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#FestivalPsicologia 2017: gli esiti :)

Un breve Facebook Live di circa 30 minuti per presentarvi alcune statistiche e considerazioni circa gli esiti e la riuscita del Festival Psicologia 2017, organizzato dall’Ordine degli Psicologi del Lazio 🙂

Nota Bene: salta direttamente al secondo minuto di diretta perché – causa problemi audio – all’inizio non si capisce di fatto nulla 😛

https://www.facebook.com/nicolapiccinini.it/videos/476138799410883/

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Il mandato sociale e professionale dell’Art.1 degli psicologi italiani, tra Atti e Funzioni, tipiche e riservate

Durante la seduta dell’Ordine Psicologi Lazio di Maggio scorso il Consiglio ha deliberato la mia proposta di avvio di un Expert Meeting  sul “mandato sociale e professionale dell’Art.1 degli psicologi italiani, tra Atti e Funzioni, tipiche e riservate“. Si tratta in pratica, di un percorso partecipato da alcuni dei principali esperti della Psicologia professionale ed accademica italiana, finalizzato a meglio declinare, in modo operativo e facilmente comprensibile e comunicabile, il mandato che l’Art.1 della Lg 56/89 (ovvero dello Stato italiano) riconosce allo psicologo.
Il percorso vedrà anche l’attivazione di tutti i colleghi psicologi interessati a partecipare 😉

Un ‘operazione culturale e scientifica di assoluto valore, dentro e fuori la comunità professionale!

 

Di questa iniziativa ve ne parlerò meglio in un Facebook Live dedicato, che terrò questo Venerdì 23 Giugno, alle 12, sulla mia pagina personale Facebook. Qui di seguito ti riporto un estratto del contenuto di presentazione dell’Expert Meeting votato in Consiglio 🙂

Che ne pensi? Lascia un tuo commento a fine pagina!

 

Gli Ordini, Enti pubblici, vennero istituiti con lo spirito e l’intento di certificare e garantire un livello di qualità attesa della prestazione professionale dei propri appartenenti. Da un’istanza, quindi non meramente a tutela di interessi corporativi, bensì a vantaggio del cittadino, cui debbono essere garantite prestazioni di qualità, erogate da soggetti di cui sia verificata una competenza formativa di base.

Tale istanza era tanto più cogente laddove gli appartenenti ad un Ordine intervenissero in ambiti e con prestazioni inerenti la Salute del cittadino, in sintonia con lo spirito dell’Art.32 della Costituzione Italiana che così recita: “La Repubblica tutela la Salute come fondamentale Diritto dell’Individuo e interesse della Collettività…“.

In altre parole, i Padri fondatori valutavano che una prestazione improvvisata, erogata da soggetti senza adeguata preparazione, senza responsabilità in ambito civile e penale, né deontologico, espone il cittadino a prestazioni non soltanto dagli esiti incerti, ma sovente anche dannose per la salute e gli interessi dello stesso e, di conseguenza, della collettività.

L’Art.1 della Legge 56 del 18 Febbraio 1989, istituente la professione di Psicologo in Italia, recita: “La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità

Il Legislatore ha inteso, con questo articolo, da un lato accomunare gli psicologi a medici e odontoiatri come uniche figure professionali con facoltà di diagnosi e dall’altro limitare ai soli psicologi la possibilità di formulare la diagnosi psicologica. Allo stesso tempo ha previsto una serie di ulteriori ambiti e contenuti di “ambito psicologico” appartenenti in via esclusiva, all’interno del quadro professionale, culturale, sociale e normativo italiano, alla professione di Psicologo. E ciò, nell’ottica di tutelare al meglio la Salute ed il Benessere psicologico di “persone, gruppi, organismi sociali e comunità“.

A fronte di tale riconoscimento e mandato sociale ed istituzionale, si è da sempre rilevata l’esigenza di dare corpo a quanto stabilito dall’Art.1 della Legge 56/89, di definire in modo concreto e comunicabile gli atti e le funzioni, tipiche e/o esclusive, della professione di psicologo. D’altro canto, sa da una parte il Legislatore provvede a definire gli ambiti formali di fondazione di una professione, dall’altra la comunità dei professionisti è poi chiamata a definire in modo ottimale i contenuti pertinenti.

