 🙂
3. Le emozioni aiutano la condivisione
BuzzSumo ha correlato gli articoli più condivisi alle emozioni cui erano legati: gioia, tristezza, rabbia, ecc… Queste le 3 emozioni più ricorrenti:
Stupore (25%)
Riso (17%)
Divertimento (15%)
Contrariamente, le emozioni negative – come rabbia e tristezza – sono risultate molto meno condivise.
Vuol dire che dobbiamo produrre contenuti esileranti? Ovviamente no! Tuttavia – laddove possibile, soprattutto rispetto alla tipologia di contenuti pubblicati da un professionista della salute – potrebbe essere funzionale trovare tagli comunicativi che colpiscono, pur rimanendo solidi nella sostanza.
La campagna video #VoltaPagina, che ha raggiunto 2 milioni di italiani, ha ad esempio giocato sul paradosso per rendersi virale.
Anche tecniche di story telling potrebbero aiutare a creare contenuti che stupiscono ed agganciano.
La titolazione del contenuto rappresenta una ulteriore possibilità per stupire, per destare l’attenzione e incuriosire.
4. Elenchi ed infografiche generano maggior condivisione
A quanto pare le persone gradiscono e condividono in particolare contenuti strutturati ad elenco, oppure infografiche. Effettivamente rilevo che l’articolo “6 consigli per avviare il tuo sito web di psicologia” è stato uno dei più letti di questi ultimi mesi.
La spiegazione, credo, è dovuto alla loro capacità di strutturare efficacemente le informazioni, permettendo al lettore una fruizione complessiva migliore, ed anche visivamente più accattivamente e performante.
Sicuramente, lo spunto è quello di evitare contenuti strutturati a muro di testo, dei monoliti. Usa paragrafi, punti elenco, use immagini, crea contenuti ariosi e strutturati.
5. Le liste a 10 punti sono quelle che condividono di più
I contenuti strutturati in liste composte da 10 punti hanno ottenuto il più alto numero di condivisioni sui social.
Questo punto è controverso, ci sono altre ricerche che invece consigliano di produrre elenchi (e quindi anche titolazioni del contenuto) a numero dispari, tipo “5 consigli” o “7 strategie“.
Quale che sia il numero magico – ammesso che esista (e non credo!) – a mio avviso devi sempre – e soprattutto – cercare di orientare il contenuto alla domanda ed ai fabbisogni del tuo lettore target, e nello sviluppare quel contenuto devi – come detto nei punti precedenti – scriverlo in modo strutturato, arioso, accattivante.
6. Le persone condividono ciò che valutano credibile e affidabile
BuzzSumo ha rilevato che sui vari social i contenuti firmati sono maggiormente condivisi dei contenuti anonimi. Contenuti nei quali è presente il profilo dell’autore hanno ottenuto ancor più condivisioni.
Già 3 anni fa scrissi il post “Google, Authorship e Personal branding” in cui raccontavo di come Google stava legando i suoi criteri di indicizzazione dei contenuti anche alla reputazione dell’autore del contenuto stesso, da quanto veniva condiviso e apprezzato sui social. Più alta la reputazione dell’autore, migliore il posizionamento su Google (ovviamente al netto degli altri indicatori SEO da dover comunque curare).
Ebbene, tutto ciò ha a che vedere con la tua capacità di fare personal branding, di staccarti dalla folla e divenire l’esperto di riferimento per un certo seguito di utenza, di nicchia. Se riesci a divenire esperto riconosciuto i tuoi contenuti genereranno un numero molto più ampio di condivisioni, un circolo virtuoso che genererà poi conversioni in termini di contatti e clienti.
7. Coinvolgi influencer e moltiplicherai le condivisioni
Ovviamente non tutti i condivisori sono uguali. Se il tuo articolo viene condiviso da un utente Facebook con 5.000 amici potrà godere di una ulteriore e rilevante piattaforma di condivisione.
La ricerca di BuzzSumo afferma che la presenza di un solo buon influencer può aumentare le condivisioni dei tuoi contenuti di circa il 32%.
Per tale ragione è utile che, all’interno della tua cerchia social, identifichi quali sono i principali influencer con cui sei in contatto. Può valer la pena curare in modo particolare la relazione social con queste persone, così da aumentare la probabilità che condividano i tuoi contenuti.
