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Nicola Piccinini
Psicologia, Formazione, Social web, Politica Professionale
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        Psicologi & Marketing

        Lo Psicologo deve ascoltare e conversare… social

        • Autore articolo Di Nicola Piccinini
        • Data dell'articolo 30 Settembre 2012
        • Nessun commento su Lo Psicologo deve ascoltare e conversare… social
        Lo Psicologo deve ascoltare e conversare... social

        Psicologo e Social Network, due universi in avvicinamento 😉

        I social network stanno completamente modificando i tempi, gli spazi e le modalità con cui cerchiamo informazioni e servizi, con cui avviamo e manteniamo relazioni sociali. Stiamo vivendo un’epoca di grande cambiamento, liquida, che ci deve necessariamente interrogare anche come Psicologi, come professionisti della salute, delle relazioni sociali, della convivenza.

        Eric Schmidt, Executive Chairman di Google, ha affermato che ogni due giorni i social network veicolano una mole di informazioni pari a quella prodotta dall’alba della civilizzazione fino al 2003. Probabilmente non abbiamo ancora ben presente la misura di quanto le persone stanno usando i social network in tutti gli aspetti della loro vita personale e professionale, di quanto li usano per cercare informazioni, prodotti, servizi, professionisti.

        Di sicuro, dovremo cominciare a prendere seriamente in considerazione questo spazio social.

        Qui di seguito ti propongo un simpatico strumento che mostra, a partire dal momento in cui lo visualizzi, il flusso di contenuti social che vengono pubblicati, condivisi, segnalati… assolutamente IMPRESSIONANTE! 😀

         

         

        Fare marketing per lo psicologo è sempre di più stare in ascolto con la propria nicchia di utenza target, creare spazi di conversazione sociali.

        I nostri clienti sempre più spesso cercano soluzione al loro problema su Internet. Presidiare gli spazi sociali in cui vanno a cercare soluzioni significa rendersi visibili. Presidiarli con strumenti di facebook marketing o blog marketing significa sfruttare la visibilità per generare contatto e sviluppare relazione.

        Alcune ricerche ci dicono che prima di una scelta di acquisto di prodotti/servizi/professionisti individuati su Internet, la persona necessita di almeno 9 interazioni con quell’entità/soggetto. Dove interazione può significare la lettura di un suo post, l’iscrizione alla newsletter, il download di un free-book, un commento sulla sua pagina Facebook, uno scambio email diretto, ecc…

        Tutto ciò ci comunica che una campagna spot su Google AdWord, una semplice presenza su uno o più elenchi psicologo, dei banner o altre situazioni una tantum sono sempre più inefficaci ed insufficienti. Bisonga passare ad un approccio più sartoriale, di creazione e cura della relazione, di personal branding.

        E’ un cambiamento epocale, me ne rendo conto. Ma anche un’opportunità per chi di noi si vorrà mettere in gioco 🙂

        Aumenta il numero dei colleghi che comincia ad utilizzare blog e social network in modo professionale e mirato al marketing della professione, ma stiamo parlando dei pionieri… ci sono ancora ampi margini di azione per cominciare ad ascoltare e conversare social, ampi margini per cambiare marcia rispetto alla media dei colleghi, per stabilire un vantaggio competitivo 😉

        Che impressione ti ha fatto il SOCIAL MEDIA COUNT? Te lo aspettavi un flusso così frenetico sui social media? Come pensi che ciò possa avere a che fare con la tua professione di Psicologi? Ti piacerebbe acquisire competenze per padroneggiare l’uso dei social media, a sostegno della tua attività professionale?

        un caro saluto e buona giornata
        Nicola

        • Tag ascolto, blog psicologo, conversazione, Facebook psicologo, Google, marketing, nicchia, Nicola Piccinini, social media marketing, social network

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        0 risposte su “Lo Psicologo deve ascoltare e conversare… social”

        Francesca Veneridice:
        1 Ottobre 2012 alle 10:51

        Da un lato, è ottimo per lo psicologo utilizzare social network per mantenere contatti, farsi conoscere professionalmente e quant’altro, però non dovrebbe diventare il “mezzo” maggiormente utilizzato dallo psicologo nella sua attività in quanto preferire le conversazioni istantanee (chat, post, link..ecc..) come nel caso di facebook ad esempio, rispetto a conversazioni telefoniche o dirette “face to face” con le persone rischierebbe di “limitare” la figura professionale dello psicologo caratterizzata principalmente dall’interazione diretta con gli altri. E’ inutile negare che la comodità per ciò che permettono di fare i social network, porti un p’ò all’abitudine nell’utilizzarli, comodità che viene assolutamente riconosciuta in quanto si può conversare, scambiare opinioni e mantenersi in contatto con il resto del mondo. Questo lo trovo assolutamente positivo, divertente ed interessante affinchè ci rimanga “viva” la capacità di relazionarci agli altri da vicino colleghi o pazienti che siano.