Quest’ultima responsabilità si è dovuta confrontare con una serie di contenitori semantici quali “prevenire“, “curare“, “salute“, “benessere“, “abilitazione“, “sostegno“, “promozione“, “colloquio“, “valutazione“, “osservazione“, “ascolto“, “relazione“, “domanda“, ecc… che non sono di appannaggio assoluto della Psicologia. Alla intrinseca complessità semantica si è aggiunto, negli anni, un profondo e continuo cambiamento nel tessuto economico, politico, sociale e culturale italiano.

In tal senso, affrontare, oggi, la concreta definizione di atti e funzioni, tipiche e/o esclusive, dello psicologo significa anche ri-attualizzare il mandato sociale ed istituzionale della Legge 56/89, situando tale riflessione all’interno delle trasformazioni scientifiche e culturali che in questi quasi 30 anni hanno e stanno attraversando la società italiana.

Il passaggio baumaniano dalla società solida alla società liquida, diviene passaggio da una “cultura focalizzata sulla eliminazione della malattia” ad una “cultura focalizzata sulla promozione della salute e del benessere“. Nella ricerca “Libro bianco sulle professioni psicologiche” effettuata dal Consiglio Nazionale Ordine Psicologi nel 2012, risulta che il contenitore semantico “Salute” passa da una rappresentazione sociale nel 2000 legata principalmente al “…non aver dolori, disturbi o malattie” a quella del 2011 legata principalmente a Salute come “…essere in armonia, equilibrio con se stessi, col proprio corpo e la propria mente“. Se prima l’opposto di “Salute” era “Malattia”, adesso è “Malessere”, “Squilibrio”, “Negativa qualità di vita”, in tutte le dimensioni fisiche, psicologiche e/o sociali.

Il mandato sociale dell’Art.1 della Legge 56/89 di intervenire “per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità ” deve quindi essere – oggi – ri-letto, ri-situato, ri-declinato all’interno degli odierni contenitori semantici su cui ciascun “ambito formale” insiste.

Così come deve essere ri-articolato a fronte della successiva Legge 170 dell’11 Luglio 2003, inerente “materia di abilitazione all’esercizio di attività professionali“, che in via indelebile riconosce e posiziona la Psicologia come “Scienza della Relazione”, tra individui, gruppi, contesti, comunità, con mandato di favorire benessere individuale, familiare e sociale.

Ebbene, all’interno di tale scenario ed a fronte di tali considerazioni, possiamo attivare un percorso di confronto e consenso teso a declarare e dettagliare concretamente Atti e Funzioni Professionali, tipiche e riservate, dello Psicologo in Italia?

E’ sostenibile che a quasi 30 anni dalla Legge istitutiva si faccia ancora confusione tra gli Atti e le Funzioni dello Psicologo, quelle di uno Psicoterapeuta, di uno Psichiatra o – ancora peggio – si trovino liquefatte competenze, tecniche e metodologie di intervento tipicamente psicologiche all’interno di pseudo-psico-professioni non meglio regolamentate?

E’ possibile migliorare l’allineamento tra i percorsi formativi professionalizzanti universitari di Psicologia, quelli formativi post-universitari (e non solo di Psicoterapia) e le reali domande di Salute e Benessere che arrivano da individui, gruppi, organizzazioni e comunità sociali? Ovvero permettere di ri-definire l’incontro tra domande e offerte all’interno di attuali contenitori semantici propri dell’Art.1?

E’ auspicabile che la comunità professionale degli psicologi italiani riesca a definire e comunicare efficacemente Atti e Funzioni, tipiche ed esclusive, senza delegare ciò a Giudici, Sentenze e Tribunali?

E’ realistico poter avviare un processo culturale e di riconoscimento identitario della professione di psicologo in Italia, prima di tutto interno alla comunità degli oltre 100.000 iscritti, e contestualmente partecipato dalle varie committenze civili, professionali e istituzionali di riferimento? Un processo che permetta di riconoscerci ed assieme di costruire committenza maggiormente consapevole?

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Dipendenza da ALCOOL: l’importanza dell’intervento psicologico

Il CRARL (Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio), in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi del Lazio e la SITAC (Società Italiana per il Trattamento dell’Alcolismo e le sue complicanze), nell’ambito del Progetto SAM, ha organizzato di recente un seminario formativo sull’alcologia presso la sede dell’Ordine degli Psicologi del Lazio.