Dopodiché ci sono anche espedienti funzionali al coinvolgimento degli influencer. Immagina ad esempio di produrre un contenuto intervistando uno o più di loro su un tema specifico. Quando pubblicherai quel contenuto è molto probabile (scontato?) che anche gli influencer avranno piacere (e convenienza!) a condividerlo sui proprio canali social.
BuzzSumo, ad esempio, ha posto una domanda a 40 esperti SEO e dalle risposte ha messo assieme un post che ha ottenuto più di 500 azioni sui social, molte delle quali generate dagli stessi intervistati 🙂
8. Promuovi nuovamente e in modo regolare i tuoi vecchi contenuti
Dopo i primi 3 giorni dalla pubblicazione del contenuto sui social, in cui vi è il picco di condivisioni, si verifica un calo a picco, quasi come che non esistesse più.
Dalle analisi di BuzzSumo parrebbe che una buona tecnica per spremere bene la portata virale del tuo contenuto è quella di rilanciarlo nuovamente ad una settimana circa dalla prima pubblicazione e diffusione sui social (su Twitter – a mio avviso – lo puoi rilanciare anche una volta ogni 3 giorni per le prime due settimane).
Meglio poi se il rilancio viene fatto in giorni ed orari differenti, così da intercettare potenziali fasce di utenza social distinte. Immagina la prima pubblicazione effettuata il mercoledì mattina, orario lavorativo, e la seconda effettuata il sabato tardo pomeriggio della settimana successiva.
L’attenzione, ovviamente, è che il rilancio riguardi articoli ancora sul pezzo e non legati ad un particolare evento o momento.
9. Il giorno giusto per pubblicare
Analizzando i 100 milioni di contenuti, pubblicati e condivisi su Facebook, Twitter, Google+, LinkedIn e Pinterest, BuzzSumo ci svela che il giorno che ha generato più condivisioni è il Martedì. Segue il Giovedì, alla parti con il Lunedì.
Prendiamo ovviamente con le molle questi dati. Ci offrono indirizzi sicuramente utili e di stimolo, tuttavia alla fine la cosa maggiormente importante è quella di ragionare sulla propria esperienza.
Tu, in base alla tua specifica utenza target, ai suoi ritmi di vita lavoro, ai suoi interessi e modalità di fruizione dei social (ad es. da PC o da mobile?), potrai di volta in volta valutare ciò che funziona meglio o meno, e di conseguenza tarare le tue future azioni di condivisione.
10. Il decimo ingrediente ce lo metti tu?
Beh… sono arrivato a 9 ingredienti, ma BuzzSumo ci dice che gli elenchi più fichi e condivisi hanno 10 punti e quindi ti chiedo un piccolo aiuto 🙂
Scrivi nei commenti quello che a tuo avviso è il decimo ingrediente che – nella tua esperienza – è risultato vincente nel produrre contenuti che generano condivisione 😀
Quali percorsi decisionali effettuano i tuoi clienti per sceglierti ed “acquistarti”? Quali gli step che gli permettono di individuarti, valutarti e sceglierti?
Qualsiasi decisione di acquisto, che si tratti di un prodotto o di un servizio, segue un “processo di acquisto” composto di step successivi. In questo post vedremo perché è importante conoscerlo e come impattano Internet ed i Social media in tutto ciò 🙂
Il classico “processo di acquisto” prevede 5 momenti più o meno sequenziali:
insorgenza del problema/fabbisogno: la persona – coscientemente o in via indotta – intende risolvere un problema o generare un vantaggio per lei importante,
ricerca di informazioni: a questo punto la persona si attiva secondo i canali e modi a lei conosciuti e possibili per acquisire informazioni utili,
valutazione delle opzioni emerse: la persona, raccolte sufficienti informazioni, valuta l’opzione percepita come “migliore”, secondo criteri contestuali, personali e valoriali,
scelta di acquisto di una delle opzioni: la persona procede quindi all’acquisto vero e proprio del prodotto e/o servizio,
valutazione post-acquisto: la persona valuta l’esperienza d’uso e la relativa soddisfazione rispetto alle sue aspettative.