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        Francesca Veneridice:
        1 Ottobre 2012 alle 08:51

        Da un lato, è ottimo per lo psicologo utilizzare social network per mantenere contatti, farsi conoscere professionalmente e quant’altro, però non dovrebbe diventare il “mezzo” maggiormente utilizzato dallo psicologo nella sua attività in quanto preferire le conversazioni istantanee (chat, post, link..ecc..) come nel caso di facebook ad esempio, rispetto a conversazioni telefoniche o dirette “face to face” con le persone rischierebbe di “limitare” la figura professionale dello psicologo caratterizzata principalmente dall’interazione diretta con gli altri. E’ inutile negare che la comodità per ciò che permettono di fare i social network, porti un p’ò all’abitudine nell’utilizzarli, comodità che viene assolutamente riconosciuta in quanto si può conversare, scambiare opinioni e mantenersi in contatto con il resto del mondo. Questo lo trovo assolutamente positivo, divertente ed interessante affinchè ci rimanga “viva” la capacità di relazionarci agli altri da vicino colleghi o pazienti che siano.

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        Giancarlodice:
        1 Ottobre 2012 alle 13:30

        Ti segnalo questo libro http://www.hoepli.it/libro/listen-first/9788820349332.html

        Accedi per rispondere
        Giancarlodice:
        1 Ottobre 2012 alle 11:30

        Ti segnalo questo libro http://www.hoepli.it/libro/listen-first/9788820349332.html

        Accedi per rispondere
        Milena De Giorgidice:
        3 Ottobre 2012 alle 09:09

        Buongiorno.

        Il SMC è fatto per stupire, e quasi
        ci riesce con quei numeri che scorrono veloci.

        Peccato che gli psicologi sono
        abituati a leggere dietro le apparenze!

        Il CEO di Google parla (giustamente,
        dal suo punto di vista) di traffico. Per avere un’idea concreta di cosa
        significhi, vediamo su una piccola scala.

        Ieri c’erano 10 informazioni. Oggi
        se ne aggiunge una. Quante informazioni sono veicolate in rete oggi? 11
        informazioni.

        Domani, dopo una nuova aggiunta,
        quante ne avremo? Non 12, bensì 10+11+21+1!

        [Questo per ridimensionare e rendere
        più “affrontabile” l’enorme quantità di info che lo psicologo potrebbe pensare
        di dover affrontare nella rete]

        Aggiungiamo all’esempio sopra il
        Social: per ogni singola informazione, aggiungiamone 5 *duplicate* ogni giorno,
        e ovviamente queste divengono “nuove” informazioni, nell’attuale concezione del
        web (vanno a costituire l’intero “buzz”).

        Il personal branding è fondamentale,
        ma in questi contesti assume connotati complessi e competenze che non sono
        fornite agli psicologi (né, in Italia, ad altre figure professionali).

        Ad esempio, dopo il Panda Update di
        Google (marzo 2012 negli USA, ora attivo anche in Italia), parlare di PB per lo
        psicologo significa affrontare il tema SEO dal punto di vista del contenuto
        originale, poi impostare un’attività di social networking per portare questo
        contenuto all’attenzione dei motori e, quindi, delle persone potenzialmente
        interessate.

        Alla fine di questo processo, si
        inserisce la nostra azione diretta…

        La domanda di base è quindi: quante
        *centinaia* di ore devo lavorare prima di arrivare al primo cliente e al primo
        guadagno? E se non posso impiegare mie ore, quanto dovrò lavorare per
        guadagnare quello che mi costa un professionista SEO (ammesso che sia
        effettivamente efficace, sennò lo devi pagare anche senza aver raggiunto alcun
        cliente!)?