Qui il comunicato stampa: Alcologia, aspetti clinici e importanza degli interventi psicologici

 

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Dolore cronico. Il contributo della Psicologia

La persona con dolore cronico ha bisogno di una serie di interventi e di figure professionali, che vanno dallo specialista allo psicologo, dal fisioterapista al medico che si occupa della terapia occupazionale. E’ questo il messaggio lanciato dal Simposio Internazionale organizzato a Budapest (Ungheria) con il coordinamento scientifico della European League Against Pain (Eulap)

In Italia risulta che un anziano su due soffre di dolore cronico e che la gestione prevalente sia ancora fondamentalmente di tipo farmacologico. Purtroppo regna ancora una certa ignoranza tra cittadini ed operatori sanitari: secondo un recente studio condotto tra persone con dolore cronico, soltanto il 32% degli intervistati era a conoscenza dell’esistenza di una legge nazionale, e solo il 44% era consapevole dell’esistenza di Centri per la terapia del dolore.

L’Italia si era infatti dotata nell 2010 di una legge (all’epoca) all’avanguardia in Europa, la Lg. 38/2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” rimasta tuttavia poco conosciuta e – soprattutto – NON attuata!

La 38/2010 prevede lo psicologo tra le varie figure da avere in equipe. Nell’articolo 5, al punto 2:

sono individuate le figure professionali con specifiche competenze ed esperienza nel campo delle cure palliative e della terapia del dolore, anche per l’età pediatrica, con particolare riferimento ai medici, [..], e agli psicologi.

Tra l’altro una gestione non efficace del dolore cronico ha un impatto di costo esorbitante, ne avevo scritto qui “Il dolore cronico costa 36,4 miliardi l’anno. Quale il contributo dello Psicologo?

 

Come Ordine psicologi Lazio abbiamo avviato il Gruppo di Lavoro Cure Palliative e Terapia del Dolore che, lo scorso aprile 2016, ha organizzato – in collaborazione con l’Ordine dei medici di Roma – l’interessante convegno “IN-DOLORE: psicologi e medici assieme nella gestione del dolore“, da cui è poi esitato un Protocollo d’intesa per il trattamento del dolore cronico.

Assieme all’Ordine medici Roma ci stiamo adesso confrontando con i vari interlocutori politici ed istituzionali in Regione Lazio, al fine di promuovere la piena attuazione della Lg. 38/2010, in tutela della persona con dolore cronico ed anche dell’amministrazione che potrà così offrire un servizio migliore e con un impatto economico minore (ovvero, generando risparmio!)

Fonti:

  • http://www.ordinepsicologilazio.it/gruppi-di-lavoro/cure-palliative-e-terapia-del-dolore/
  • http://www.ordinepsicologilazio.it/eventi/dolore-psicologi-e-medici-insieme-nella-gestione-del-dolore/
  • http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=44085
  • http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?id=3755&area=curePalliativeTerapiaDolore&menu=legge
  • http://www.parlamento.it/parlam/leggi/10038l.htm
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Ricorso Sentenza TAR Lazio sul Counseling. L’Ordine Psicologi Lazio ci sarà

L’Ordine Psicologi Lazio sarà parte attiva nel processo d’appello instauratosi presso il  Consiglio di Stato avverso la sentenza TAR Lazio sul counseling

Oggi, in seduta di Consiglio OPLazio, una decisione importante. Ma prima ricostruiamo brevemente il percorso 🙂

Il 17 Febbraio 2015 pubblicavo l’articolo “Counseling, in relazione d’aiuto è psicologico” dove sostenevo in pratica che il counseling nelle relazioni di aiuto è di fatto counseling psicologico e rientra a tutti gli effetti negli atti tipici della professione di psicologo, come stabilito dalla legge 56/89

Il 15 Ottobre 2015 la sentenza del TAR del Lazio afferma che “Il counseling è una competenza dello psicologo”

Qui puoi scaricare la sentenza n. 13020/2015

Qui puoi leggere i contributi di tutela dell’Ordine Psicologi Lazio

La sentenza del TAR del Lazio ha disposto – in via contestualmente attuativa – l’annullamento di due precedenti provvedimenti:

  1. il parere del Consiglio Superiore di Sanità che, nella seduta del 12 luglio 2011, aveva previsto (INCREDIBILMENTE!) che per le “attività di aiuto alla soluzione di problemi che possono causare lieve disagio psichico (…) possa intervenire una figura professionale distinta dallo psicologo e corrispondente al Counselor”;
  2. il provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), del 10 settembre 2014, che disponeva l’inserimento della AssoCounseling nell’Elenco delle associazioni professionali non regolamentate e delle loro forme aggregative, di cui all’art. 2, comma 7, della Legge 14 gennaio 2013, n. 4, recante “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”;

La cancellazione di AssoCounseling dall’elenco del MISE è certamente un risultato di rilievo, tuttavia l’aspetto maggiormente importante della sentenza riguarda l’annullamento del parere del Consiglio Superiore di Sanità, che assegnava il “disagio lieve” al counselor.