Questo lo schema classico proposto dal marketing, tuttavia… negli ultimi anni, Internet ed i Social Media entrano in modo sempre più importante e strategico nel processo di acquisto:
circa il 63% degli italiani utilizza Internet,
di questi, il 44,3% è su Facebook, il 61% usa Youtube ed il 15% è su Twitter,
il 79% dei consumatori afferma di utilizzare uno smartphone per la ricerca di informazioni prima dell’acquisto,
il 49% dei giovani segue almeno una web TV e molti di questi l’8,3% in mobilità
Nel 2011, Jim Lecinski, un dirigente Google, introdusse il concetto di “Zero Moment of Truth” (il “Momento Zero della Verità“) per descrivere il momento in cui la persona, una volta presa coscienza del problema/fabbisogno/obiettivo, va su Internet per cercare informazioni e decidere se acquistare o meno un prodotto.
Cosa è il Momento Zero della Verità e perché interessa anche a noi psicologi?
Il zee-mot (questa la pronuncia) è un nuovo momento del processo decisionale di acquisto in cui la persona si attiva nella ricerca di informazioni in rete prima di recarsi fisicamente nel luogo di vendita del prodotto e/o erogazione del servizio. In altre parole gli utenti, una volta presa coscienza dello stimolo, cercano su Internet recensioni, commenti e giudizi di altri utenti, consultano i social network, cercano e visitano siti web, guardano video e così via…
In pratica i clienti target diventano degli studiosi dell’acquisto che acquisiscono informazioni, cercano esperienze condivise ed a loro volta condividono esperienze e valutazioni. Probabilmente anche a te sarà capitato di mettere in atto il Momento Zero della Verità nell’acquisto di un viaggio, nel booking di un hotel, nell’acquisto di un prodotto in e-commerce, piuttosto che nella scelta di un professionista avvocato, commercialista, dentista o altro…
ebbene, anche noi psicologi siamo esposti al zee-mot 😉
Anche grazie alla connessione in mobilità, il Momento Zero della Verità può avvenire in vari momenti della giornata ed in situazioni anche molto differenti…
stai in attesa dal medico ed intanto ricerchi info tramite smartphone,
sei ad un pub con free-wifi ed usi il tuo tablet per confrontare alcuni professionisti che avevi individuato prima dal medico,
in serata, dal pc di casa, ti connetti a youtube per vedere il video di quel professionista che hai visionato nel pomeriggio,
ecc…
Secondo la ricerca che Google ha effettuato nell’aprile del 2011, l’84% dei consumatori ha dichiarato che il Momento Zero della Verità è stato fondamentale per la loro decisione di acquisto, per il passaggio da “indeciso” a “deciso”
Più volte mi è capitato di incontrare colleghi che – sull’onda dell’entusiasmo – si lanciano in iniziative di marketing, promuovono un seminario gratuito, aprono spazi social, ecc… salvo poi lamentarsi che non hanno ricevuto il riscontro auspicato… e poi mollano la presa e cominciano a dubitare dell’efficacia di tali azioni… ebbene…
la sfida per lo psicologo è quella di dare continuità e farsi trovare nel Momento Zero della Verità!
Anche se riesco ad agganciare oggi la persona target (ad un evento, su facebook, scarica il mio ebook, sul mio blog, ecc…) non è detto che “mi acquisti” contestualmente a questo primo aggancio.
Molto più realisticamente vorrà conoscermi più nel dettaglio, leggere alcuni miei post, commenti di altri internauti circa la mia reputation e competenza, magari avere uno scambio interlocutorio via email o skype, ecc… o semplicemente sta maturando la sua domanda, è in una fase di problem finding and setting, ed il suo Momento Zero della Verità lo avrà tra 6/8 mesi…
Corso online: “Come promuovere la tua attività di psicologo ed ottenere contatti mirati per il tuo studio professionale”
La sfida è quindi quella di costruire un ecosistema di marketing che ci permetta di agganciare le nostre nicchie di utenza e poi di tenerle dentro i nostri spazi conversazionali.
Dovremo infatti essere presenti nel momento in cui stanno concretamente pensando all’acquisto del servizio psicologico. Dovremo essere presenti in modo attivo in tutti quei canali che la nostra nicchia utilizza per ricercare informazioni on line: motori di ricerca, Facebook, Linkedin, Youtube, forum, contati territoriali, figure e spazi di riferimento, ecc…
Tu chiedi ai tuoi clienti quando, come, dove e/o perché hanno scelto proprio te?