        La buona notizia è che molti dei
        punti che caratterizzano la vision imprenditoriale di Big G sembrano scritti da
        uno psicologo per gli psicologi!

        Accedi per rispondere
        nicola piccininidice:
        3 Ottobre 2012 alle 09:50

        Gentile Milena ti ringrazio del tuo interessante e – sicuramente – competente parere 🙂

        Per quanto ne so io il SMC presentato in verità fotografa il flusso di condivisioni che va dal momento in cui lo carichi sul tuo browser in poi. E’ ovvio che al crescere della mole di contenuti presenti su Internet aumenta anche la velocità con cui riesci a generare curva esponenziale nella velocità del flusso, ma – detto ciò – rimane il fatto di un’impressionante quantità di “condiviso e diffuso”… per singolo secondo ;o)

        Proprio in tal senso riporto lo strumento. Non mi interessa tanto il meccanismo o il tecnicismo, quanto più l’impatto (esatto! il fatto che STUPISCE). Fortunatamente gli psicologi sonoabituati a leggere dietro le apparenze 😛
        Mi interessa far passare il concetto che lo spazio social è uno spazio strategico per ascoltare e conversare con tuoi potenziali clienti. E questo strumento, al di là di tutte le considerazioni, fornisce un impatto forte in tal senso.

        Rispetto alle tue considerazioni su Personal Branding, SEO e Social mi piacerebbe confrontarci meglio, magari anche in altri spazi… ovviamente il SEO è una variabile strategica e da curare con competenza, ma ti dico pure che – ad esempio – nel mio caso oltre la metà dei visitatori mi arriva dai social e non da google (dove comunque risulto presente su chiavi calde)… c’è una tendenza di questo tipo in atto, tanto che si comincia a discutere di social seo, o ancora di author-rank…

        Personalmente il personal branding non lo vedo vincolato a passare prima dal seo per approdare poi al social (questo ho inteso). Lo vedo come un ecosistema di azioni, armonico e coordinato in base ad obiettivi specifici. Ed anche il content ovviamente fa parte dell’ecosistema e deve essere gestito adeguatamente… sia in ottica seo che in ottica social

        Insomma, dal tuo commento mi arriva la sensazione di una persona che opera nel settore e con competenza specifica 🙂
        Mi fa sicuramente piacere poterci confrontare ed approfondire questi aspetti 😀

        un saluto e buona giornata
        nicola

        Accedi per rispondere
        MilenaDGdice:
        3 Ottobre 2012 alle 20:23

        Concordo appieno sull’approccio integrato e *pianificato*, e aggiungo anche “pianificato a medio-lungo termine”, ed in questo c’è un punto di forza nell’essere psicologi e non tecnici informatici!

        Confrontarsi è uno dei passi per migliorare, quindi mi farà piacere approfondire questi aspetti. La mail dovreste averla dal profilo.
        Buona serata,
        Milena

        Accedi per rispondere
        Milena De Giorgidice:
        3 Ottobre 2012 alle 07:09

        Buongiorno.

        Il SMC è fatto per stupire, e quasi
        ci riesce con quei numeri che scorrono veloci.

        Peccato che gli psicologi sono
        abituati a leggere dietro le apparenze!

        Il CEO di Google parla (giustamente,
        dal suo punto di vista) di traffico. Per avere un’idea concreta di cosa
        significhi, vediamo su una piccola scala.

        Ieri c’erano 10 informazioni. Oggi
        se ne aggiunge una. Quante informazioni sono veicolate in rete oggi? 11
        informazioni.

        Domani, dopo una nuova aggiunta,
        quante ne avremo? Non 12, bensì 10+11+21+1!

        [Questo per ridimensionare e rendere
        più “affrontabile” l’enorme quantità di info che lo psicologo potrebbe pensare
        di dover affrontare nella rete]

        Aggiungiamo all’esempio sopra il
        Social: per ogni singola informazione, aggiungiamone 5 *duplicate* ogni giorno,
        e ovviamente queste divengono “nuove” informazioni, nell’attuale concezione del
        web (vanno a costituire l’intero “buzz”).

        Il personal branding è fondamentale,
        ma in questi contesti assume connotati complessi e competenze che non sono
        fornite agli psicologi (né, in Italia, ad altre figure professionali).