La Sentenza del TAR Lazio, banalmente, afferma che anche laddove il disagio fosse realmente “lieve“, il professionista – per appurare ciò – dovrebbe comunque effettuare una valutazione diagnostica e quindi essere abilitato a poter effettuare questo atto tipico dello psicologo.

In pratica spazza via in un sol colpo tutti quei counselor e formatori di counselor che ci girano intorno, dicendo che loro lavorano con l’empatia, che si occupano di lievi disagi dell’anima, che la patologia la lasciano agli psicologi… balle, dice la sentenza,  la valutazione del livello di disagio è prerogativa dello psicologo, e così l’attività di counseling

La questione è quindi chiusa? Assolutamente no!

Il Ministero dello Sviluppo Economico e Assocounseling hanno proposto appello avverso la sopra richiamata sentenza, al fine di ottenere una riforma della stessa.

E’ pacifico, si sapeva che avrebbero ricorso la sentenza dinnanzi al Consiglio di Stato e così hanno fatto. E adesso?

Adesso dovremo attendere il parere del Consiglio di Stato, presumibilmente entro fine di quest’anno.

Oggi, il Consiglio dell’Ordine Psicologi Lazio ha votato compatto l’opportunità di intervenire nel giudizio d’appello, al fine di sostenere e avallare la tesi della conferma dell’annullamento dei provvedimenti indicati nella sentenza TAR Lazio. Ovvero

L’Ordine Psicologi Lazio proporrà quindi domanda di intervento volontario nel processo d’appello instauratosi presso il  Consiglio di Stato avverso la sentenza TAR Lazio.

Non è tutto, ad inizio Febbraio, si registra un Decreto del Ministero della Giustizia molto interessante, che qui riporto:

https://www.facebook.com/nicolapiccinini.it/posts/214859038872195

 

Ebbene, in tutto ciò, il preSidente del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, il dott. Fulvio Giardina, ha sentito l’irrefrenabile bisogno di presenziare ufficialmente al convegno nazionale dei COUNSELOR.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=534784100027226&set=a.105553436283630.10615.100004869214210&type=3

 

Ditemi voi, ma in questo momento in cui bisogna rimanere serrati e chiudere definitivamente la partita, ha senso andare a riconoscere ed accreditare il convegno dei COUNSELOR?!?

AltraPsicologia ovviamente era presente al convegno, l’intrepido Mauro Grimoldi ha sbobinato gli interventi e nei prossimi giorni pubblicherà un bell’articolo di commento a questa genialata del preSidente di tutti noi.

Evviva il counseling (psicologico!)

Nicola 🙂

 

 

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Bambini cresciuti con genitori omosessuali. La posizione dell’APA.

Nei giorni scorsi, nel rullo blogger dell’Ordine Psicologi Lazio è stato pubblicato il post “Il FamilyDay e gli slogan acchiappa fedeli” del collega Sergio Stagnitta, così come ci siamo attivati come Ordine in comunicazione stampa, qui ad esempio il contenuto ripreso da ADNKronos e pubblicato su Focus.it, “Psicologia: esperta, Ddl Cirinnà tutela minori, no a pregiudizi“, prodotto dalla collega Paola Biondi, Consigliera e Segretaria OPLazio.

Ovviamente abbiamo provveduto a diffondere questi contenuti sui vari social e ne sono uscite discussioni, partecipate sia da colleghi che da semplici cittadini sull’opportunità dell’Ordine di – questa la presunta tesi sostenuta – schierarsi così apertamente contro il FamilYDay, per altro – affermavano – mancando di rispetto ai molti colleghi iscritti all’Ordine che invece sostengono le posizioni del FamilyDay.

Vorrei chiarire alcuni passaggi 😀

L’Ordine degli Psicologi rispetta tutte le posizioni PERSONALI dei propri iscritti. Rispetta chi ha deciso di partecipare e/o sostenere il FamilyDay e chi no. L’Ordine non entra nel merito delle posizioni personali dei propri iscritti in quanto persone.

D’altro canto, l’Ordine non ha il dovere di agire nel rispetto delle mille possibili posizioni PERSONALI dei propri 18.000 iscritti (e ciò vale per tutti gli Ordini e non solo di psicologi, così come vale per questo e per altri temi). Sarebbe immobilismo assoluto, un pensiero paradossale. Sarebbe un comportamento fuori mandato.