Sarebbero preziose informazioni per tarare al meglio l’ecosistema di aggancio della tua nicchia nel suo Momento Zero della Verità 😀
Quanti di voi conoscono ed utilizzano SlideShare per promuoversi e fare personal marketing professionale?
SlideShare è un social network dedicato alla condivisione di materiali didattici e professionali. Ciascun iscritto può infatti caricare e condividere slide in PowerPoint, documenti PDF ed anche audio. Allo stesso modo, è
Semplificando, fino ad un paio d’anni fa, se il tuo sito web non spuntava nelle prime due pagine di Google rimanevi pressoché invisibile. Oggi l’assunto è sempre più sfumato ed incerto.
Nel processo di ricerca, scelta ed acquisto di prodotto, servizi e/o professionisti sempre più importanza rivestono i social network. Le persone controllano se un loro amico ha acquistato quel servizio, hanno piacere a leggere i commenti di altri acquirenti o lettori, esse stesse condividono opinioni ed esperienze d’uso su Facebook, Twitter o altri social network.
Al di là dell’essere presenti in prima pagina di Google (che comunque è cosa positiva e da ricercare), la scelta d’acquisto è sempre più dialogica e social.
Per il professionista è quindi strategico curare e sviluppare brand e reputation presso le proprie nicchie di utenza target. Questo processo è sostenuto da un proprio sito web, dalla presenza sui social e da contenuti e relazioni di qualità.
Sempre più colleghi se ne stanno rendendo conto ed iniziano ad investire nello sviluppo di un proprio sito web professionale.
Una delle domande classiche che mi viene rivolta quando vengo contattato per la creazione di siti web e blog è: “ok il sito web, ma poi come faccio a diventare primo su Google?!?!”
Anche Google sta modificando i criteri con cui indicizza ed elenca i risultati della sua ricerca.
Fino a uno o due anni fa l’ottimizzazione sui motori di ricerca faceva riferimento all’acronimo S.E.O. (search engine optimization) e consisteva in “tutte quelle attività finalizzate ad ottenere la migliore rilevazione, analisi e lettura del sito web da parte dei motori di ricerca attraverso i loro spider“. Una consulenza SEO comporta tutta una serie di azioni internamente al codice del sito web, alla sua struttura, al contenuto pubblicato, ma anche numerose e complesse azioni effettuato fuori dal sito web, su Internet.
All’interno di questa gestione piuttosto tecnicistica e deterministica, il pagerank è l’algoritmo forse più famoso che Google usa per decretare il posizionamento di una pagina nei risultati di ricerca.
Dal SEO al “Social SEO”. Dal PageRank all’AuthorRank
Di fatto, una buona consulenza SEO era spesso in grado di far salire nei risultati di Google pagine anche di non reale qualità, così abbassando la qualità del servizio.
Google, in particolar modo a partire dal lancio del suo social Google+, ha quindi colto la palla al balzo: diminuire il peso dei classici criteri SEO (tecnicistici e deterministici) e dare sempre più peso ai contenuti apprezzati e condivisi sui social. Quindi valutati di qualità dagli stessi fruitori.
I classici criteri SEO ci sono ancora, ma l’authorship, ovvero la rilevanza e reputazione di colui che scrive e pubblica il contenuto, diviene un elemento sempre più strategico.
In pratica Google ci offre la possibilità di legare i contenuti che pubblichiamo sul nostro sito web al nostro account Google+. Più questi contenuti saranno apprezzati dai lettori, riceveranno I Like, verranno condivisi, retwittati, ecc… più potranno scalare i risultati di Google ed essere anche brandizzati con la nostra foto personale:
Coltivare l’authorship significa sviluppare brand e reputation!
Più sarò bravo ad ascoltare e dialogare con la mia utenza target, a creare spazi conversazionali sul mio blog o sui social, a pubblicare contenuti di qualità che poi verranno condivisi e valutati positivamente… più la mia reputation si svilupperà, maggiore sarà la mia authorship agli occhi di Google.
Il grado di authorship verrà rielaborato da Google tramite l’algoritmo di authorrank, che sempre più peso avrà, in affiancamento a quello di pagerank. In pratica Google (anche grazie ad altri strumenti tipo Panda e Penguin) accetterà sempre meno posizionamenti tramite tecniche SEO e sempre più cercherà di posizionare i risultati sulla base del gradimento dei fruitori, in un’ottica di qualità e reale aderenza.