        Ad esempio, dopo il Panda Update di
        Google (marzo 2012 negli USA, ora attivo anche in Italia), parlare di PB per lo
        psicologo significa affrontare il tema SEO dal punto di vista del contenuto
        originale, poi impostare un’attività di social networking per portare questo
        contenuto all’attenzione dei motori e, quindi, delle persone potenzialmente
        interessate.

        Alla fine di questo processo, si
        inserisce la nostra azione diretta…

        La domanda di base è quindi: quante
        *centinaia* di ore devo lavorare prima di arrivare al primo cliente e al primo
        guadagno? E se non posso impiegare mie ore, quanto dovrò lavorare per
        guadagnare quello che mi costa un professionista SEO (ammesso che sia
        effettivamente efficace, sennò lo devi pagare anche senza aver raggiunto alcun
        cliente!)?

        La buona notizia è che molti dei
        punti che caratterizzano la vision imprenditoriale di Big G sembrano scritti da
        uno psicologo per gli psicologi!

        Accedi per rispondere
        nicola piccininidice:
        3 Ottobre 2012 alle 07:50

        Gentile Milena ti ringrazio del tuo interessante e – sicuramente – competente parere 🙂

        Per quanto ne so io il SMC presentato in verità fotografa il flusso di condivisioni che va dal momento in cui lo carichi sul tuo browser in poi. E’ ovvio che al crescere della mole di contenuti presenti su Internet aumenta anche la velocità con cui riesci a generare curva esponenziale nella velocità del flusso, ma – detto ciò – rimane il fatto di un’impressionante quantità di “condiviso e diffuso”… per singolo secondo ;o)

        Proprio in tal senso riporto lo strumento. Non mi interessa tanto il meccanismo o il tecnicismo, quanto più l’impatto (esatto! il fatto che STUPISCE). Fortunatamente gli psicologi sonoabituati a leggere dietro le apparenze 😛
        Mi interessa far passare il concetto che lo spazio social è uno spazio strategico per ascoltare e conversare con tuoi potenziali clienti. E questo strumento, al di là di tutte le considerazioni, fornisce un impatto forte in tal senso.

        Rispetto alle tue considerazioni su Personal Branding, SEO e Social mi piacerebbe confrontarci meglio, magari anche in altri spazi… ovviamente il SEO è una variabile strategica e da curare con competenza, ma ti dico pure che – ad esempio – nel mio caso oltre la metà dei visitatori mi arriva dai social e non da google (dove comunque risulto presente su chiavi calde)… c’è una tendenza di questo tipo in atto, tanto che si comincia a discutere di social seo, o ancora di author-rank…

        Personalmente il personal branding non lo vedo vincolato a passare prima dal seo per approdare poi al social (questo ho inteso). Lo vedo come un ecosistema di azioni, armonico e coordinato in base ad obiettivi specifici. Ed anche il content ovviamente fa parte dell’ecosistema e deve essere gestito adeguatamente… sia in ottica seo che in ottica social

        Insomma, dal tuo commento mi arriva la sensazione di una persona che opera nel settore e con competenza specifica 🙂
        Mi fa sicuramente piacere poterci confrontare ed approfondire questi aspetti 😀

        un saluto e buona giornata
        nicola

        Accedi per rispondere
        MilenaDGdice:
        3 Ottobre 2012 alle 18:23

        Concordo appieno sull’approccio integrato e *pianificato*, e aggiungo anche “pianificato a medio-lungo termine”, ed in questo c’è un punto di forza nell’essere psicologi e non tecnici informatici!

        Confrontarsi è uno dei passi per migliorare, quindi mi farà piacere approfondire questi aspetti. La mail dovreste averla dal profilo.
        Buona serata,
        Milena

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        pierpaolo matozzodice:
        4 Ottobre 2012 alle 15:14

        Ciao Nicola, mi piacerebbe, si tratta di un invito, avere dei dati ottenuti tramite una ricerca per sapere quanti sono gli psicologi contattati tramite i social network. Grazie e buon lavoro

        Accedi per rispondere
        pierpaolo matozzodice:
        4 Ottobre 2012 alle 13:14

        Ciao Nicola, mi piacerebbe, si tratta di un invito, avere dei dati ottenuti tramite una ricerca per sapere quanti sono gli psicologi contattati tramite i social network. Grazie e buon lavoro

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