L’Ordine rappresenta una comunità di PROFESSIONISTI, riconosciuti dallo Stato e richiamati ad un Codice Deontologico.

L’Ordine Psicologi governa una comunità di professionisti di area sanitaria. Lo Stato italiano prevede Ordini professionali al fine di garantire prestazioni adeguate ai cittadini, e ciò in particolare nell’area sanitaria, per tutelare il Diritto alla Salute.

Non a caso, il Codice Deontologico richiede un aggiornamento continuo del professionista ed un richiamo alle consolidate teorie scientifiche di riferimento da parte della comunità internazionale.

L’Ordine Psicologi Lazio NON ha preso posizioni né personali, né tanto meno partigiane, ma PROFESSIONALI e SCIENTIFICHE

Rovescio quindi la questione 🙂

Il problema è quindi che l’Ordine non avrebbe premura delle diverse posizioni PERSONALI, o invece che alcuni professionisti non riescano a scindere le posizioni personali da quelle PROFESSIONALI?

Il problema è che l’Ordine Psicologi Lazio cerca di inserirsi nel dibattito sociale, o invece che tutti gli altri Ordini territoriali e – soprattutto – il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi rimangano in silenzio, avallando distorsioni comunicative che girano sui media pubblici (web, carta, radio, tv) e confusioni di piani tenute da propri iscritti?

In settimana parlerò ai colleghi di esecutivo circa l’opportunità di pubblicare una review scientifica di riferimento sul sito web dell’Ordine. Per intanto vi riporto la posizione dell’APA, l’American Psychological Association“, APA on Children Raised by Gay and Lesbian Parents“:

Non vi è alcuna evidenza scientifica che persone gay o lesbiche siano meno adatte alla funzione genitoriale rispetto a coppie eterosessuali. Questa monumentale review scientifica ha dimostrato che la regolazione, lo sviluppo ed il benessere psicologico dei bambini non sono correlati all’orientamento sessuale dei genitori

Sulla base della tale ricerca, l’APA continua a opporsi a qualsiasi discriminazione basata sull’orientamento sessuale in materia di adozione, di custodia dei figli e di visita, affidamento, e servizi di salute riproduttiva.

Ebbene, almeno tra colleghi, se vogliamo discuterne rimaniamo però su questo livello 🙂

Dopodiché, visto che, come sempre accade, la ragione non sta mai da una parte sola, vi saluto con una riflessione che il collega Marco Inghilleri ha condiviso sul Facebook e che trovo interessante.

Io la butto là…. Ma sinceramente non mi è sembrato che al family day ci fosse proprio tutta questa gente. E nemmeno però al family gay. Vuoi vedere che entrambe le tifoserie forse stanno sbagliando il modo di comunicare il proprio punto di vista? E’ ovvio che le famiglie omogenitoriali sono differenti rispetto a quelle eterosessuali. E’ ovvio che differente significa non migliore o peggiore, ma con problematiche e complessità diverse. Ora, però, voler far passare che la famiglia eterosessuale sia un ambiente “sano”, mi sembra una bugia come quella che vuole negare le difficoltà presenti nelle famiglie omogenitoriali. Il punto è che essere genitore non è semplice, a prescindere che si sia omosessuale o eterosessuale e in una relazione d’amore che sia omosessuale o eterosessuale. Per quello che riguarda poi i diritti dei minori, beh, penso che chiunque abbia il diritto d’avere genitori equilibrati e l’equilibrio personale non ha orientamenti sessuali o identità di genere.

Un caro saluto,
Nicola

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Celiachia. Il contributo dello psicologo per la gestione della quotidianità

In Italia ne soffrono 172 mila persone. Quale il possibile contributo dello psicologo?

Il Ministero della Salute ha da poco pubblicato la Relazione Annuale 2014 sulla Celiachia.

Ad oggi in Italia nel 2014 risultano 172.197 celiaci di cui il 48% è concentrato al Nord, il 22% al Centro, il 19% al Sud e l’11% nelle Isole. Un numero in crescita di circa il 15% rispetto ai numeri del 2012 quando erano 148.662. La Regione dove risiedono più celiaci risulta la Lombardia, con 30.541 soggetti, seguita da Lazio con i suoi 17.355 e Campania con 15.509 celiaci.

La popolazione celiaca, per la natura autoimmunitaria della malattia, risulta interessare più le donne (121.964) che gli uomini (50.233) con un rapporto medio Maschi:Femmine di 1:2 che in alcune regioni arriva a 1:3.