Consigli per aumentare la propria Author Rank
avere un sito web o blog professionale ed agganciarlo al proprio account Google+
pubblicare contenuti di qualità ed interesse per una specifica nicchia di utenza
stare sui social (anche su Google+), ascoltare, conversare, far interagire l’utenza target sui propri contenuti
integrare il sito web o blog ai principali social network
ed ovviamente… non dimenticare che i classici criteri SEO sono comunque ancor oggi molto importanti 🙂
E tu, come stai messo?
Già ti stai muovendo in questa direzione? Hai un tuo sito web? Utilizzi i social in modo adeguato? Ti è chiara la linea di sviluppo tracciata dall’articolo?
Informazioni sulla propria salute? Prima su Internet e poi, nel caso, dal medico.
Questo è quanto emerge dalla ricerca promossa dall’Associazione Peripato, in collaborazione con Corriere.it, durante il mese di Ottobre scorso. 2.454 questionari compilati per la precisione 😉
In pratica, più di 2 connazionali su 5, di fronte ad un problema di salute va a cercare informazioni prima su Internet e poi, nel caso, ad un medico. In particolare trovo interessante il fatto che il 62% di questo segmento di utenza 2.0 sente un forte bisogno di dialogo per orientarsi nel labirinto di informazioni a portata di ‘clic’.
In altre parole, l’overload informativo presente su Internet non permette all’utente di discernere chiaramente a quali informazioni, servizi e professionisti potersi affidare, o comunque fare riferimento. Sempre più spesso l’utente ha necessità in inserirsi in flussi conversazionali, soprattutto sui social network. Pensaci un attimo… noi stessi agiamo spesso in questo modo quando dobbiamo cercare informazioni su Internet riguardo a servizi professionali 😛
L’altro dato a mio avviso interessante è che il 22%, più di 1 persona su 5, boccia il rapporto “medico-paziente” come “per nulla buono“. Per il 38% la medicina di oggi e del futuro dovrebbe puntare sulla formazione del medico al contatto umano. Una voce, quest’ultima, che valutata più importante degli “strumenti diagnostici piu’ innovativi” (27%).
La trovo interessante in quanto noi, su questo fronte, potremmo offrire diversi servizi e risorse alle figure mediche, utili a migliorare questo punto debole. Allo stesso tempo, dovremmo essere avvantaggiati – rispetto ad altre figure – circa la capacità di accoglienza, comprensione, ospitalità, comunicazione.
Il 94,5% della popolazione online italiana è attiva sui social media
1 minuto su 3 online viene speso su Facebook
Non si tratta più di canali solo “per giovanissimi”: un utente su tre ha più di 45 anni
Più della metà dichiara di leggere post di organizzazioni / marche / eventi
Le donne trascorrono mediamente più tempo degli uomini sui canali social
Che significa tutto ciò? Molto semplice!
Anche i professionisti, anche gli psicologi, dovranno diventare sempre più abili nel coinvolgere le persone da un punto di vista editoriale e comunicazionale. E ciò per un motivo molto semplice: il continuo aumentare dell’utilizzo di Internet e dei Social per cercare informazioni, servizi e professionisti, unitamente all’alto overload informativo ed all’insicurezza percepita dalle persone verso fonti non conosciute, rende assolutamente necessario e strategico diventare punti di riferimento conosciuti, con contenuti di qualità, commentati ed apprezzati da altri, capaci di attivare spazi conversazionali e di creare un valore condiviso con la propria comunità/segmento di riferimento. Stiamo parlando di personal branding per lo psicologo 😀
Psicologo e Social Network, due universi in avvicinamento 😉
I social network stanno completamente modificando i tempi, gli spazi e le modalità con cui cerchiamo informazioni e servizi, con cui avviamo e manteniamo relazioni sociali. Stiamo vivendo un’epoca di grande cambiamento, liquida, che ci deve necessariamente interrogare anche come Psicologi, come professionisti della salute, delle relazioni sociali, della convivenza.
Di sicuro, dovremo cominciare a prendere seriamente in considerazione questo spazio social.
Qui di seguito ti propongo un simpatico strumento che mostra, a partire dal momento in cui lo visualizzi, il flusso di contenuti social che vengono pubblicati, condivisi, segnalati… assolutamente IMPRESSIONANTE! 😀
Fare marketing per lo psicologo è sempre di più stare in ascolto con la propria nicchia di utenza target, creare spazi di conversazione sociali.
I nostri clienti sempre più spesso cercano soluzione al loro problema su Internet. Presidiare gli spazi sociali in cui vanno a cercare soluzioni significa rendersi visibili. Presidiarli con strumenti di facebook marketing o blog marketing significa sfruttare la visibilità per generare contatto e sviluppare relazione.
Alcune ricerche ci dicono che prima di una scelta di acquisto di prodotti/servizi/professionisti individuati su Internet, la persona necessita di almeno 9 interazioni con quell’entità/soggetto. Dove interazione può significare la lettura di un suo post, l’iscrizione alla newsletter, il download di un free-book, un commento sulla sua pagina Facebook, uno scambio email diretto, ecc…
Tutto ciò ci comunica che una campagna spot su Google AdWord, una semplice presenza su uno o più elenchi psicologo, dei banner o altre situazioni una tantum sono sempre più inefficaci ed insufficienti. Bisonga passare ad un approccio più sartoriale, di creazione e cura della relazione, di personal branding.
E’ un cambiamento epocale, me ne rendo conto. Ma anche un’opportunità per chi di noi si vorrà mettere in gioco 🙂
Aumenta il numero dei colleghi che comincia ad utilizzare blog e social network in modo professionale e mirato al marketing della professione, ma stiamo parlando dei pionieri… ci sono ancora ampi margini di azione per cominciare ad ascoltare e conversare social, ampi margini per cambiare marcia rispetto alla media dei colleghi, per stabilire un vantaggio competitivo 😉
L’Agenzia Nielsen ha condotto la ricerca “Global Trust in Advertising and Brand Messages” in 56 paesi e su un campione di 28000 persone. Ne emerge che mai come oggi le persone – nella scelta di beni, servizi e professionisti, si affidano alle raccomandazioni di persone verso cui nutrono fiducia.
In questo scenario Internet gioca un ruolo strategico. Le conversazioni con persone conosciute e le opinioni di consumatori/clienti pubblicate online sono in assoluto le fonti più
“Informazioni e strumenti per la promozione della mia professione di Psicologo“
Questo è il principale fabbisogno emerso dal sondaggio che ho proposto per il pre-lancio di Psicologi @ Lavoro. Ed effettivamente è un argomento molto caldo in quanto spesso i colleghi mi contattano per questioni – appunto – di marketing per lo psicologo 😉
Ebbene, sul tema “promozione della professione di Psicologo” ci entriamo nel merito partendo da un elenco di possibili domande stimolo:
Hai definito una chiara strategia di marketing e promozione per la tua attività libero-professionale?
Ti capita di tanto in tanto di essere relatore – gratuitamente o a parcella – di eventiseminariali o congressuali partecipati da tuoi potenziali clienti?
Ti sei costruito un database di contatti email di tuoi clienti e/o professionisti/organizzazioni e periodicamente invii delle newsletter con contenuti e informazioni di loro interesse?
Aggiorni periodicamente il tuo CV cartaceo e gestisci attivamente il tuo profilo professionale sui social network tipo Linkedin?
Partecipi a qualche Associazione, Club o altro contesto che ti permetta di entrare in contatto con clienti e/o partner?
Prima di avventurarti in azioni di promozione, ti preoccupi di effettuare una seppur minimaanalisi del target a cui intendi rivolgerti, della concorrenza che incontrerai, definisci le caratteristiche peculiari del tuo servizio e su quelle costruisci la comunicazione?
Sei pronto ad investire un certo budget in comunicazione e marketing e, comunque a seguito di un ragionamento su quanto ti tornerà indietro (ROI) sull’investimento effettuato?
Curi la tua rete di contatti e dedichi tempo in modo strutturato allo sviluppo e crescita di questo network?
Sei abituato a lavorare per obiettivi? A fare un minimo di pianificazione dei progetti e relativa gestione?
Che ne dici? Se sei già organizzato su tutte e 9 le domande significa che sei un super psicologo super esperto in marketing per lo psicologo eheheh 😛