La celiachia è una malattia autoimmune che si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti in seguito all’assunzione del glutine e colpisce in proporzione più le donne che gli uomini. Dopo la diagnosi,  – afferma la Relazione – saper gestire la propria condizione di celiaco è il punto di partenza per poter organizzare la propria giornata e la propria vita sociale in modo consapevole e sereno.

Ebbene, è proprio su questo versante che lo psicologo può fornire un contributo importante. La persona con celiachia è chiamata ad affrontare importanti cambiamenti nei propri stili alimentari e di vita, e tali cambiamenti possono avere impatti profondi sulle dimensioni emotive e personali della persona, come in quelle delle relazioni sociali, piuttosto che dei rapporti di vita/lavoro/svago.
E tutto ciò dovrà continuare nel tempo, la persona dovrà tenere un’adherence sempre alta per non incorrere in complicanze.

Ebbene, lo psicologo facilita processi di adattamento, è in grado di favorire livelli di aderenza funzionali nelle singole persone con cronicità, così come nei loro sistemi di vita/lavoro (che comunque devono essere ingaggiati in tale processo).

Come Ordine Psicologi Lazio stiamo ad esempio lavorando ad un progetto di sostegno dell’aderenza alla terapia di persone con diabete, in collaborazione con medici diabetologi, cittadini e decisori politici. Tra l’altro abbiamo ottenuto un primo grande risultato in Regione Lazio di cui vi daremo nota entro prossima settimana 🙂

Allo stesso modo stiamo costruendo un percorso di promozione della funzione psicologica rispetto alla celiachia. Lo scorso anno abbiamo partecipato al GlutenFreeDay producendo un contributo che ha riscosso grande interesse. Stiamo continuando a confrontarci con l’AIC LAZIO (Associazione Italiana Celiachia) al fine di produrre un ulteriore percorso di ricerca che produca condizioni di miglior servizio e sostegno alle persone con cecliachia, ma anche che possa promuovere ruolo e funzione dello psicologo in tale ambito.

Qualcuno di voi opera già in tal senso?

Un caro saluto,
Nicola Piccinini

 

 

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Legge Stabilita’ 2016: i professionisti accedono ai Fondi UE. E gli Psicologi?

Il Governo ha deciso di mettere la fiducia sulla Legge di Stabilità 2016. La commissione Bilancio del Senato ha dato il suo benestare all’emendamento alla Legge di Stabilità che estende ai professionisti la possibilità di accedere ai fondi strutturali europei.

Un importante cambiamento che consentirà a tutti i professionisti, nessuno escluso, di poter accedere a risorse indispensabili per proporre ed erogare progetti utili allo sviluppo economico e sociale del Paese. Si parla di 260Milioni di euro.

E gli psicologi?

Anche i professionisti psicologi ovviamente rientrano appieno in tale scenario di opportunità e tanto più importante diviene l’iniziativa formativa promossa da ENPAP, in collaborazione con Ordine Psicologi Lazio. Due Enti, ovviamente, a trazione AltraPsicologia 🙂

Nel corso di formazione, aperto a tutti gli psicologi iscritti ENPAP, ed ospitato presso la sede dell’Ordine Psicologi Lazio, si forniranno proprio conoscenze e competenze utili ad operare in tale scenario di opportunità. L’evento – come sempre in OPLazio – verrà videoregistrato e reso poi disponibile in streaming online.

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Attentato Parigi. OPLazio su TGR Lazio

TGR Lazio in Ordine degli Psicologi del Lazio per emergenza attentati e #Parigi. NO PANIC 🙂

https://www.facebook.com/nicolapiccinini.it/videos/147364918954941/

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#VoltaPagina, la mini serie di video virali di Ordine Psicologi Lazio

#VoltaPagina è la Campagna video di sensibilizzazione e promozione della professione di psicologo lanciata da Ordine Psicologi Lazio a Novembre 2015

Una grande successo, 600 mila le visualizzazioni, con più di 2 milioni di persone raggiunte

Questi i 4 video, girati con Filippo Giardina

 

E’ un periodaccio?

https://www.facebook.com/ordinepsicologilazio/videos/855630061217963/

 

Delusioni d’amore?

https://www.facebook.com/ordinepsicologilazio/videos/858377024276600/

 

Stai alla frutta?

https://www.facebook.com/ordinepsicologilazio/videos/861247187322917/

 

Vuoi cambiare vita?

https://www.facebook.com/ordinepsicologilazio/videos/864273003687002/